Per oltre 30 anni le è bastato presentare alla Posta un'autocertificazione che attestasse l'esistenza in vita per riscuotere la pensione del padre morto. La donna, che oggi ha 72 anni, e vive a Torino, è stata denunciata dalla Guardia di finanza di Torino per truffa e ha già restituito l'intera cifra indebitamente incassata, pari a circa 150.000 euro.
Secondo quanto accertato dai finanzieri, per tutti questi anni si è presentata mensilmente agli sportelli dell'ufficio postale della zona di residenza del padre e nessuno dei funzionari si è mai insospettito vedendo che l'uomo, di cui la donna aveva una delega firmata, non si presentava mai di persona.
Ancora maggiore fiducia è stata quella riposta dai funzionari di una banca di Torino in un uomo, che oggi ha 69 anni, che invece è riuscito a far spostare il conto corrente che aveva cointestato con il nonno da un'agenzia a un'altra della stessa banca.
Quando è stata presentata la richiesta di trasferimento del conto firmata dall'anziano pensionato, quest'ultimo era già morto da sei anni e nessuno degli addetti della filiale si è preoccupato di chiedergli che, come da procedura, il parente si presentasse personalmente per firmare la richiesta di trasferimento.
Su quel conto era versata mensilmente la pensione che l'uomo, che è stato denunciato, ha continuato a incassare. Le due storie sono emerse nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Torino, che ha portato alla denuncia di 129 persone che - secondo quanto accertato - hanno intascato pensioni di parenti e conoscenti che in realtà erano deceduti da tempo.
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