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Upper Yard in troubles - Capitolo 1

Da Taibaibai
Le schiumose onde si infrangevano contro gli alti scogli, producendo una miriade di spruzzi, che lentamente ricadevano in un mare cristallino e bianco, fatto di nuvole. Un gabbiano volteggiava nel cielo, le grosse ali spalancate, mentre il vento gli stirava le piume bianche, grigie e nere come una gentile carezza. Sembrava tutto tranquillo, tutto immerso nel silenzio, nella solita monitonia di tutti i giorni, eppure, c'era qualcosa di strano, qualcosa che si muoveva al di là della foresta, dei grossi alberi che si innalzavano verso un cielo terso e azzurro.
Il gabbiano come avendo percepito il pericolo, si precipitò verso il mare, mentre un'enorme ombra prese a muoversi sopra di lui, per poi piombargli addosso in un secondo, prima di stirare completamente le ali e virare a destra, lasciando perdere il povero uccello. Qualcosa aveva attirato l'attenzione dell'uomo che cavalcava il grosso uccello viola dal becco bianco.
Chissà cosa è successo, pensò l'uomo man mano che si avvicinava alla spiaggia e man mano che metteva a fuoco cosa stava sotto di lui. Deve essere la vittima di qualcuno degli altri tre sacerdoti, eppure si trova nel mio territorio...E' tutto così strano.
Fece atterrare il grosso animale e con passo calmo si avvicinò al corpo inerme che giaceva sulla sabbia. Osservò attentamente la giovane: aveva il volto che era un ovale perfetto, leggermente abbronzato e srpuzzato da una leggera pioggia di lentiggini, i lunghi capelli viola erano leggermente bagnati e intrisi di sabbia. Aveva alcuni tatuaggi tribali sul braccio sinsitro e, grazie ad essi, potè capire che era una di Shandia. Constatò che era ancora viva. Respirava piano, lentamente, mentre continuava a restare priva di sensi.
Perché era lì tutta sola? E gli altri dov'erano? Nulla quadrava! Quel giorno non aveva visto intrusi eppure lei stava lì? Era un'esploratrice? Gli Shandia l'avevano mandata per sondare il suolo prima di lanciare un attacco? Ma a cosa poteva servirgli? No, niente quadrava, era tutto incredibilmente confuso e strano. 
Cosa dovrei fare con lei? E' un'intrusa e come minimo dovrà essere processata. Intanto, non può restare qui, meglio portarla da un'altra parte
Mentre la prendeva tra le braccia e si avvicinava a Fuza, si chiedeva il perché le stesse salvando la vita. In fondo poteva lasciarla lì e, non appena avese ripreso i sensi e si fosse messa a girovagare per il suo territorio, ucciderla nel momento in cui fosse rimasta improgionata nei suoi fili. Perché quel giorno nulla stava andando per il verso giusto? Perché nulla stava procedendo come sempre? Un brivido gelido gli corse lungo la spina dorsale, mentre uno strano pensiero si intrufolava nella sua testa. Lo cacciò via, non poteva mettersi a pensare a cose del genere, quando, improvvisamente, gli era capitato una patata bollente fra le mani.
Salì su Fuza e si indirizzò nell'entroterra del suo territorio, doveva trovare un posto sicuro dove nasconderla e nessuno poteva trovarla. Vide alcune rovine della vecchia città degli Shandia, fece abbassare di quota il grosso uccello, prima che atterrasse. Dinanzi a lui si trovava una casa che, per fortuna, si manteneva ancora all'impiedi. Tenendo la ragazza fra le sue braccia, entrò all'interno della casa impolverata e in parte sfondata da grossi rovi. Vide in un angolo quello che restava di un letto e decise di deporla lì sopra. La fissò per un lungo momento, mentre lei restava ancora svenuta, inconsapevole di tutto quello che le stava accadendo intorno.
Si avviò fuori e salì su Fuza, facendo librare di nuovo la bestia nel cielo azzurro e terso. Il vento gli corse lungo le braccia e fece arruffare le piume dell'enorme volatile. No, qualcosa stava andando nel verso storto e sapeva che non doveva parlare con anima viva di quanto fosse successo, di chi avesse trovato.

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