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Valle: meno IRAP per Startup

Creato il 17 gennaio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Daniele Valle è consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della VI° Commissione, Cultura ed Istruzione. Con lui abbiamo potuto parlare delle recenti primarie in Liguria, della riforma della legge elettorale piemontese, di rottamazione, di startup e carico fiscale,  di Sanità e di Università.

Di seguito il video integrale dell’intervista.

Consigliere Valle, iniziamo dalla stretta attualità: le primarie della regione Liguria sono state inquinate dal voto sospetto di truppe di cinesi e marocchini. Non è la prima volta. Sono ancora un valido strumento per la selezione della classe dirigente?

Penso che siano ancora uno strumento valido per le scelte importanti, proprio come la scelta del candidato presidente di una regione o del candidato sindaco di un comune capoluogo. Qui, fenomeni di voto poco consapevole in media finiscono con l’annullarsi vicendevolmente colpendo entrambi gli schieramenti candidati. Assolutamente più grave, invece, la situazione per primarie molto meno partecipate, come le “parlamentarie” o quelle torinesi per l’elezione dei segretari dei circoli. In questi casi sì, l’esito può essere alterato.

Si discute in questi giorni della riforma della legge elettorale regionale. In particolare, si discute della possibilità di abolire il listino bloccato e sostituire le preferenze con collegi uninominali. Qual è la sua opinione in merito?

Io sono contrario. Ne capisco sicuramente le ragioni, una fra tutte quella di garantire una rappresentanza diffusa di tutti i territori, ma penso che lo strumento delle preferenze rimanga migliore. Quando il territorio è veramente compatto intorno a un nome che ha saputo guadagnarsi la fiducia dei suoi abitanti, riesce comunque ad esprimere un proprio rappresentante. Il collegio, invece, è uno strumento che tende a  costringere e forzare un territorio a mettersi d’accordo. La scelta poi dei candidati in questo modo avverrebbe o dall’alto, dal partito, o di nuovo da primarie  che presentano però i rischi di cui sopra. Per quanto riguarda l’abolizione del listino bloccato, sono ovviamente favorevole.

Consigliere Valle, una domanda più personale: lei ha iniziato la sua attività politica e nelle istituzioni comunali nel 2006, quando è stato eletto consigliere della Circoscrizione 3 di Torino. Nel 2011 ne è diventato il presidente e nel 2014, con quasi 5000 preferenze, ha ottenuto l’attuale seggio in Consiglio regionale. Ha sicuramente percorso dal basso e con successo tutte le tappe del “cursus honorum” di un giovane politico. Quanto è importante in politica partire dal territorio prima di coprire ruoli di vertice?

E’ fondamentale. Formativo. Abitua il personale politico all’ascolto e al confronto con la cittadinanza e con i problemi concreti. La politica non sono solo idee. E’ una gavetta che consiglio a chiunque voglia occuparsi di politica.

E’ sicuramente uno dei consiglieri regionali più giovani ed è stato presidente dei Giovani Democratici di Torino. Quali sono le difficoltà e i pregiudizi a cui ha dovuto far fronte in una politica di over 50? In che cosa invece la giovane età le è stata utile?

All’inizio c’è sicuramente un’apertura di credito soprattutto da parte della cittadinanza, che ha interiorizzato il tema del ricambio generazionale molto prima che fosse così sviscerato dai giornali. Si viene accolti con gran favore, e proprio per questo bisogna dimostrare fin da subito di essere all’altezza e preparati, perché comunque un certo pregiudizio da parte degli attori istituzionali c’è.

E’ un “rottamatore”?

La politica necessita di una vera e propria rottamazione. Un ricambio cioè che quando non è favorito dalla classe dirigente, deve essere forzato dal basso.

Consigliere Valle, lei è firmatario, insieme a molti altri esponenti della maggioranza, di una mozione per “lo sviluppo delle startup innovative”. Ora come ora, i giovani faticano moltissimo a trovare un posto di lavoro: il “posto fisso” si è trasformato in una vera e propria chimera. L’iniziativa imprenditoriale privata rimane forse una delle poche vie per crearsi un’opportunità nel modo del lavoro. Come aiuta la regione chi, da giovane, prova a fare impresa?

