Dal mio blog Rossella Grenci.
E’ di ieri la notizia tanto attesa: finalmente una legge per la dislessia!!!
Ne scriverò ancora, intanto ecco il Comunicato Stampa che un gruppo di genitori miei amici hanno scitto.
Oggi la Commissione Istruzione del Senato ha approvato in sede deliberante il Disegno di legge “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”. Il progetto di legge sulla dislessia, atteso da dieci anni, è finalmente legge dello Stato.
Per 350 mila bambini e ragazzi dislessici che frequentano le nostre scuole, per un milione e mezzo di italiani, anche adulti, con Disturbo specifico di apprendimento, per i ventimila cittadini che hanno firmato la petizione a sostegno dell’approvazione di una legge, è una giornata storica. E’ il segno di un enorme cambiamento culturale nel nostro Paese: una legge dello Stato riconosce il diritto al successo formativo di tutti quei ragazzi che, intelligenti come i loro coetanei, hanno difficoltà nella lettura, a volte anche nella scrittura e nel calcolo. Per loro questa legge significa la promessa, o almeno la speranza, che non saranno più trattati come asini o stupidi, ma saranno capiti, accolti e aiutati dai loro insegnanti. Che non ci saranno più solo bocciature e umiliazioni, ma opportunità. Oggi, per loro, comincia un futuro nuovo. Diverso. La scuola è il luogo per eccellenza dove questi ragazzi possono affrontare e risolvere le loro difficoltà. Non chiedono scorciatoie, tantomeno l’insegnante di sostegno, ma il diritto ad avere buoni maestri aperti all’innovazione e alla sfida della qualità, capaci di mettere in atto, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, modalità didattiche che consentano a tutti gli allievi il raggiungimento degli obbiettivi, tenendo conto delle caratteristiche e possibilità di ciascuno senza per questo stigmatizzare chi ha tempi diversi dagli altri. I docenti, anzi, dovranno essere consapevoli del fatto che per valutare, in modo giusto e corretto, gli alunni con DSA servono criteri differenti (come ad esempio compiti più brevi, visto che fanno molta più fatica, privilegiare le interrogazioni orali sulle verifiche scritte, attenzione al contenuto dei temi più che agli errori ortografici, o alla capacità di risolvere un problema più che alla conoscenza mnemonica delle tabelline). Questo affinché venga tutelato il loro diritto alla conoscenza, secondo un principio di eguaglianza, in base al quale non si chiede a un miope di leggere senza occhiali.
Non a caso la legge parla finalmente di “una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico”. E afferma, all’articolo 2, la necessità di assicurare una preparazione specifica degli insegnanti sulle problematiche relative ai DSA “… finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate.”
Molti di questi diritti in realtà erano già sanciti da circolari ministeriali e persino dal Decreto del presidente della Repubblica n.122 del 22 giugno 2009 sulla valutazione degli alunni. Perché allora un’altra legge? Perché queste norme sono state troppo spesso ignorate e disattese dalla scuola; i bambini con DSA hanno continuato a essere umiliati e ostacolati nello studio, come dimostrano i cinque ricorsi al Tar contro le bocciature dei propri figli vinti quest’anno dalle famiglie. Una legge ha il potere di cambiare la cultura collettiva.
La nostra speranza è che apra la mente di quei docenti che hanno guardato ai nostri figli con pregiudizio. Rivolgiamo loro l’accorato appello rivolto agli insegnanti da Daniel Pennac, scrittore ed ex professore, che ha vissuto e sofferto le stesse difficoltà dei nostri ragazzi: “Ma guardiamoci bene dal sottovalutare l’unica cosa sulla quale possiamo agire personalmente e che risale alla notte dei tempi pedagogici: la solitudine e il senso di vergogna del ragazzo che non capisce, perso in un mondo in cui gli altri capiscono. Solo noi possiamo tirarlo fuori da quella prigione, formati o meno per farlo. Gli insegnanti che mi hanno salvato -e che hanno fatto di me un insegnante -non erano formati per questo. Non si sono preoccupati delle origini della mia infermità scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che occorreva agire tempestivamente. Si sono buttati. Non ce l’hanno fatta. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora… Alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita.”.
Sappiamo che dovremo ancora batterci per una scuola davvero inclusiva, con una didattica flessibile. Perché gli alunni, i bambini, sono persone. E gli adulti hanno il dovere di trattarli come tali.
Sappiamo che questa legge è solo l’inizio. Ma è l’inizio di un cambiamento importante.
I genitori:
Gloria Castelli Bertani – Forum Dislessia On Line – www.dislessia.org/forum
Maria Dimita Giombini – Associazione – Il Laribinto onlus – www.illaribinto.org
Roberto Di Giandomenico – petizione online – www.petitiononline.com/