Magazine Società

Today's empire, tomorrow's ashes

Creato il 13 novembre 2011 da Alesan
Today's empire, tomorrow's ashesAlla fine, chi non era n piazza, a Roma, era su Twitter, o in altri luoghi virtuali a condividere un momento che non passa in un attimo. Alla fine, nella pioggia di tweet, un po' di ordine lo ha messo la pazza (senza offesa eh...) @nataliacavalli concludendo che questa non sarà l'Italia migliore ma è meglio di quella di ieri. E non è poco. Berlusconi dà le dimissioni ormai messo alle corde da tutto ciò che lo circonda (avversari politici, crisi, mercati, Europa, media italiani ed esteri, alcuni fedelissimi...) e l'Italia volta pagina. Non subito però. Mario Monti ha pronto un progetto di massacro sociale non indifferente, evitabile solo se per la prima volta dopo più di un decennio le tasche toccate saranno quelle dei potenti e dei ricchi, delle lobby e delle cricche. Altrimenti rischiamo l'opera tipica da finanziere che salva il salvabile ma non sacrifica il lusso. Il sacrificio, in momenti come questo, è scontato per chiunque, Berlusconi paga proprio il disinteresse per questo e il nascondere le verità sotto il tappeto, evitare di affrontare la crisi cercando con un sorriso di fotterla. Invece è lei che ha fottuto noi, ed è aumentata, peggiorata, diventata sempre più terribile, tanto che questo fine 2011 ricorda molto gli ultimi mesi del 2008... e se il 2012 sarà come il 2009 c'è poco da sorridere. Il suo fare pubblicitario aveva di nuovo convinto un sacco di italiani che poi piano piano hanno capito che qualcosa non funzionava. Meglio tardi che mai, si dirà, ma il fatto è che Berlusconi ha agito come molti suoi oppositori hanno sempre previsto: in modo classista, in primis, con una classe politica dirigente composta da yesmen arroganti voltagabbana, venduti e corrotti lacchè, paraculati insignificanti valletti televisivi. In modo personalistico. In modo volgare e menefreghista, in modo pomposo accentrando tutto su di sé, i successi (finti) e i fallimenti, oggi sotto gli occhi di tutti.
Se ne vanno i sogni infranti del nuovo miracolo italiano, mai avvenuto. Se ne va un pezzo del conflitto di interessi, mentre l'altro pezzo toccherà ad altri smontarlo. Se ne vanno ministri come Sacconi, che al welfare non ha fatto nulla se non cercato di favorire precariato e licenziamenti e riduzione dei salari. Se ne va Brunetta con le sue follie, la sua demagogia, la sua vendetta contro tutti noi perché da piccolo ha sofferto il bullismo di chi lo sfotteva perché è basso. Cazzo Brunetta, sei basso! Non è una colpa ma non è nemmeno una balla: è così. Se ne va la Carfagna che... va be', se ne va la Gelmini che con i nostri soldi finanzia sempre più le scuole private e taglia il pubblico. Lavitolase n'era già andato e non è riuscito  fare il ministro, ma nel prossimo miracolo italiano avremmo trovato un posto anche per lui.
Dal 1994 a oggi tanta pubblicità, poi dieci anni di governo quasi ininterrotti raccontando verità che non esistevano, utilizzando il populismo e gli slogan, le comparse e grandi sceneggiature per trasformare l'Italia in quello che non è. L'ultimo colpo di coda cercare di dimostrare che se i ristoranti sono pieni la crisi non esiste, una frase da bar più che da premier, l'ultimo affondo che lo ha definitivamente escluso dal mondo dei sani di mente. E' da luglio che questo governo provava a fare una riforma che non toccasse le lobby e uccidesse il popolino... non ci sono riusciti e, guardandosi intorno, hanno trovato piazze sempre più piene, scioperi sempre più partecipati, indignados sempre più indignati. Non hanno ceduto solo ai mercati, ma al rischio che la situazione esplodesse definitivamente.
L'Italia di oggi non sta meglio, e ripulire ciò che è stato, e che è ancora, il berlusconismo non sarà facile. Togliere dalle menti della gente l'idea della ricchezza facile, del benessere scontato, della democrazia che esiste abbattendo le magistrature e aumentando i poteri di uno a discapito dei diritti di tutti non sarà facile. Perché molta gente ci ha creduto e ci crede ancora. Molta gente non guarda alle idee ma alla persona, ha bisogno di un sorriso rassicurante e di due balle raccontate ogni tanto per convincersi che qualcuno che farà tutto per loro e nel loro interesse esista, così non dovranno sbattersi nemmeno un po' e i regali pioveranno dal cielo nella notte di natale e noi, con spumante e panettone, ci siamo rifatti una verginità ogni anno. E' presto per dire come finirà. La speranza è che da domani il Parlamento non sia più una sala scommesse, un bordello, un luogo dove corrompere e comprare voti, dove calpestare la Costituzione e le norme più elementari di democrazia.
Abbiamo ancora tanto da lavorare in Italia, sui noi stessi in primo luogo. Per capire cosa possiamo essere e cosa dovremmo essere. Da un anno e poco più l'impero politico di Berlusconi, unico e definitivo premier del centro-destra al netto delle favole su Alfano a capo del PDL, scricchiolava. Ben prima che i mercati si scatenassero. Ben prima che le amministrative di primavera e i referendum lo affossassero. Oggi l'impero è crollato e con lui rischia di scivolare tutto l'impero economico finanziario che senza coperture politiche e leggi ad aziendam potrebbe ritrovarsi in quel tanto decantato libero mercato che proprio il suo padrone ha tenuto stretto tra le grinfie del proprio interesse. Uno scontro che persino un grande impero come quello del gruppo di famiglia potrebbe perdere perché, come diceva Mumia Abu Jamal, "gli imperi di oggi, le ceneri di domani". Intanto ci accontentiamo che oggi sia un'Italia migliore di ieri. E non è poco.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :