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Tra il dire e il fare...

Creato il 12 aprile 2011 da Nina
Tra il dire e il fare...c'è di mezzo e il. Yes, I'm joking, of course.Sappiamo tutte come finisce il proverbio, così come sappiamo che con il mare si intende tutto quello che si mette in mezzo tra noi e la realizzazione pratica di un'intenzione, per quanto forte e radicata essa sia dentro di noi. Quel mare può contenere il tempo dell'attesa o della riflessione, oppure ostacoli e imprevisti che ci rallentano, fattori esterni insomma, oppure paure che ci paralizzano. Quel mare è dinamico e vivo, cresce e decresce continuamente secondo i capricci delle maree. E ogni volta lascia sulla riva della spiaggia qualche dono inaspettato. E così è stato per me.
E' stata una settimana dura, difficile. L'unico balsamo per questa spiaggia sono state le vostre conchiglie, le vostre storie di vita, le vostre parole vere. Che mi hanno fatto compagnia, mi hanno emozionata e mi hanno anche fatto riflettere sulla mia di storia: se avessero chiesto a me di scriverla cosa avrei raccontato? Mi sono resa conto che a un certo punto, bruscamente, si sarebbe interrotta e io non avrei saputo come proseguirla. Come continua la mia di storia da adesso in poi? Il prima lo conosciamo tutte, è qui nero su bianco, in questo blog, ma il resto, il dopo, cosa viene dopo? Questa constatazione mi ha paralizzato, mi ha messo di fronte ai miei limiti, alle mie domande senza riuscire a trovare una risposta. Confusione, dubbio, rabbia, disorientamento, saturazione massima, stanchezza, voglia di mollare tutto, senso di inadeguatezza, paura di non farcela e non sapere neanche da dove partire.
E' accaduto che dopo la mareggiata il mare si è di nuovo ritirato su se stesso e che, dopo aver fatto emergere frammenti vivi di me, li abbia poi depositati sulla sabbia, all'asciutto, scoperti e senza più protezione. Avevano la forma nota di una conchiglia, la mia. E così anche stavolta io l'ho raccolta. Proverò ad aprirla con voi e per voi. Proverò a raccontarmi, di nuovo.
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LA CONCHIGLIA DI NINA La mia ricerca. Atto secondo
TRA IL DIRE E IL FARE... Illustrazione di Francesca Ballarini
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Credevo che desiderare veramente un figlio significasse fare tutto il possibile per averlo, e farlo subito.Credevo che l'iter della donna perfetta fosse il seguente: provo per diverso tempo, non arriva nulla faccio gli accertamenti, mi dicono che la mia strada è la fivet, mi prendo il tempo per metabolizzare - e fin qui posso dire che sono stata impeccabile - e poi una volta scoperta la soluzione io parto all'attacco immediatamente.Ero convinta e non chiedetemi perchè, che la voglia di essere madre si misurasse con la capacità di far fronte e reagire IN FRETTA, senza ripensamenti, fiondandosi sulla fivet. Nessun tentennamento, vuoi una cosa donna? Te la vai a prendere perchè i mezzi ce li hai. Nessuno spazio per dubbi o domande, debolezze o quant'altro che il tuo tempo di elaborazione te lo sei preso, ti sei ricaricata e adesso dimostra la tua forza, dimostra a te stessa e a al resto del mondo che tu questo figlio lo vuoi sul serio. Ci si aspetta da te tempi di reazione rapidi, ci si aspetta che tu sia forte e tenace che il tempo stringe e tu ne hai usufruito abbastanza. Cosa attendi se hai capito che la fivet è la tua strada? Perchè non fai quella telefonata, perchè non cominci il percorso? Allora non è vero che lo vuoi più di tutto, che faresti di tutto. Questo è il momento di provare a te stessa e a Lui che sei decisa, che il tuo istinto di maternità è ben radicato e tu fai sul serio. Allora perchè ti chiudi a riccio e sfuggi come chi non ne vuol sapere, ti ostini a rifiutare l'evidenza dei fatti e temporeggi e rimandi? Hai solo paura, o c'è dell'altro?Perchè sfuggi come la peste chi ti parla di figli, al solo suono tu ti fai rigida e dura, ti incupisci, l'espressione sul tuo volto si fa seria e triste? Eppure anche tu puoi avere la tua chance, questo è appurato. Anche tu, voi, avrete il frutto del vostro amore, solo in modo alternativo. Allora cos'è tutta questa distanza che stai mettendo tra te e la possibilità concreta di un figlio? Tu non ti muovi  e non agisci, tu non hai voglia di imbarcarti in questa impresa, tu non stai facendo tutto ciò che è in tuo potere per creare la vita, tu non ne vuoi parlare, ergo tu non lo vuoi davvero, non ne sei convinta fino in fondo, con tutta te stessa.
