di Nicola Pucci
Gira e rigira la zuppa, seppur prelibata, è sempre quella: Nadal, Djokovic, Federer e Murray, i soliti noti che si dividono gli appuntamenti che contano.
Novak Djokovic – da tribune.com.pk
L’isolotto di Key Biscane davanti a Miami è sede del secondo Master 1000 stagionale, come d’abitudine in successione all’evento di Indian Wells che regalò sorprese e pure una gran gioia tricolore. Stavolta i mammasantissima della racchetta denuciano in blocco buona forma e ambizioni feroci e quel che ne vien fuori son partite di eccellente levatura. I dodici più forti al mondo sono in lizza agli ottavi, ad eccezione del povero Del Potro che, mentre i colleghi si affrontano a colpi di bazooka, è sotto i ferri per il polso sinistro che lo terrà lontano dai campi fino al 2015. Tra questi c’è anche il sanremese Fognini, che sopravvive a Bautista-Agut ma cede netto a Nadal, 6-2 6-2; il talento smisurato di Dolgopolov e le gambette rapide di Nishikori hanno la meglio di Wawrinka e Ferrer, entrambi in scadente condizione atletica.
Il sorteggio ha piazzato Djokovic, Federer e Murray nella parte bassa del tabellone ed i quarti di finale regalano combattimenti accesi e qualche colpo proibito. Il serbo contro il britannico è match che si lascia guardare, anche se Andy è ancora lontano parente del campione che fu e soccombe in due set, pagando dazio al clamoroso errore del giudice di sedia che non vede la netta invasione di campo di Nole sul primo punto del 6-5 e calando nel secondo set da 3-2 e servizio al 3-6 finale. Quel che non ti aspetti succede dopo, con Federer che non conferma il buon livello delle ultime settimane lasciando via libera a Kei Nishikori che bissa la vittoria dell’anno scorso a Madrid, mentre Nadal abbatte di contraerea i missili di Raonic uscendo alla distanza dopo aver ceduto 6-4 il primo set e Berdych stoppa l’ascesa di Dolgopolov.
Quel che succede, anzi non succede, in semifinale è qualcosa di mai visto nella storia del tennis open. Nishikori prima è costretto ad alzare bandiera bianca per un problema all’inguine liberando la strada a Djokovic che ringrazia e vola in finale, qualche ora dopo poi è la volta di Berdych annunciare l’abbandono per via di una gastroenterite proiettando così Nadal all’ultimo atto di Miami dove il maiorchino non ha mai vinto.
Incrocio numero 40, dunque, quello che oppone Rafa a Nole, con lo spagnolo a condurre per 22 a 17. Ma il serbo è reduce dal trionfo di Indian Wells, è in fiducia (come si dice in gergo tennistico), inoltre da queste parti già tre volte appare in albo d’oro – nel 2011 battè proprio Nadal – e dopo aver annullato una palla-break nel primo gioco dell’incontro strappa a sua volta il servizio all’avversario per il 4-2 che poi diventa 6-3. Djokovic ha la chiave del successo nelle corde della racchetta breakkando subito nel secondo set, a Nadal mancano le armi per invertire l’inerzia del match e senza esitazione alcuna Novak porta a casa il duplice 6-3 a referto. Il poker è servito e qualche dubbio su chi sia attualmente il più forte del pianeta tennis mi sorge spontaneo.
Serena Williams e Li Na – da tennisworldusa.org
In Florida si esibivano anche le fanciulle ed è stata l’occasione per ritrovare wonder-Serena al top. Williams ha vinto il torneo per la settima volta in carriera ma non ha avuto vita facile. L’ha messa in difficoltà Caroline Garcia strappandogli un set, ha provato a farla deragliare Sharapova incapace di conservare il break di vantaggio sia nel primo che nel secondo set, ha retto un set Li Na in finale per poi arrendersi col punteggio di 7-5 6-1. Serenona è ancora viva, avevate qualche dubbio?
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