Immaginate di essere ligi e rispettosi della legge, di credere nei concetti di Giustizia e di Verità (per scelta interiore, ma anche per ragioni professionali), di essere un ispettore di polizia e di trovarvi, in maniera inattesa, coinvolti in un caso di omicidio.
È quello che accade all’ispettore Maria Dolores Vergani – personaggio letterario della scrittrice milanese Elisabetta Bucciarelli – nel romanzo “Ti voglio credere” (Kowalski/Colorado Noir, 2010, pagg. 298, € 15). La Vergani si ritrova, appunto, agli arresti domiciliari. È indagata per omicidio volontario e si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Nei fatti è segregata, rinchiusa tra le pareti domestiche dell’appartamento dei genitori.
Cos’è successo esattamente? La Vergani non ricorda. Sa soltanto che ha accoltellato una donna. Secondo le indagini sembrerebbe sia avvenuto per legittima difesa. Il suo avvocato le consiglia, con insistenza, di assecondare questa tesi. Del resto, lei non è un’assassina. E ha sempre creduto nella giustizia, nella verità, nella legge. E poi quella donna era una poco di buono. Tuttavia, come si sono svolti i fatti, la Vergani non è in grado di dirlo. La sua mente ha rimosso.
Intanto la tragedia personale di Maria Dolores si incrocia con altre vicende: la notizia del suicidio di una giovane dal ponte di viale Forlanini; la comparsa di tre enormi croci piantate nel giardino di una villetta nel quartiere di San Siro (a cui fanno seguito altri casi simili). Il poliziotto Achille Maria Funi, che nel corso della storia verrà nominato a sua volta ispettore, decide di informare la Vergani di questi fatti (nonostante le difficoltà che la donna sta vivendo, o forse proprio per questo; per farla uscire da se stessa, per farla distrarre).
È un ottimo romanzo esistenziale, il nuovo libro della Bucciarelli. Una storia a incastro che indaga sulla crisi della società, sul fanatismo religioso, sulla piaga dell’anoressia e su come – a volte – i concetti di Giustizia e Verità si sfiorino senza arrivare mai a incrociarsi. Un’ulteriore, convincente, prova narrativa di questa regina del noir milanese, che con il precedente romanzo “Io ti perdono” aveva già ricevuto una menzione speciale della giuria al Premio Scerbanenco 2009 e ha vinto il XIII Premio Franco Fedeli.
Massimo Maugeri
(Articolo pubblicato sulla pagina cultura del quotidiano “La Sicilia” del 28.11.2010)
p.s. Elisabetta Bucciarelli, con “Ti voglio credere” (Edizioni Kowalski), ha vinto il Premio ‘Giorgio Scerbanenco 2010-Courmayeur Noir in Festival’ in collaborazione con ‘La Stampa’, per il miglior romanzo noir italiano edito nell’anno