Arriva un momento, nella vita di una donna, in cui  si fa impellente il bisogno di rispondere in tutta onestà ad una domanda precisa. Per anni diamo per scontato di desiderare un figlio, con tutto il cuore, l'anima, il fegato e lo stomaco (più annessi). Che è una questione viscerale, è puro istinto, è la natura che ce lo detta, è un imperativo biologico, funziona così come te lo spiego tanto non capiresti perchè non sei donna, tu non hai l'orologio che incalza è così puntoebbasta. Ma lo è sempre e in ogni circostanza? Si. Conosce cedimenti ma di fondo la natura di quella volontà rimane immutata. E' un assioma, un assunto di partenza, ma non può essere un dogma. Arriva il tempo dell'esame di coscienza, arriva il momento in cui te lo devi chiedere di nuovo, in cui la scelta và rinnovata e se riesci a farlo non solo la risposta potrebbe sorprenderti, ma addirittura potrebbe non piacerti affatto. Perchè se il dialogo che hai intrattenuto con te stessa somiglia anche pur lontanamente a quello di cui sopra, tu non puoi ammettere a te stessa (figuriamoci accettare) che una parte di te potrebbe pensarla diversamente e, orrore, voler anche essere ascoltata una volta per tutte. E così fai il possibile per metterla a tacere, eviti ogni situazione che potrebbe metterti di fronte a quella verità, escludi intere porzioni di realtà, camuffi, nascondi, fai immensi giri di parole, immensi contrutti e castelli interpretativi per non rispondere a questa semplice domanda: "Ma tu un figlio lo vuoi adesso?" In questo preciso momento della tua vita, sapendo tutto quello che comporta (e non si parla di una sana trombata, ormai lo sappiamo) provare a metterlo al mondo, sapendo l'investimento di energie psichiche e fisiche, lo vuoi? Non te la fai perchè la risposta già la sai ed è grosso modo: che cazzo di domanda è mai questa! Ovvio che lo voglio, dopo tutte le fatiche i pianti, le attese, farei la figura dell' ipocrita, sarebbe come tradire me stessa e Lui e tutti quelli che mi hanno vista soffrire, cosa penserebbero di me se dicessi...se dicessi che io...adesso...
Per me quel momento è arrivato, mi sono posta LA domanda e mi sono anche data LA risposta: quella che fa male, che scatena incontenibili sensi di colpa, che spinge a credere che così facendo non solo deludi te stessa ma chi in te credeva e riponeva le sue aspettative (ma chi diavolo è tutta sta gente poi, l'avessi mai incontrata di persona una volta dico una). E la risposta è: "Io un figlio non lo voglio, adesso". In assoluto si che lo voglio, lo desidero con tutta me stessa e so che lotterò e farò di tutto. Ma se devo essere sincera (azz che fatica) io in questo momento della mia vita non ho le forze, l'energia, la voglia o l'intenzione di fare la fivet. Perchè ho capito che le priorità adesso sono altre e diosolasa quanta sofferenza e lacrime mi è costato arrivare ad ammetterlo: una settimana di cordoglio, di fughe strategiche, di raggiri mentali per mentire a me stessa e non sentire il senso di colpa che mi diceva: non puoi mettere avanti tutto il resto, un figlio è LA priorità, oppure vuol dire che non lo vuoi abbastanza. Rimandare significa aspettare ancora e tu sei stanca di aspettare. Tu lo vuoi e lo vuoi sopra ogni cosa, è il tuo desiderio più grande, vuoi ancora star male nell'attesa? E a Lui non ci pensi?
