Dopotutto, l’arte è una forma di intrattenimento, no?
In una intervista, Raymond Carver affermava questo. Niente male. Alla fine l’arte quello è: intrattiene le persone. O almeno ci deve provare.
Dal teatro greco, sino ai giorni nostri, l’arte si è sempre data da fare per intrattenere. E cos’è l’arte? Flannery O’Connor rispondeva che era arte ciò che mostrava efficacia e valore.
Il bello di ficcare il naso nell’officina degli autori, è che ci si libera di tante panzane che si hanno in testa. Retorica e bla bla bla. E la scrittura si libera di idee e mito per diventare mestiere. È un male? Non credo proprio.
Sono persuaso che l’arte, non sia per tutti. La montagna non è per chiunque, ma per pochi. E finché non arrampichi non sai che cosa sia davvero. Guardarla e basta, e non provare nemmeno ad avvicinarsi a lei; ignorare il dolore delle articolazioni, le vesciche ai piedi… Solo se si passa attraverso queste cose si comprende che cos’è la montagna.
E una scrittura che non parla alla ciccia, che roba è? Se non scende in strada a vedere che aria tira, di quale scrittura e arte stiamo parlando? Ma non scendere in strada per essere al fianco delle persone.
Ma per ricordare che la vita è più complessa di quello che viene raccontato. Compito tutt’altro che semplice…