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Tylde a Pianocity – Milano

Da Lacrespa @kiarastra

ImmagineIeri sera le mie padrone si sono messe le scarpe. Ho capito che stavano per uscire. Bene – ho pensato- casa libera!, invece poi mi hanno chiamata e mi hanno messo il guinzaglio.

Io sono subito entrata in ansia: quando tutto il branco esce si prospettano di solito questi scenari apocalittici.

  1. si va dalla tipa vestita di azzurro che di solito mi tagliuzza, mi punge, mi palpa, mi addormenta e dopo non mi sento mai troppo bene,

  2. si va nella carrozza di ferro a passare un tempo indefinito in un loculo con un letto e delle valigie, e dove si sente un rumore infernale

  3. mi si smolla a qualche sconosciuto.

Niente di tutto questo. Le padrone mi hanno portato in giro, in quella che gli umani chiamano attività mondana.

Siamo andate in un bel posto: c’era un prato bellissimo, ma io non potevo correre perchè mi si teneva sempre al guinzaglio. Non avendo libertà non ho potuto al meglio godere dell’opportunità, quindi non stavo mai ferma, cercavo conforto in qualsiasi umano mi capitasse a tiro, e avevo tanta sete.

Alle mie padrone si erano aggiunte altre persone: ho riconosciuto l’odore dei nipotastri delle padrone, un maschio e una femmina, poi gente nuova che ho comunque archiviato.

C’erano altri cani, cani più educati e calmi di me, che mi hanno spiegato che stavamo nel Parco di Villa Reale, di fronte ai Giardini di Porta Venezia. – Non li conosci?- mi hanno chiesto e io gli ho risposto che l’unico parco che conoscevo era il Carroponte. I miei colleghi cani si sono guardati alzando gli occhi al cielo: mi hanno detto che il Carroponte fa molto proletariato e che da un cane come me non se lo sarebbero mai aspettato. A me il Carroponte piace invece. Comunque questi cani snob mi hanno detto che ci sarebbe stato un concerto live al pianoforte. Infatti poco dopo è iniziata una musica che però mi agitava molto: la mia padrona crespa continuava a chiamarmi TyldeMannaggiamambata, il che accade quando la sto facendo arrabbiare. La mia padrona crespa comunque mi sembrava gradisse: il tipo che suonava, un certo Hauschka, -diceva- , era molto bravo, e, per dare dei suoni particolari al piano inseriva tra le corde dello strumento diversi oggetti, dalle palline da ping pong che saltavano da una parte all’altra spinte in aria dai martelletti, allo scotch che dava un suono legnoso al piano.

Poi ha iniziato a lampeggiare e a piovere. Quelli sono stati momenti difficili. Infatti a causa dell’alta concentrazione di umani la mia padrona ha dovuto prendermi in braccio e io non è che stessi comodissima, ma è stato necessario per non finire come un tappetino schiacciato sull’erba.

La mezz’ora successiva è stata caratterizzata dall’incertezza meteorologica: io sapevo che non avrebbe piovuto, me lo diceva il mio meteo canino, ma non sapevo come spiegarlo alla mia padrona.

Alla fine non so perchè hanno deciso di tentare anche perché dopo ci sarebbe stato un certo Ludovico Einaudi ad esibirsi, motivo principale per cui LaCrespa aveva eccezionalmente deciso di uscire.

Insomma ritorniamo nel parco, ma prima di arrivarci a me è venuto da pisciare nel cortile di Villa Reale, lì sui sanpietrini mentre LaCrespa continuava a biascicare TyldeMannaggiamambata…oh, mi scappava!

Quando siamo arrivate il concerto è iniziato subito…questa musica mi ha un po’ calmato, era propria bella, tutto silenzio intorno e solo quelle note che volteggiavano per l’aria. Poi un attore, un certo Filippo Timi, ha recitato tre monologhi incentrati sul tema del pianoforte, uno più bello dell’altro mentre il signor Einaudi lo accompagnava con la sua musica.

LaCrespa era molto felice.

Infatti poi ha smesso di chiamarmi Tyldemannaggiamambata.



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