La verità è che ora, in questo momento, l'idea di cimentarmi in tutto quello che comporta la fivet, mi toglie il fiato. Io, adesso, non ce la posso fare. Io adesso sento di dovermi concentrare su quello che ho, che mi appartiene, che mi fa stare bene, e migliorarlo, se posso. E questa decisione di oggi non mi rende meno degna, perché fermarsi e fare spazio anche ad altro, nella propria esistenza, non significa non avre una volontà forte o che il mio desiderio non è poi così reale. Significa solo che ho bisogno di tornare a respirare. Che sono stanca di vedere un problema da risolvere in ogni cosa che faccio, compresa quella di mettere al mondo il frutto del nostro amore. Significa che se mi sento satura e spossata e l'unica cosa che mi fa sorridere e mi regala sprazzi di colore e felicità è quando andiamo in giro a vedere le case, per trovare la nostra tana, allora è questa LA priorità, adesso
E vi assicuro che dopo aver accettato questo mi sono sentita come se qualcuno avesse aperto le finestre dentro me e l'aria e la luce avessero ripreso a circolare, liberamente. E poi, dopo averne parlato con Lui, ho scoperto che provava le mie stesse emozioni. Il consenso è stato unanime.
Perchè l'unica certezza che possiedo ora è la mia vita, il mio amore e tutto quello che voglio è una casa nuova da abitare con la nostra creatività e la nostra vitalità. Il resto poi verrà. E io non voglio perdermi questo momento così magico, trascurarlo, farlo passare in secondo piano perchè la mia Caccia a un figlio a tutti i costi deve venire prima di tutto. No, non ci sto, perchè prima di tutto ci siamo Io&Lui, il nostro benessere. Voglio riassaporare la spensieratezza, la leggerezza d'animo, i suoi occhi che bucano i miei, tornare ad apprezzare il senso delle parole Progetti per il futuro e Fare un figlio, senza avvertire in me quel senso di pesantezza al cuore che toglie il sorriso e rende ciechi e sordi agli stimoli della vita. La scelta di una casa da comprare, in cui costruire il tuo domani, l'impresa di un figlio, di una fivet, sono due cose grandi e importanti nella vita di una coppia che necessitano di due spazi distinti e separati e di tutte le energie che abbiamo a disposizione e io lo avevo scioccamente sottovalutato.Certe scelte vanno dosate, ponderate, prese e seguite con una serenità di spirito necessaria e indispensabile. Certi momenti vanno seguiti e accompagnati con dedizione, calma, ascolto per poterne apprezzare tutto il potenziale intrinseco. Certi momenti della vita, certi fatti, hanno bisogno di tutta la nostra partecipazione, di tutto il nostro esserci, della nostra presenza totale.
Per questo adesso no, non sarebbe il momento adatto. Adesso però. Domani si e non voglio più avere fretta. Perchè ho tempo, abbiamo tempo, ci appartiene già, è nostro. Ti sfugge se non lo vivi, se lo utilizzi come un contenitore da riempire con cose da fare, di fretta, tutte insieme. Ora so qual è la mia strada, quella che ci porterà ad essere Mamma&Papà e se non mi è dato il lusso di scegliere il Come farlo, voglio almeno prendermi il lusso di decidere il Quando. E sapete qual è il lato ironico in tutta questa storia? Che stavolta la Mamma Ragioniera sarò io. Perchè se c'è un lato positivo in tutto questo è che stavolta sono io Quella che può programmare e decidere la nascita di suo figlio. Io voglio, io posso. Perchè esiste la PMA. Tiè. E vista così, cacchio, è un altro paio di maniche, come suol dirsi. Mi posso permettere di decidere quale sia il momento migliore per noi, quello giusto, quello sensato. Che non ho nessuna fretta la vita è lì e mi aspetta con le sue sorprese e i suoi regali, perciò posso scegliere con tutta calma quando decidere di scartarli. Voglio tornare a sognare che tutto è possibile anche per me, che c'è un tempo per tutto santa innocenza e santa ingenuità. Perchè questo pensare, rimuginare, correre e affannarsi come se tutto fosse un problema impellente da risolvere e dipendesse solo da me, tutto questo prendermi troppo sul serio, queste inutili aspettative mi hanno fatta invecchiare di 10 anni in una settimana con il solo e unico risultato che mi sono trovata così noiosa da non riuscire neanche più a darmi retta da sola, a intrattenere uno straccio di dialogo interiore senza arrivare a dire che palle diomio, ma come mi sono ridotta?
Bisogna avere il coraggio di fare delle scelte, che troppo spesso lasciamo che siamo la vita e le circostanze a farlo per noi.
E adesso vediamo quanto dura.
TRA IL DIRE E IL FARE...

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