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Tunisia, il profumo della liberta'

Creato il 16 gennaio 2011 da Dragor

Gelsomino_fiore   PER UNA VOLTA un paese arabo ci offre 2 “prime” mondiali: la prima rivoluzione in un paese arabo e la prima rivoluzione numerica. Questo paese è la Tunisia. Avete capito, amici algerini, egiziani, libici, irakeni, siriani, palestinesi, sauditi, yemeniti, cittadini degli emirati? Non siete obbligati a subire i tiranni che vi opprimono, non siete costretti a sopportare i barboni che non soltanto vi guastano la vita ma vi rovinano la reputazione. Dovete soltanto seguire l’esempio dei vostri fratelli tunisini e anche voi potrete respirare il profumo inebriante della libertà. Non abbiate paura, la dittatura è una tigre di carta. Il popolo unito non sarà mai vinto.  Forse non avete una stampa libera, ma niente paura: i tiranni non potranno sopprimere tutti i social  network.  Malgrado un ferreo controllo di tutti i motori di accesso a Internet, Ben Alì non è riuscito a mettere la museruola ai rivoluzionari.  Molto prima che il tiranno tagliasse la corda, si erano già impadroniti di Facebook per diffondere le loro informazioni. Su Twitter hanno lanciato gli appelli a manifestare, utilizzando spesso dei messaggi in codice per ingannare la polizia. Molti video di questi siti sono stati ripresi dalle TV del mondo intero, le sole immagini della rivoluzione a uscire dal paese. Facebook ha anche ricevuto l’appoggio massiccio dei tunisini all’estero.

  FRA QUESTI c’è il mio amico Akim che finalmente può ridiventare Sami Bacha.  Per 24 anni il povero Sami si è dovuto nascondere sotto un falso nome perché nel 1987 aveva partecipato a una rivolta del pane ed era condannato a 10 anni di lavori forzati. Finalmente non teme più di essere scovato da uno dei tanti scagnozzi infiltrati in ogni paese, in ogni associazione, perfino nelle famiglie. Scagnozzi di Ben Alì ma soprattutto del clan Trabelsi, la quello della moglie Leïla, la presidentessa e seconda moglie del tiranno di Cartagine.  Quale sarà l’avvenire della nuova Tunisia? “Sì, Ganouchi fa parte del sistema”, dice Sami, riferendosi al capo del governo provvisorio. “Ma in tutta la Tunisia non troverete nessuno che parli male di lui. Non aveva potere ma è un uomo onesto.” La morale di questa rivoluzione lampo? “La Tunisia dev’essere un esempio per tutto il mondo arabo. Gli altri popoli possono attingere dal nostro successo la forza per sbarazzarsi dei loro tiranni senza cadere nell’estremismo religioso. Se potessero ritrovare la loro dignità di esseri umani semplicemente liberi, sarebbe il più bel giorno della mia vita.”  

   FORSE DOMANI ci vedremo più chiaro, ma adesso godiamoci il presente. Nel pomeriggio è prevista una grande manifestazione in place Masséna a Nizza con la partecipazione di tutti i 120.000 tunisini delle Alpi Marittime, di Sami e naturalmente di

  Dragor


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