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Vincitore o vinto?

Creato il 08 agosto 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Vincitore o vinto?Tg3, La7 e Skytg24, non possono non dedicare servizi e opinioni a lui, il ragazzone altoatesino, che ci aveva fatto inorgoglire e che ora ci fa pensare. “Mi sono fatto da solo. Ho comprato l’Epo in una farmacia turca” Il marciatore Alex Schwazer ha tradito e anche in modo pacchiano. È una vicenda poco chiara. Nonostante l’ammissione di colpa e la disperazione rimane ancora il perché?  Nel frattempo l’atleta  è stato sospeso dal Tribunale nazionale antidoping del Coni.

Essere di fatto una forza della natura, sprigionata nel 2005 e confermata con il record olimpico con quell’urlo ” Vinco senza bleffare” ora, suona stonato e beffardo. Essere scoperti in questa modo è abberrante ma, il quesito principale resta. Perché? Il dramma di un uomo è tutto racchiuso nelle parole “ho voluto tutto, ho perso tutto”…L’ossessione del numero uno, troppa pressione, lo sport stritola. Ma la voglia di vittoria giustifica l’imbroglio? Chi è pulito deve essere apprezzato di più? Siamo a questo?

Vincitore o vinto?
Il marciatore italiano è consapevole di ciò che ha fatto e chiede scusa, ma dietro c’è molto di più, un allarme che deve colpire chiunque viva in ambito sportivo, un mondo che chiede sempre di più, a volte troppo. L’economia dello sport diventa una trappola che non da scampo se si vuole essere il primo. Il ragazzo dalla faccia pulita voleva “essere sicuro di vincere” e così l’atleta che macinava chilometri si è sparato in vena l’ormone, per rimanere il numero uno. Con i suoi occhi di cristallo, biondo e bello, in pista cercava l’ovazione e l’acclamazione ma, senza un podio e una medaglia, si sentiva, nessuno. E su di lui cade una valanga che spazza via l’atleta e l’uomo.

Ammiriamo l’ atleta, tifiamo per lui, eroe dei nostri tempi, fulmineo nella prestazione che vale riconoscimenti, fama, ammirazione, successo e un giro d’affari pubblicitari intorno a un  milione di euro…e poi si intravede una persona che da tempo avrebbe avuto bisogno di aiuto, che forse si è chiusa a riccio scivolando in un errore irreparabile per continuare a vincere. Un ragazzo che non riesce più a gioire e vuole il primo posto, ancora, ancora, ancora, un tormento che non gli ha permesso di rendersi conto dei suoi limiti umani. Ragioni, quelle che lo hanno portato ad assumere eritropoietina, a doparsi, a barare, e dunque a essere squalificato dalle Olimpiadi di Londra 2012.  Il dramma di un atleta che sapeva di non essere al massimo e che voleva superare il limite del lecito si consuma così. L’atleta che ora appare visibilmente distrutto ci spiega di aver fatto tutto da solo. Di aver patito gli ultimi anni di sconfitte e il rapporto con la fidanzata vincente. Anche questo troppo.

Vincitore o vinto?
Si ferma la marcia di Alex Schwazer e torna alla vita normale, quella sconosciuta, umile e quotidiana affondata nella dimensione reale. La vita è tutt’altro. Nella vita non contano le medaglie. Ora il suo riscatto passa attraverso la sua fragilità. Una fragilità umana da accettare. L’Italia è arrossita di vergogna e si attacca ad altri eroi, come Josefa Idem, la wonder woman, protagonista di una carriera straordinaria in sella a una canoa, che è tutta un’altra storia…


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