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Tutti nudi, grazie

Da Miwako
La testa sotto il pelo dell'acqua, osservavo le mie braccia vogare, qualche secondo dopo i piedi; i rumori ovattati e quel bell'uomo in direzione opposta, che mi guardava dietro un paio di occhialini chiari.Uscii dall'acqua dopo 40 minuti.Il dorso a bracciata doppia è il mio stile preferito, anche se mi rendo conto che fumo troppo e nuoto troppo poco per sostenerlo a lungo.Feci una doccia breve, c'erano le mamme e i bambini e tutti aspettavano di fare la doccia.Avvolta nell'asciugamano, legai i capelli sorpa la nuca per impedir loro di gocciolare troppo copiosamente.Una bambina mi osservava mentre ci vestivamo."Anch'io voglio vestirmi da sola quando sarò grande""Si, quando sarai grande. Ora smettila di fissare la signorina, curiosona!"Mentre lo disse, la nonna le afferrò il volto per distogliere i suoi occhi dal mio corpo.C'era pure un bimbo, avrà avuto poco meno di sei anni. Ad aiutarlo, una ragazza molto giovane, sorella, cugina, baby sitter, o giù di lì. Anche lui sbirciava incuriosito. La ragazza gli sorrise e gli disse di non guardarmi così insistentemente, che era tutto normale.Mi guardai intorno, notai che molte delle presenti si vestivano con complicate acrobazie, per evitare di mostrarsi nude; rivolte verso gli armadietti, sembravano voler scomparire in accappatoi che puzzavano di vergogna e moralismo. E anche un po' di giornaletto scandalistico.Pur non essendone particolarmente dotata, ho rispetto del senso del pudore altrui. Ma quando ci sono di mezzo i bambini, non riesco a non crucciarmi della malizia sesso-centrica (e spesso inconsapevole) con cui le persone si approcciano alla nudità.Quei due bambini, dal basso dei loro cinque anni, erano naturalmente curiosi di capire come funziona, in cosa siamo diversi, perché, com'è fatto un corpo adulto rispetto al loro. E in un'età come quella, in cui, più che mai, l'unico strumento d'indagine del mondo è il paragone con sè stessi, trovo estremamente vile instillare prematuramente in loro il senso della vergogna.Perché il pudore è un'altra cosa; va bene cercare di trasmettere il valore del proprio corpo, il significato culturale dello scoprirsi e del coprirsi, ma di lì a suggerire che, pure in luoghi deputati come gli spogliatoi, ci si debba vergognare della propria nudità e abbassare gli occhi per evitare che uno sguardo risulti indiscreto, ce ne passa di acqua sotto i ponti.Acqua inquinata, inquinata di moralismo cristiano, di sesso, di estetica imperante, di rapporti malsani con il proprio corpo.Gli occhi bassi e l'imbarazzo di alcune delle presenti nel prendere atto della mia mancanza di imbarazzo hanno, per un attimo, intaccato le mie certezze, fino a farmi sentire a disagio, quasi in colpa per la mia carenza di senso del pudore. Poi sono rinsavita; eccheccavolo, eravamo in uno spogliatoio, innanzi tutto, non in coda alla posta; in secondo luogo mi stavo asciugando per poi rivestirmi, mica mi stavo esibendo in uno streap tease avvinghiata allo stipite di un armadietto; terzo, è mai possibile che persino in un luogo come quello le persone siano incapaci di un atteggiamento rilassato nei confronti della nudità?Quando ero in Finlandia (lo so, il 45% dei miei post contiene questa frase, ma che ci posso fare? Tra un po' leggerete "Ora che sono a Bruxelles", ma per ora questo è quanto passa al convento!), nelle piscine, nelle palestre, nel palazzo in cui vivevo, mi è successo spesso di trovarmi a fare la sauna con altre ragazze della mia età, ma anche nonne, mamme e, talvolta, i loro bambini. Non ho mai avvertito niente di simile a questa specie di ammonimento per la mia mancata vergogna, tanto meno mi sono trovata in situazioni di disagio o imbarazzo. E non perché io e tutti le finlandesi siamo fiere e sicure del nostro corpo, ma perché eravamo solo persone che facevano una sauna nude. Punto. Nessuna malizia, nessuna vergogna, solo un'assoluta naturalezza.E' paradossale, eppure la maggior parte delle persone non riesce ad essere nuda nemmeno senza i vestiti addosso. Semmai avrò figli, giuro che istituirò la giornata settimanale del "TUTTI NUDI"; così, per non dimenticarcelo che siamo semplicemente buffi animaletti, talmente abituati a coprirsi di stracci e orpelli che finiamo per gridare allo scandalo alla vista di un capezzolo.

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