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Il problema è trovare volontari e per questo non esita ad azzoppare a colpi di pistola malcapitati che trova nel suo garage, vicini di casa un po' troppo invadenti e gente reclutata con falsi provini per il nuovo film di Tarantino ( una delle attrici del primo film che interpreta se stessa in un guizzo metacinematografico).
Li convince poi ulteriormente a colpi di piede di porco nell'occipite giusto per provocare quel lieve stato d'incoscienza al fine di trasportarli in un capannone industriale dismesso dove cercherà di portare a termine il suo folle progetto.
Tom Six l'ha pensata proprio bene: come fare un sequel di un film a suo modo "definitivo" come The Human Centipede ( First Sequence)?
E' semplice: non farlo ma raccontando una storia che partisse da quello.
L'orrore che nel primo film era semplicemente suggerito vuoi per scelte stilistiche ma soprattutto per problemi di budget qui è sparato in faccia allo spettatore, la telecamera non si sottrae di fronte a nulla.
Se nel primo film la follia del dottor Heiter si realizzava mediante complessi interventi chirurgici qui il protagonista , che non è un medico di fama mondiale , porta avanti il progetto in modo molto meno sofisticato: al posto di bisturi e strumenti chirurgici ci sono attrezzi da ferramenta come martelli ( ottimi per asportare più denti con un colpo solo ben assestato) e pinzatrici automatiche (che permettono cuciture ano/bocca solide e sbrigative, forse un tantino dolorose).
Martin è un minus habens che sembra il fratello di Giuseppe Paviglianiti di Cinico tv di Ciprì e Maresco.Merito va a chi ha scoperto questo non professionista di nome Lawrence H. Harvey, alto un metro e un foglio di giornale con un cimitero di ravioli e birrette piazzato sotto il mento a formare una panza di dimensioni pantagrueliche, occhi a palla che sembrano quasi uscire fuori dalle orbite, sudorazione sempre ai massimi livelli tanto da farlo apparire sempre fastidiosamente unto e una persistente asma bronchiale che proprio sul più bello, ovvero quando sta prendendo a pistolettate o a piediporcate le sue povere vittime, gli taglia il respiro e lo costringe alla sua bella dose di Ventolin.
La cinepresa di Tom Six lo pedina incessantemente, lo inquadra spesso seminudo, sottolineando che è un adepto al culto del dio Onan, cercando di tirare fuori il peggio da questo individuo che apprendiamo essere stato vittima di abusi sessuali da parte del padre,alleva una scolopendra in una teca di vetro ed è soggiogato da una madre segaligna dai modi nazisti. Fino a determinare la ribellione di Martin che col suo fido piede di porco le apre la testa come un melone.
Altra particolarità è l'uso del bianco e nero ( si dice per cercare di aggirare la censura ) che col suo aspetto sporco e sgranato si rivela scelta scelta estetica azzeccata .
Nell'ultima parte del film si raggiunge l'apoteosi : lo schifometro arriva a livelli impensati , questa particolare catena umana è sottoposta da Martin alle violenza più assurde. Tipo un lassativo per provocare lo stravaso a vista di liquami biologici da un individuo all'altro.
Se la parte centrale del film poteva apparire meccanica perchè rispondente sempre allo stesso schema ( trovare vittima e portarla al capannone) nella parte finale c'è il delirio assoluto.
Non solo il rosso del sangue ma soprattutto il marrone della m... beh ci siamo capiti.
The Human Centipede ( Full Sequence ) è il film che Tom Six aveva sempre sognato ma non era riuscito a fare col primo capitolo di una trilogia che vedrà nel 2013, forse, il capitolo conclusivo.
Una versione full optional del film precedente in cui lo spettatore verrà condotto in un luogo dove l'aberrazione regna incontrastata.
Il regno di Martin.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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