Schiena, sost. f.
Questa parola di derivazione germanica indica, come noto, la parte dorsale del torace dell’uomo, quella compresa tra le spalle e le reni; in sostanza è la forma più familiare di dorso.
In questi giorni questa parte del corpo è balzata agli onori delle cronache per il fotogramma in cui compare la schiena nuda di Elio Di Rupo, che dal dicembre 2011 è il primo ministro del Belgio. Di Rupo è un politico belga molto noto, francofono, di origini italiane – è figlio di due emigrati abruzzesi – socialista, bon vivant, omosessuale dichiarato. E’ riuscito a diventare primo ministro del suo paese, dopo una lunghissima crisi politica, che sembrava destinata a concludersi con la fine del Belgio come paese unito. Questo rischio non è ancora scongiurato, viste le spinte dei fiamminghi a creare uno stato indipendente dai cugini valloni. Di Rupo è comunque riuscito in un piccolo miracolo politico.
In questi mesi il primo ministro belga è stato accompagnato quasi continuamente da una troupe della televisione fiamminga Vier, che sta realizzando una sorta di reality sulla vita pubblica e privata di Di Rupo.
Le telecamere hanno colto un veloce cambio di camicia dell’elegantissimo primo ministro belga – noto per il papillon rosso – il 21 luglio scorso, poco prima della cerimonia di incoronazione di Filippo, diventato il settimo monarca della nazione dopo l’abdicazione del padre Alberto II. L’immagine in anteprima della schiena nuda di Elio Di Rupo, anche se il docufilm non è ancora stato trasmesso, ha già suscitato scandalo nel piccolo paese e c’è addirittura chi pensa possa danneggiare Di Rupo nelle elezioni politiche della prossima primavera.
I belgi arrivano tardi. I politici italiani sono stati gli antesignani di questa moda. Non so quanti di voi ricordano l’immagine dell’allora sindaco di Milano Gabriele Albertini, che si fece ritrarre per due volte in mutande, una volta erano perfino di cachemire. Non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che anche il sindaco di Bologna Vitali e quello di Roma Francesco Rutelli imitarono il collega milanese e sfoggiarono, con eguale infelice risultato, una tal mise semiadamitica. D’altra parte eravamo ancora nella “primavera dei sindaci” e i primi cittadini italiani potevano osare tanto, nonostante il loro fisico non consentisse tali dimostrazioni.
Quelle comunque erano foto in posa, non eravamo ancora al tempo dei reality. Un programma dello stesse genere è stato realizzato con protagonista Julia Gillard, la rossa premier dell’Australia. A dire il vero quel reality non le ha portato particolare fortuna, visto che poco tempo dopo venne sfiduciata dal suo partito, come un enricoletta qualsiasi.
Le larghe intese parevano averci fatto fare alcuni passi indietro: ve lo sareste mai potuto immaginare Mario Monti che si cambia i calzetti in diretta televisiva, prima di andare al Quirinale? Evidentemente no. Adesso però, con l’arrivo di Matteo Renzi, l’Italia può aspirare a tornare all’avanguardia della politica spettacolo. Il Corriere e la Repubblica si stanno già esercitando nell’agiografia del presidente del consiglio più giovane della storia repubblicana. L’arrivo al Quirinale in Smart, la moglie che decide di restare a Firenze, i viaggi in treno con il fidato Del Rio, stanno diventando rubrica fissa dei giornali mainstream.
Tra qualche mese su Canale 5 – per cementare ulteriormente l’alleanza costituente con Berlusconi – comincerà finalmente un nuovo reality show: Tutto quello che avreste voluto sapere su Matteo (ma non avete mai osato chiedere). Immagino già le telefonate in cui Renzi da palazzo Chigi racconta la favola della buonanotte ai suoi figlioletti.
Alla fine questa cosa potrebbe perfino essere una cosa positiva: se sarà impegnato con la televisione avrà meno tempo per governare e fare danni.