Diventa quasi antipatico in questa cornice economica incentivare a mettersi in proprio, soprattutto a fronte del fatto che gli strumenti che l’Amministrazione mette a disposizione sono veramente pochi. Questa mozione, che è stata accolta, è un piccolo passo avanti: prevede uno sconto dell’IRAP a chi apre una startup. Ci saranno altre iniziative di questo genere, tenendo comunque conto che non tutti possono mettersi in proprio, ma comunque una quota dell’ampia offerta di lavoratori deve essere assorbita secondo i canali tradizionali. Non è pensabile che il 40% di disoccupazione giovanile si risolva con un sacco di belle startup, per quanto sia importante agevolarle.

Parliamo di fisco. La Regione ha un debito che sfiora i 9 miliardi di euro e, anche a fronte dei tagli dei trasferimenti statali agli enti locali, ha aumentato l’addizionale Irpef fino all’1% e il bollo dell’auto. Quali sono le iniziative in senso opposto?

Specifico soltanto che l’aumento dell’ 1% dell’addizionale Irpef riguarda solo i redditi superiori ai 55.000 €. Anche l’aumento del bollo vale soltanto per i titolari di auto con più di 120 cv di potenza fiscale. Detto questo, e non nascondendo affatto un aumento della pressione fiscale regionale su una fetta consistente di cittadini (circa 500.000 persone), l’opera di razionalizzazione della spesa è imponente e passa attraverso il trasferimento di tutta la macchina regionale nel nuovo grattacielo, la dismissione di una gran parte del patrimonio immobiliare e la spesa sanitaria, che è poi la voce più consistente del bilancio, con il riordino della rete ospedaliera e delle strutture di spesa.

Rispetto a questo ultima questione, colgo l’occasione per domandarle: l’opposizione accusa la Giunta Chiamparino, e in particolare, l’assessore Saitta, di programmare una riforma sanitaria in chiava razionalizzatrice molto simile a quella che fu di Cota e Monferino, che voi allora criticaste ampiamente. Si tratta effettivamente della stessa riforma? O si differenzia?

Le due operazioni possono somigliarsi in superficie. Entrambe cercano di cambiare l’operatività degli ospedali, chiudendone alcuni e ampliandone altri. La differenza sta nella ratio che fonda la scelta. Il nostro riordino è l’applicazione del Patto della Salute che tutte le regioni d’Italia hanno sottoscritto, e si fonda quindi su parametri omogenei su tutto il territorio nazionale. Non ci stiamo inventando niente. Rispetto a questo Patto, molte regioni sono già operative per scelte effettuate in anni precedenti. Il Piemonte deve recuperare. Da questa razionalizzazione, oltre a una riduzione delle spese, ci auguriamo di poter offrire un servizio migliore e ridurre i tempi d’attesa.

Capitolo Università: la riforma dell’Isee e del metodo di classificazione delle fasce di contribuzione ha comportato per diversi studenti un aumento di spesa. Le tasse universitarie sono mediamente aumentate. Consigliere Valle, quali sono le iniziative presenti e future della Regione Piemonte in merito alla tutela del diritto allo studio?

Questo è uno dei pochi ambiti in cui possiamo dire che le risorse stanziate sono aumentate già da prima dell’estate. Verrà abbandonato il criterio della media per le borse di studio e quindi, per la composizione della graduatoria, l’unico criterio di riferimento tornerà a essere quello del numero dei crediti sostenuti. La difformità delle votazioni tra facoltà e facoltà era troppo evidente e difficilmente sanabile da tutti gli artifizi matematici che si sono sperimentati nel corso degli anni. Investire nel diritto allo studio significa credere nella nostra Regione. Chi viene a studiare in Piemonte da altre regioni d’Italia grazie a una borsa di studio di 1000€, ne restituirà al territorio almeno 10.000. Tutta ricchezza che si riversa e aiuta il Piemonte.

Si ringrazia Jacopo Vassallo per la collaborazione e il video montaggio.

Tags:consiglio regionale,cultura,Daniele Valle,istruzione,pd,piemonte,politica,primarie,riforma legge elettorale,rottamazione,sanità,startup,università

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