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Tu m’hai sì piena di dolor la mente – Guido Cavalcanti

Creato il 19 agosto 2014 da Destinazione Libri @destinazionelib

Ritorna oggi la nostra rubrica Destinazione estroversi, sempre più attiva, oggi vi proponiamo questa poesia, non troppo conosciuta dal pubblico letterario, ma a parere nostro molto bella e profonda. 

 

Tu m’hai sì piena di dolor la mente,

che l’anima si briga di partire,
e li sospir che manda ‘l core dolente
mostrano agli occhi che non può soffrire.

Amor, che lo tuo grande valor sente,
dice: “E’ mi duol che ti convien morire
per questa fiera donna, che niente
par che piatate di te voglia udire”.

I’ vo come colui ch’è fuor di vita,
che pare, a chi lo sguarda, ch’omo sia
fatto di rame o di pietra o di legno,

che si conduca sol per maestria
e porti ne lo core una ferita
che sia, com’egli è morto, aperto segno.

parafrasi  

Tu mi hai riempito la mente di tanto dolore, che l’anima si dà da fare per partire e i sospiri che emette il cuore dolente, rivelano alla vista che questo non può più sopportare oltre.

Amore che sente la tua grande forza dice: mi dispiace che tu debba morire per questa donna crudele che sembra non volere avere pietà di te (non voglia neppure sentire parlare di te).
Io vado come chi sia privo di vita e che, a guardarlo sembra che l’uomo sia fatto di rame o di pietra o di legno, che si muova solo per l’ingegno di chi lo ha costruito e porti nel cuore una ferita, che è il segno evidente che egli è morto.

 

Livello metrico
Il sonetto è costituito da due quartine a rime alternate (che seguono la forma più antica), e due terzine a tre rime, secondo lo schema ABAB-ABAB; CDE-DCE.

 

Buona lettura

Alessandra e Veronica

 



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