Mi ricordo di un bel libro di
Sebastiano Vassalli, Terra d’acque
(Interlinea). E mi ricordo anche di un vecchio mappamondo. Il primo ha in
copertina un fotogramma di Riso amaro
e racconta del monumento alla mondina, opera di Agenore Fabbri, che sta in
Piazza della Stazione, a Vercelli. Il secondo, sulla cartina della Somalia,
riporta un acronimo sbiadito, A.F.I.S. (Amministrazione Fiduciaria Italiana
della Somalia).
Entrambi, il libro e il
mappamondo, fanno parte dei miei ricordi, quei ricordi che, come relitti, senti che vagano
intorno alle storie, storie che, in qualche modo, sono legate
da fili misteriosi che però non riesci a individuare.
E poi leggo Timira, di Wu Ming 2 e Antar Mohamed. E
allora scopro che quei fili misteriosi e sbiaditi una storia la nascondevano
davvero.
La storia di Isabella
Marincola, nata in Somalia dalla relazione tra un sottufficiale dell’esercito italiano e
una donna somala. Isabella Marincola che con la sua vita ha attraversato un
pezzo di storia italiana. Leggendo Timira è come se avessi trovato il punto d'incontro di quei due frammenti, il
fotogramma di Riso amaro e la cartina
della Somalia amministrata dall’Italia su mandato delle Nazioni Unite.
Timira è una
narrazione a più voci, è una testimonianza, è una storia che racconta di un'esistenza
complessa e sofferta, un’esistenza coraggiosa e sempre in balia di scelte
imposte da un'amara quotidianità e da avvenimenti politici che incidono senza pietà sulle sue vicende.
Isabella Marincola avrà una
giovinezza difficile. Portata in Italia in tenerissima età, sarà sempre detestata dalla moglie italiana di suo padre. Il fratello
Giorgio, eroe della Resistenza, verrà assassinato dai nazisti. Mossa da un invincibile interesse per la recitazione, Isabella sarà una
delle interpreti di Riso amaro. Si trasferirà in Somalia poco dopo la fine dell’amministrazione fiduciaria italiana e qui avrà un figlio, vivrà le
sofferenze imposte dalla dittatura di Siad Barre e, alla fine, fuggendo dalla guerra civile, tornerà da profuga nell’Italia dei primi anni Novanta, un'Italia che inizia a mostrare i prodromi inquietanti di un razzismo malcelato.
Come la V pynchoniana,
Isabella Marincola sarà, suo malgrado, testimone e protagonista di momenti
della storia italiana rimossi sia dall’immaginario collettivo che
dall’ufficialità. Wu Ming 2 e Antar Mohamed con maestria raccontano,
contaminano, fondono i piani e i tempi narrativi. Timira va letto, come vanno letti quei libri necessari che, a volte,
sono come bussole nella nebbia dei ricordi di una collettività.
Un libro.
Timira, di
Wu Ming 2 e Antar Mohamed (Einaudi).
Magazine Libri
Mi ricordo di un bel libro di
Sebastiano Vassalli, Terra d’acque
(Interlinea). E mi ricordo anche di un vecchio mappamondo. Il primo ha in
copertina un fotogramma di Riso amaro
e racconta del monumento alla mondina, opera di Agenore Fabbri, che sta in
Piazza della Stazione, a Vercelli. Il secondo, sulla cartina della Somalia,
riporta un acronimo sbiadito, A.F.I.S. (Amministrazione Fiduciaria Italiana
della Somalia).
Entrambi, il libro e il
mappamondo, fanno parte dei miei ricordi, quei ricordi che, come relitti, senti che vagano
intorno alle storie, storie che, in qualche modo, sono legate
da fili misteriosi che però non riesci a individuare.
E poi leggo Timira, di Wu Ming 2 e Antar Mohamed. E
allora scopro che quei fili misteriosi e sbiaditi una storia la nascondevano
davvero.
La storia di Isabella
Marincola, nata in Somalia dalla relazione tra un sottufficiale dell’esercito italiano e
una donna somala. Isabella Marincola che con la sua vita ha attraversato un
pezzo di storia italiana. Leggendo Timira è come se avessi trovato il punto d'incontro di quei due frammenti, il
fotogramma di Riso amaro e la cartina
della Somalia amministrata dall’Italia su mandato delle Nazioni Unite.
Timira è una
narrazione a più voci, è una testimonianza, è una storia che racconta di un'esistenza
complessa e sofferta, un’esistenza coraggiosa e sempre in balia di scelte
imposte da un'amara quotidianità e da avvenimenti politici che incidono senza pietà sulle sue vicende.
Isabella Marincola avrà una
giovinezza difficile. Portata in Italia in tenerissima età, sarà sempre detestata dalla moglie italiana di suo padre. Il fratello
Giorgio, eroe della Resistenza, verrà assassinato dai nazisti. Mossa da un invincibile interesse per la recitazione, Isabella sarà una
delle interpreti di Riso amaro. Si trasferirà in Somalia poco dopo la fine dell’amministrazione fiduciaria italiana e qui avrà un figlio, vivrà le
sofferenze imposte dalla dittatura di Siad Barre e, alla fine, fuggendo dalla guerra civile, tornerà da profuga nell’Italia dei primi anni Novanta, un'Italia che inizia a mostrare i prodromi inquietanti di un razzismo malcelato.
Come la V pynchoniana,
Isabella Marincola sarà, suo malgrado, testimone e protagonista di momenti
della storia italiana rimossi sia dall’immaginario collettivo che
dall’ufficialità. Wu Ming 2 e Antar Mohamed con maestria raccontano,
contaminano, fondono i piani e i tempi narrativi. Timira va letto, come vanno letti quei libri necessari che, a volte,
sono come bussole nella nebbia dei ricordi di una collettività.
Un libro.
Timira, di
Wu Ming 2 e Antar Mohamed (Einaudi).
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