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Un luogo tranquillo di Paolo Baleani: un tuffo nell'anima del Piceno.

Creato il 08 febbraio 2013 da Laperonza

005_facebook_taggare_disney.jpgHo trovato il romanzo di Paolo Baleani delizioso. Un tuffo in un piccolo universo surreale, un po’ legato ai ricordi, un po’ legato ai sogni, un po’ favola e un po’ farsa, Un luogo tranquillo, narrando le vicende dell’aquila abbattuta per errore da Naso, di Eraldo, Luchetti e di tutti gli altri abitanti di Picenia, trova il pretesto per parlare di noi marchigiani, piceni, appunto, e nel farlo mostra i nostri caratteri, i nostri vizi, le nostre virtù ma, soprattutto, ci dà uno spaccato amorevole e impietoso al tempo stesso della nostra società ancora arcaica e legata a riti endemici e, ormai, assimilati e incancellabili.

L’aquila di Picenia in qualche modo rappresenta lo spirito marchigiano ingabbiato, la sua naturale diffidenza verso il diverso, la sua selvaticità e la sua maestà, la sua pochezza e la sua fierezza. Il mondo che gira intorno a quella gabbia nello scorrere delle stagioni è il nostro mondo che non riesce a sganciarsi dalle proprie radici eppure tende a uscirne e forse riesce a trovare la sua redenzione solo nella partenza di Lucchetti, che pure ne soffre, o nell’atto finale, liberatorio e riparatore, dei due cacciatori.

C’è tutta la marchigianità tra le pagine di Un luogo tranquillo e il marchigiano, anzi, il piceno, vi si ritrova. Il non marchigiano ha l’occasione per conoscere la morfologia di un popolo antico più dell’antica Roma che ancora conserva l’anima di quel picchio nella sua anima. Ed è sempre una questione di volatili. Comunque lo si interpreti il libro di Baleani rimane un gradevolissimo tuffo in un mondo magico eppure così reale, un bel sogno da leggere tutto d’uno fiato.

Luca Craia


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