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Un articolo di Francesco Grignetti pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa, dà notizia di un piano del governo di accorpamento delle Forze di polizia: Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale confluirebbero nella Polizia di Stato, e si unificherebbero Carabinieri e Guardia di Finanza. Voci dal governo (Delrio) e dal Partito democratico (Fiano) si sono affrettati a smentire il progetto nei termini riportati nell'articolo, anche se il sottosegretario Delrio ha confermato che l'esecutivo ha in cantiere una "riorganizzazione" delle cinque polizie.
Di seguito il testo dell'articolo della Stampa:
""Promette di essere una rivoluzione nel campo delle polizie, un’operazione degna di quella grande riforma che nel 1981, auspice Francesco Cossiga, portò alla smilitarizzazione della Ps. Trascorsi quasi trentacinque anni, il governo Renzi sta preparando una riforma di analoga portata. Al termine, da 5 corpi di polizia si potrebbe scendere a 2: la Polizia assorbirebbe Forestale e Penitenziaria; fusione dei Carabinieri con la Guardia di Finanza. L’idea è di cominciare il 15 ottobre, con la Legge di Stabilità, che prevederà la confluenza della Forestale nel Dipartimento di Ps. Il resto vedrà la luce nel corso dell’anno prossimo con un ddl di riforma. Era stato sornione, Emanuele Fiano, il responsabile Sicurezza del Pd, l’altro giorno, al termine di una riunione della segreteria del partito: «Si è fatto un ragionamento complessivo sul modello di sicurezza». Eccome, se ne hanno ragionato. E’ stata una lunga discussione a più voci, ricca di aneddoti e di spunti. «Bisogna finirla con gli sprechi». E’ uscita fuori la storia del porticciolo di Ponza, dove evidentemente qualche parlamentare del Pd ha trascorso le vacanze, e che ostenta affiancati sullo stesso molo un motovedetta della Finanza, una pilotina della Guardia costiera e un gommone della Polizia. «C’è tutta questa emergenza criminale a Ponza da giustificare un tale dispiegamento di mezzi?». Risate. Altro argomento di discussione: l’inamovibilità dei capi. La legge prevede che non possano essere rimossi salvo casi eccezionali (vedi il precedente più unico che raro del generale Roberto Speciale, avvicendato al vertice della Gdf per ordine del governo Prodi, poi reintegrato da un Tar, che si dimise 48 ore dopo la sentenza per carità d’istituzione). Qualcuno a quel tavolo presieduto da Matteo Renzi ha ricordato il caso di Cesare Patrone, dominus della Polizia Forestale da 10 anni. «Almeno Gianni De Gennaro ebbe il buon gusto di dare le dimissioni dalla Polizia dopo il settimo anno, considerato che tanto dura il mandato dei Presidenti della Repubblica». Si vedrà il come, ma i vertici dei due corpi di polizia sopravvissuti allo tsunami saranno a tempo: 3 o 5 o 7 anni? E’ tutto da decidere, ma il principio è questo. E Renzi annuiva mentre qualcuno diceva: «Siccome sono nomine intoccabili, è ovvio che come capo si debba scegliere sempre un generale o un prefetto ultrasessantenne, perché sennò te lo ritrovi sulla poltrona per venti anni. Alla faccia del merito». La decisione politica, insomma, è presa. I testi di legge, al solito, seguiranno. E per vederli ci sarà da attendere un po’. Non per il Corpo Forestale, gloriosa forza di polizia istituita nel 1822: i suoi 7 mila uomini e donne che tutelano boschi e montagne, ma anche i parchi nazionali, si sono distinti negli ultimi anni per eccellenti operazioni antincendio, o per le indagini sui reati ambientali, o per la repressione del bracconaggio, entro la fine dell’anno potrebbero già transitare nei ranghi della Polizia di Stato. Da subito saranno cancellati la dorata poltrona del comandante generale, accompagnata da uno stipendio di 320 mila euro, il suo staff, lo stato maggiore insediato a Roma, e i 20 comandi regionali. I veri risparmi, però, verranno dall’amalgama di logistica, acquisti, manutenzione dei mezzi, sedi periferiche. Il 2015, poi, sarà l’anno della vera rivoluzione. Non sarà facile decidere la confluenza di due corpi di storica tradizione quale la Gdf, che vanta un atto istitutivo del 1881, e la Penitenziaria che sorse con la prima organizzazione moderna nel 1873 (all’epoca dipendeva dal ministero dell’Interno). La prima, nel tempo, si è specializzata nelle indagini economiche, fiscali e valutarie, nella repressione del contrabbando, nella tutela della spesa pubblica, nella lotta all’evasione fiscale. Tutte eccellenze che il governo intende ovviamente salvaguardare. La Finanza, in quanto tale, sarebbe quindi destinata a scomparire e i suoi 30 mila effettivi saranno assorbiti dai Carabinieri. La Penitenziaria a sua volta, forte di 38 mila agenti, s’integrerebbe con la Ps. Secondo calcoli dei sindacati di polizia, un’operazione del genere a regime potrebbe generare risparmi per 2 miliardi di euro.""
^^^^^^
Lodevole e auspicabile, a mio parere, il progetto di unificazione delle polizie. Se l'idea è quella riportata dall'articolo della Stampa, si realizzerebbe l'unificazione in due corpi, uno civile e uno militare, ma ancora una volta verrebbe elusa la questione della creazione di una polizia economico-finanziaria smilitarizzata.
Gaetano Toro
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