Magazine Per Lei

THE SHOW MUST GO ON. I siparietti di cui farei volentieri a meno.

Creato il 20 luglio 2012 da Nina
Fotogrammi passati e presenti. Fermi immagine. Stralci di conversazioni. Domande scomode. Pressing. Strani incontri. Botta e risposta. Pessime figure.  Ho queste immagini, queste scenette nella mente, mi ronzano nella testa da questa notte. No, non ero proprio lucida, ero invece reduce dall'inaugurazione del locale di una nostra amica.
Potete immaginare da voi.
Testa che gira, occhi che vorrebbero solo chiudersi, a saracinesca. Ma farlo equivarrebbe a vivere quella sgradevole esperienza nota come 'montagne russe'. Perciò non puoi far altro che aspettare che passi.  E intanto pensare.  Questi sono i frutti.
Il wikkend di Assisi siamo passati a trovare sua nonna. Davanti a pane, formaggio e pomodori, lei si informa del più e del meno, fa le domande di rito, quelle da nonna che vuole accertarsi che il nipote sta bene. - E allora, la casa c'è e il lavoro pure, ADESSO è tempo che fate un figlio. Che vogliamo fare, far estinguere l'umanità? Occhei frena nonna, chiariamoci un paio di cose. E' vero sei anziana e le tue intenzioni sono buone, ma questa responsabilità pesa sul mio groppone. E manco poco. Perché per tutto il viaggio di ritorno io, a intervalli regolari, non riuscivo a non pensare che a questo: all'umanità che si estingue a causa mia. Che se davvero dipendessero da me le sue sorti, allora staremmo tutti in una botte di ferro! Tranquilli, che se c'è un crollo demografico ci pensa Nina! Ma fammi il piacere, è un impegno che non mi posso prendere, un peso che non mi posso permettere, potrei non esserne all'altezza, sai com'è.
Il giorno del compleanno di Lui gli telefona il padre. Auguri, chiacchiere di aggiornamento sul lavoro. Il papà gli racconta di aver passato una serata con dei vecchi amici. Ma un incontro deve averlo segnato in particolare, perché è di quello che intende parlare con il figlio: - Sai c'era anche N, pensa che adesso lui, che ha l'età mia, ha CINQUE nipoti... - Colpo basso. Segue silenzio dall'altra parte della cornetta, motivato dal sommo stupore per un'uscita così da suo padre, che in genere, io vi assicuro, in queste cose è Mister Discrezione. - E tu? Hai 38 anni, che aspetti? ADESSO tocca a voi darci dei nipoti. - - Che ne sai - gli fa Lui - magari io sono di quelli che in una botta, te ne fa due! - Ho molto da imparare da quest'uomo. Il 38enne intendo.
Mercoledì sera, in pizzeria con i suoi. Sua mamma, ormai è cosa nota, ci ha dato già in passato ampia dimostrazione delle sue doti e delle sue abilità: riesce ad arrivare al punto che vuole, partendo da un discorso qualsiasi. La sua è davvero un'arte, bisogna riconoscerglielo. Ricordate i suoi temi a piacere no? Ecco, l'altra sera era di nuovo in vena, motivata e intenzionata a sondare ancora quel territorio oscuro, che non riesce proprio a decifrare.  Io sono sempre più sicura che la suocera si sia convinta che noi non ne vogliamo sapere di figli, che siamo pigri, temporeggiamo e lei (e ormai anche il suocero) ha il compito di ricondurre noi pecorelle smarrite sulla retta via del Contributo alla crescita Demografica. Anche perché il tempo stringe, loro invecchiano (loro) e di questo noi, con animo magnanimo e generoso, dovremmo tener conto. - Ti ricordi A B C D E? - ha fatto una lista di nomi che manco riesco a ricordare. Ci ha raccontato della loro evoluzione di coppie, le tappe rispettate fin nel dettaglio: dal fidanzamento, al matrimonio, alla inevitabile prole. Così, proprio secondo natura. Poi col sospiro ha aggiunto: - Che bello vedere come crescono...come coppie intendo... -  Sissì, non temere, avevamo capito quel che intendevi.  Reclino il capo e attendo il colpo di grazia, che non tarda mai. E infatti poscia aggiunge: - E voi? Che aspettate? - oh ma che vendono il disco registrato? - ADESSO tocca a voi procreare! - Ma che vi è preso a tutti? Ci ho messo mesi ad accettare il fatto, per non sentire più il peso del tempo che scorre, per non sentirmi sempre in ritardo rispetto al resto del mondo, e voi che fate? mi ricordate che il tempo scorre impietoso? così non mi siete d'aiuto. Tra l'altro sarebbe anche ora che ci lavoraste un po su pure voi su questa cosa del saper aspettare con fiducia e pazienza eh! Cerco lo sguardo di conforto di qualcuno. Mia cognata alza gli occhi al cielo e guarda oltre, oltre il blu della notte, oltre le stelle, ancora più sù. Lui fa un mezzo sorriso che sa di ghigno e mi poggia una mano sulla coscia come a dire - stai tranquilla, stai bona, è tutto sotto controllo, poi ci penso io - Si come no, lo vedo proprio come ci pensi tu.  A tenerli all'oscuro, è evidente. So che spetta a Lui parlarci, che sono i suoi genitori, ma è che io comincio pure a sentirmi a disagio, come una che mente, che ha un segreto che riguarda anche loro. Perciò guardo lei, la suocera e sto per dirle che forse è arrivato il momento di considerare che per alcuni non è così facile, che abbiamo dei problemi. Che però stiamo facendo del nostro meglio, che non stiamo perdendo tempo come lei crede. Che per noi quell' 'ADESSO E' ORA', è in realtà tutti i giorni da più di due anni a questa parte. Che dovrò operarmi. Che dovremo farci aiutare....che che che...e invece taccio.  