Si torna a parlare del sequestro Urru, nel TG3 , perché il gruppo che la tiene in ostaggio avrebbe chiesto un riscatto di 30 milioni per liberare la cooperante italiana rapita oltre sei mesi fa. Si fanno vivi i rapitori di Rossella Urru.L’agenzia France Presse, in esclusiva, annuncia la richiesta di un riscatto per l’italiana e una collega spagnola rapite dal campo profughi di Hassi Raduni, nel deserto algerino sud-occidentale abitato da rifugiati Saharawi.
L’Italia non vuole cedere al ricatto e la situazione resta difficile, si deve procedere con i piedi di piombo. La Farnesina e l’intelligence italiana accompagnano con il naturale riserbo le operazioni, sanno a chi rivolgersi. E gli interlocutori sono sperimentati. Ma un margine di rischio c’è comunque. Soprattutto quando, come in questo caso, c’è di mezzo uno scambio di prigionieri e non solo un riscatto. I Paesi della fascia saheliana cercano di contrastare l’integralismo armato, ma il problema è che il potere delle varie formazioni terroriste cresce, insieme alla loro capacità di ricatto.
Il deserto e i suoi predoni per ora, non hanno ancora restituito Rossella Urru e, mentre si rincorrono voci e smentite su riscatto e liberazione, l’unica certezza è l’angoscia della famiglia della giovane.