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Cappuccetto Rosso-Valerie (Amanda Seyfried)
Avendo tempo fa parlato abbastanza diffusamente del film di Neil Jordan In compagnia dei lupi", mi sono quasi sentito in obbligo di andare a vedere l'appena uscita opera, intitolata in italiano "Cappuccetto Rosso Sangue" (semplicemente "Red Riding Hood" quello in lingua originale), della regista americana Catherine Hardwicke, reduce dal grande successo ottenuto con il primo episodio dedicato alla saga dei vampiri adolescenti di "Twilight".
Ero più che altro curioso di verificare quali comunanze avrei potuto trovare tra le due opere e quali differenze, nella interpretazione e nella analisi dell'antica fiaba.
In realtà ho ben presto compreso che il film della Hardwicke con Cappuccetto Rosso, nonostante il titolo, aveva ben poco a che fare, se non qualche richiamo alle più famose frasi del racconto, quelle che tutti conoscono, tanto per giustificare il collegamento alla favola, oltre alla immancabile
mantellina rossa con cappuccio fatta indossare alla protagonista.
Cappuccetto Rosso-Rosaleen (SarahPatterson) e il Cacciatore (Micha Bergese)
La bellezza algida della 25enne Amanda Seyfried può fare tutto tranne che richiamare i turbamenti e le esitazioni di un' adolescente ormai prossima ad entrare nel mondo degli adulti (quando la giovanissima Sarah Patterson scelta da Jordan nemmeno era in grado di comprendere in pieno il significato di cosa il regista voleva che facesse).
Solo un accenno della madre a Valerie (nome attribuito alla Cappuccetto del film) ancora bambina a non dare confidenza agli estranei, proprio all'inizio del film, e le frasi sulla grandezza delle orecchie, dei denti etc, pronunciate dalla nonna in un sogno premonitore della protagonista, ci ricordano che stiamo guardando Cappuccetto Rosso, mentre il film prende subito la strada del giallo sentimentale, costruendo la storia vista e rivista della giovane innamorata del povero ma bello ma destinata in sposa ad un altro più ricco.
In questo caso la storia è complicata da un terzo incomodo: il sanguinario licantropo che pretende la bella per se, minacciando lo sterminio del villaggio pur di averla.
Il problema del film è che l'enigma dell'identità del licantropo è fin troppo facile da intuire, togliendo al racconto ogni possibilità di appassionare lo spettatore e di sorprenderlo, nonostante la musica ossessiva e gli improvvisi cambiamenti di scena, tipici di questo tipo di pellicole.
Una cosa in comune in realtà i due film ce l'hanno. In entrambe, all'inizio della storia, la sorella della protagonista viene uccisa dagli uomini lupo.
Credo si tratti solo di un caso, perché non c'è nessun collegamento tra le due opere e non credo proprio che la Hardwicke abbia voluto citare Jordan, come pure penso che all'episodio sia stato dato dai due autori due diversi significati: un incidente che impedisce la fuga dei due giovani innamorati (e complicazioni che non posso rivelare per non rivelare troppo della storia) nel film americano, un esplicito riferimento a una violenza sessuale da parte di sconosciuti in quello inglese.
Si può concludere dicendo che di questo nuovo film si poteva fare a meno, anche se può andare bene per passare un paio d'ore senza sforzarsi di pensare troppo. Si tratta di un classico prodotto per teen agers, sulla scia del fenomeno "Twilight" già ricordato, fatto con la solità professionalità degli studios americani e con attori decenti (addirittura ottimi, considerando la presenza di Gary Oldman e della rediviva Julie Christie).
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