Ma a me chi me lo fa fare di prendermi quest'onere, questa fatica. Io la parte mia l'ho fatta, raccontandolo ai miei familiari, così che non mi smaronassero con queste storie di 'adesso', 'è ora', 'che aspettate'. Stavolta tocca a Lui, stavolta se la vede Lui. Non voglio toglierli questo piacere, il gusto di raccontare tutta insieme una storia di anni, condensare in poche frasi il senso di un percorso come il nostro, metterli al corrente di tutto e tutto insieme in una volta sola. Vedere le loro facce sconvolte e allibite, perché non avranno il tempo di metabolizzare un'informazione che già gliene arriverà un'altra. Tipo una raffica di sberle in faccia e pugni nello stomaco. Sbem, Bum, Poff, Crak. Come nei fumetti. Chissà come se la caverà. Sarà comico, grottesco, già lo immagino. E io sono una che sa farsi i fatti suoi, non voglio intromettermi nelle 'quescioni di famigghia'! Muahahahaha. Poteva pensarci prima pure Lui, è dall'anno scorso che gli dico: 'Preparali!'. Il blog e questo post mi sono testimoni.
Ieri sera (inaugurazione do you remember?). Tralasciando il fiume di alcool che circolava, il punto che ci interessa è che era presente anche una vecchia amica di Lui. Un giorno di un paio di mesi fa era capitato, nei pressi della stazione, che Lui, fuorviato dal rigonfiamento della maglietta di lei, le avesse chiesto se fosse, per caso-hai visto mai, in-cin-ta. A quella magica parola il visetto della donna si era incupito, imbronciato, e le sue labbra avevano pronunciato le paroline che noi tutte bene conosciamo. Seeee magari! - aveva infatti risposto lei, con l'aria di chi è stanca di sperare e crederci. Perciò nel tragitto fino al binario lei lo aggiornava sulle sue disgrazie, che era ormai tanto che provavano senza successo e Lui, a sua volta incoraggiato da questo fortuito incontro e dalle sue confidenze, la metteva al corrente del fatto che ne sapeva qualcosa, visto che anche noi navighiamo le stesse acque. E poi ciaociao ognuno per la sua strada. Ecco da quel giorno, anche se non ci conosciamo se non di vista, tra me e lei è cambiato qualcosa.  Siamo accomunate da uno stesso destino: lei sa, io so. Gli sguardi sono diversi, carichi di significati e di non detti, i sorrisi complici, come se si fosse sempre sul punto di dirci qualcosa e aspettassimo solo il momento giusto.  Non si è mai aperta con me, né io con lei, non abbiamo la giusta confidenza, eppure si avverte che qualcosa è cambiato. Due mosche bianche che si incontrano nella stessa città, così per caso, è un evento raro. Bè ieri appunto c'era anche lei e si parlava con un'altra ragazza, che però a differenza nostra è mamma. L'argomento erano i cani, l'educazione dei cani, da lì si è arrivati a dire che anche i bambini, così istintivi e puri, sono un po' come degli animaletti, come dei cani cuccioli, ci vuole fermezza, hanno bisogno di una guida.  Poi devo essermi persa un passaggio, mi capita spesso in queste occasioni qui, in particolar modo ieri, ero al terzo bicchiere di vino. Fatto sta che non so come lei, la ragazza mamma, è arrivata a parlare del nome di suo figlio. Non credo che l'altra le possa aver fatto qualche domanda al riguardo, dubito fortemente sia una masochista, non mi pare il tipo ecco. Comunque si mette lì a specificare a noi il significato del nome di suo figlio e più parla più avverto che l'atmosfera si fa pesante e il clima di ilarità si stempera. Arriva al punto: - Ho scelto questo nome biblico per mio figlio perché significa 'Terra promessa', una sorta di Paradiso in terra perciò. L'ho trovato perfetto, perché in fondo, diciamocelo, un figlio che cos'è se non IL PARASDISO in terra? - Temperatura sotto zero. Clima artico in piena estate.  Lei, la mamma, rimane sospesa così, nell'atto di chi aspetta una qualche risposta. Cioè? Ci sta facendo una domanda a noi? Non ne ho idea di che cosa sia un figlio in questo momento, informazione mancante nella RAM, non la trovo. Mi giro per vedere se l'altra ne sa qualcosa in più di me, se ha almeno un'opinione in merito o se ha voglia di comunicarcela e invece la trovo con la testa girata di 180° tipo l'esorcista. Guarda un punto dietro di lei e me, che poi mi si chiarisce nelle sembianze del suo compagno. I suoi occhi implorano 'aiuto salvami' ma non ricevono risposta (in quanto il pover'uomo è tutto preso da una conversazione con il mio Lui). Lei allunga una mano, si fa dare la borsa e annuncia che va a prendersi qualcosa da bere. Ottima tattica di fuga. E sparisce inghiottita dalle spalle e dalle schiene. Ho cambiato interlocutrice anche io, raggiungendo il mio bicchiere che mi attendeva tutto solo e abbandonato sul tavolino. Questa storia mi ha fatto capire che siamo simili anche nelle strategie di sopravvivenza.

