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Un paese da terzo mondo

Creato il 03 giugno 2012 da Malpaese @IlMalpaese

L’Italia dei Monti e dei Napolitano, oggi in pompa magna per la sfilata dei carri armati, non si fonda sul lavoro ma sulla rapina bancaria. Le banche infatti quando un imprenditore si trova in arretrato coi pagamenti di un debito adottano la tecnica collaudata del pignoramento dei beni della sua azienda per cui si ritrovano esse stesse a poter acquistare gli immobili,i macchinari, ecc..  del malcapitato imprenditore, messi all’asta dal tribunale, ad un quinto o ad un decimo del loro valore reale. La politica di Monti, il cui governo è stato voluto da tutto il centrodestra ( dove per centrodestra si intende tanto il PDL , quanto l’UDC di Casini, l’ex Margherita di Rutelli, il FLI di Fini e naturalmente il PD di Bersani e la Lega Nord la cui opposizione a Monti è stata solo di facciata ma non di sostanza ) col beneplacito di Confindustria , di Santa Romana Chiesa, di Angela Merkel e della Bundesbank che controlla la BCE, è tutta volta non a fare il lavoro sporco, come ci viene propinato da TV e stampa, che serve all’Italia per uscire dalla crisi ma a fare il lavoro sporco necessario perchè i partiti, le banche, la confindustria massonica e la chiesa possano tutti quanti restare al potere per almeno altri vent’anni costringendo i contribuenti del ceto medio basso ad ” inseguire ” il debito pubblico che ogni anno maturerà altri interessi per effetto delle speculazioni sugli spread, speculazioni che sono scatenate dagli stessi azionisti che hanno in mano tanto le agenzie di rating che decidono i declassamenti degli stati e che così agendo fanno  aumentare gli spread determinando appunto lo scatenarsi delle speculazioni sui bond dei paesi economicamente più deboli dell’ eurozona, quanto le banche che li acquistano dopo il declassamento, alimentando così una speculazione perenne. Non basta solo uscire dall’€ per garantirci la salvezza economica e democratica, dobbiamo prima e innanzitutto liberarci dell’attuale classe dominante, sia di quella politica sia di quella finanziaria e massonica che di quella clericale. Gli inciucci tra i politici e i banchieri sono piuttosto evidenti ed altrettanto comprovati, basti pensare che Lusi, l’ex tesoriere della Margherita, è riuscito a farsi antecipare dalla banca le decine di milioni di €, che poi ha fatto sparire, molto prima  che questi venissero versati effettivamente nelle casse del suo partito dallo stato, a titolo di rimborso elettorale. Il terremoto in Emilia ha fatto due grandi favori all’ attuale governo, infatti darà a Monti un’ ulteriore giustificazione per aumentare la pressione fiscale col pretesto di dover racimolare i soldi per la ricostruzione,  che poi, con vari giochi di prestigio, non andranno se non in minima parte ai terremotati emiliani ma spariranno nei menandri della politica e della finanza occulta come è già successo a quelli stanziati per la ricostruzione dell’Aquila e in passato per quella di altri territori devastati da un sisma e inoltre sta distraendo l’opinione pubblica dalla macelleria sociale in atto in parlamento ai danni dei lavoratori con l’approvazione delle modifiche all’articcolo 18 grazie anche alla totale inerzia da parte di tutti i sindacati. Ciò che stà cercando invece di fare la politica è di sviare l’attenzione della gente sul perchè tanti capannoni industriali benchè costruiti relativamente di recente siano crollati addosso agli operai ed evitare il più possibile  l’apertura di inchieste a carico di politici compiacenti e di imprese edili che  hanno operato aggirando le norme di legge sulla sicurezza, ed è infatti a questo scopo che tanto il presidente dell’Emilia-Romagna, quanto quello di confindustria parlano di pura tragedia naturale senza rilevare responsabilità “umane “. E’indubbio che un terremoto sia una calamità naturale ma è un fatto che solo in Italia  ( e nei paesi del terzo mondo ) ci siano sempre a seguito anche delle vittime, mentre in Giappone e in California dove avvengono terremoti anche più consistenti no.



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