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Un libro qualsiasi di Fabio Volo

Creato il 02 novembre 2011 da Bens
Non ho mai letto un libro di Fabio Volo, anzi mi capita, spesso e volentieri di augurare l'autocombustione a tutti quegli pseudo-lettori disfunzionali che me lo citano, tentando di convincermi del fatto che il male assoluto, in realtà, non siano trecento pagine da lui firmate (perché io credo fermamente che Volo non abbia un ghost writer, e che dovrebbe assumerne uno) bensì gentaccia tipo Berlusconi, il Papa o Paris Hilton. Tuttavia, per preparare questo post, ho sfogliato alcune pagine di uno dei libri di Volo che girano per casa mia. Per onestà intellettuale devo ammettere che sono libri silenziosi ed obbedienti che, senza discussioni sterili, hanno accettato il loro ruolo di fermaporte e sottobicchieri, il che li rende, quantomeno, utili. Ma il punto non è questo. Com'è possibile che io in casa abbia non uno, ma due libri di Fabio Volo? Non so che dirvi. Chi mi conosce sa che mi piace leggere, ma, sfortunatamente, chi mi conosce, spesso, si limita a leggere le istruzioni per montare una sedia, quindi va in libreria, si fa consigliare da qualcuno che evidentemente ruba lo stipendio ed io per il compleanno mi trovo a scartare Un giorno in più di Volo, ed è un bel compleanno di merda, no?! 
Ma in realtà il punto non è nemmeno questo, perché Dio ha creato amorevoli parenti, pronti a gonfiarmi il portafogli per il compleanno, permettendomi di saccheggiare la Feltrinelli sotto casa, destinando a funzioni strettamente domestiche i libri di Volo che mi vengono malignamente regalati.
Ma continuo a perdermi in chiacchiere. Dicevo che non leggo Fabio Volo un po' per disinteresse, un po' per principio, quindi smerdarlo sarebbe troppo facile e anche stupido, ma non vorrei dimenticaste che l'ho sfogliato attentamente.
Avete presente il vuoto cosmico? Le gelide folate di venti invernali che vi indispongono anche la sigaretta fuori da un locale? Meglio ancora, avete presente i confessionali del Grande Fratello? E tutto ciò l'ho dedotto solo sfogliando alcune pagine in modalità random. Però nulla può togliermi dalla testa che Fabio Volo sia una persona intelligente, affatto sprovveduta, direi furba. Scrive libretti che vendono milioni di copie, immagino, dedicandocisi con moderata passione, tra un'autocelebrazione e l'altra, mentre con quella faccia da scavezzacollo bresciano potrebbe convincerti che il cielo sia verde. Ecco perché sono pronta a sostenere che Fabio Volo abbia capito tutto del suo tempo. E' stato abbastanza in gamba da dedicarsi con mediocrità a lavori mediocri che gente, ancor più mediocre e al limite dell'analfabetismo, trova semplicemente splendidi. Senza isterismi culturali, posso affermare come questo rappresenti uno squarcio emblematico del paese in cui viviamo: un paese che fa la fila per un autografo su un libraccio, che sulla coscienza deve avere l'intera foresta amazzonica, e che dimentica Pasolini. 
E quindi vorrei essere un Ministro dell'Istruzione fascistissimo per imporre il buon gusto, per mettere all'indice operette da manicure ed extension e per disfarmi delle persone che lascerei ad istupidirsi guardando le repliche di C'è posta per te.
Troppo bello, eh?!
Ma la realtà è un'altra, meno educata e più democratica. Non mi resta altro che rintanarmi nella mia stanza a coltivare quella paura già esorcizzata da milioni di italiani: la paura di apparir ridicola.

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