E per concludere vi lascio con una chicca: l'ennesima figura di merda di Nina la Nullipara.  Mi viene incontro una ragazzetta, più giovane di me (e ci credo scema, te non sei più manco ragazza, figurati etta!), si chiama Ci. La guardo stupita, era sparita dalla circolazione, da un pezzo non avevo sue notizie. - Mi riconosci? - mi fa. Rispondo pronta:  - Certo Ci, come potrei non ricordare? Ma che fine hai fatto non ti ho vista più in giro, saranno anni ormai. -  Lei comincia a fare una strana danza, come una sorta di rappresentazione mimica, utilizzando il linguaggio non verbale: con la voce mi dà delle informazioni sugli ultimi posti dove ha vissuto e con il corpo cerca di portare la mia attenzione verso il basso. Seguo il suo gioco, mi lascio guidare: le guardo la pancia. Piatta. Non è incinta. Bah chissà che vuole che scopra. Provo a scendere ancora più in basso. Dio mio che scarpe orribili c'ha questa qua, un po' di gusto cazzo. Allora provo un po' più a sinistra. Vuoto. Non la sua, la tua sinistra Nina. Bingo! Lì c'è lei, il suo tesssssoro: una nanetta paffuta e sorridente, che 'sta in piedi da sola'.  - Uh! - faccio sorpresa - ecco che fine hai fatto. Ti sei data da fare vedo! Brava! Come si chiama? - - Eh si, mi sono data da fare. Giulia. Solo che stasera ha sonno. -  Non so cosa c'entri, oltretutto la gnoma mi pare in ottima forma. Piuttosto non vorrei sbagliarmi, ma oggettivamente quella con l'espressione assente mi pare lei. Comunque bypasso l'informazione: - E insomma stai bene allora? Che combini? Che fai? Raccontami... - - Si, si sto bene, però stasera Giulia ha proprio sonno, sai lei è abituata ad andare a dormire alle 8,00... - Senti ciccia, già non ti vedo da diversi anni e non so manco io che cazzo dirti, poi se non collabori e fai pure ostruzionismo, la vedo difficile che questa conversazione possa proseguire tra noi. Bella la pupetta per carità, però mi interesserebbe sapere anche di te. Lei invece va avanti come un treno: - ...E poi si sveglia alle 8 della mattina, è stata sempre così, anche quando aveva pochi mesi - Faccio un rapido calcolo: dodici-dico-dodici ore di sonno filato? Mi puzza di truffa, di diffamazione, le mamme che ho conosciuto io dicono che quelle come te non sono vere, non esistono, perciò o tu sei un ologramma, o mi stai raccontando un mare di stronzate. Decido di chiudere con la madre, forse la figlia ha cose più interessanti da dirmi. Così, con le migliori intenzioni, porgo l'ultima domanda alla mamma: - Parla? - pentendomi il secondo dopo. Non l'ho mai fatta sta domanda io, in genere mi butto e vedo la reazione del pupo. Mai mischiare alcool e conversazioni vuote con donne scialbe, questi sono gli effetti. - E parla si, ha QUATTRO anni! - Azz come ho fatto a prendere una toppa così? Avevo pure notato che 'sta in piedi da sola'.  Provo a salvarmi in corner: - Ah. No scusa, è che non sono pratica di bambini e di età - - E si vede! - E vaffanculo! Stammi bene eh Ci, è ora che porti al letto la nana. Ore dopo era ancora lì che girava tra la folla sgomitando e la piccola Giulia appresso come un segugio. Con questo cosa volevo dire? Non lo so (però c'ho ragione e i fatti mi cosano). Si, era la battuta di quel comico di Zelig. Per oggi è tutto. Penso che mi farò un caffè.

THE SHOW MUST GO ON. I siparietti di cui farei volentieri a meno.

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