ti diro' tutto, senza segreti.
William Shakespeare(1564-1623)
INGREDIENTI(stampo a ciambella)250 gr di farina 00250 ml di Moscato d'Asti200 gr di zucchero125 gr di burro2 uovaun pizzico di saleuna bustina di lievitoqualche goccia di estratto naturale di vanigliaPER LA GLASSA:100 gr di cioccolato biancoq.b. di Moscato d'astiq.b. di Amaretti sbriciolati
Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, quindi, sempre montando, aggiungervi le uova, una alla volta, unirvi la vaniglia e quindi, non smettendo di lavorare con le fruste amalgamarvi il composto di farina, sale e lievito alternato al Moscato fino a completo utilizzo dei due componenti. Il composto dovrà risultare gonfio e ben areato.Versare il composto in uno stampo a ciambella precedente imburrato ed infarinato e infornare a 180° per circa 40 minuti. Lasciare raffreddare bene, poi togliere dallo stampo.Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato bianco diluito con un goccio di Moscato (quanto basta per renderlo lavorabile);quindi versarlo sulla superficie del dolce e ricoprire il tutto con qualche amaretto sbriciolato.
Il Moscato è un vitigno eccezionale che regala vini raffinati da Sud a Nord della penisola italiana fin dalla notte dei tempi e che, sicuramente, almeno una volta nella vita, ci sarà capitato di degustare in una delle sue tante versioni.Questo vitigno, che è possibile trovare in quasi tutta Italia seppur con differenti nomi a seconda dei dialetti, rappresenta attualmente una delle uve più importanti e diffuse per superficie vitata. L’origine di questa vite ci arriva fin dall’antichità e pare che le prime tracce siano da ricercarsi nella zona medio-orientale del Mediterraneo. A contribuire alla diffusione del Moscato, inizialmente nelle regioni del sud Italia, furono i Greci durante la loro opera di colonizzazione della Magna Grecia mentre, a portare questa uva nel centro e nel nord Italia ci pensarono i veneziani che, grazie ai loro scambi commerciali, riuscirono a farla arrivare e farla apprezzare anche in tutto il nord Europa.Se un poco di chiarezza la ritroviamo nella sua origine, per quanto riguarda il nome, viste anche le tante varietà tipiche della specie, esistono parallele origini che lo vedono citato nell’antica Grecia con il nome di Stico, Melampsithia e Psithia, per poi ritrovarlo durante tutta la storia dei Romani, con i nomi di Vennucolo e Sticula. Anche Catone cita una varietà di uva “apicae“, ovvero delle api (nome che probabilmente gli era stato attribuito per l’intensa attrazione che questi insetti hanno per il suo profumo), ma solo nel medioevo vediamo spuntare per la prima volta il nome Moscatello, che diverrà poi nel, diciassettesimo secolo, Moscato, facendo chiaramente riferimento all’odore intenso di questa uva giunta a maturazione che ricorda il profumo del muschio.