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Volemose bene

Creato il 10 settembre 2012 da Lanterna
Avvertenza: chi scrive è una madre snaturata. Ma la mia famiglia sembra non patirne eccessivamente, anzi, sembra che mi vogliano bene così come sono. Contenti loro.
Questo weekend sono tornata al mare. Ma il mare l'ho visto da lontano, perché non sono andata per fare il bagno: sono andata a Viareggio per lo spettacolo Bellydance at the Opera e il successivo stage con Rachel Brice.
Andavo con poche speranze di partecipare allo stage, perché io e la mia amica/accompagnatrice avevamo scoperto troppo tardi questa opportunità. E i posti erano andati come il pane già a maggio.
Per lo spettacolo invece, complice un nostro amico ben introdotto, siamo riuscite ad avere i posti in seconda fila.
Ovviamente, essendo i posti così esigui e ambiti, non ho osato chiedere biglietti in più per portarmi tutta la famiglia. Quindi sono andata da sola, spezzando il cuoricino di Amelia, che adora Rachel Brice.
È stato un weekend bellissimo: bella compagnia, bello tirare le 3 di notte sul lungomare di Viareggio, bello essere uniti nella sofferenza di 6 ore di lezione con una bellydancer tosta e instancabile.
Sì, perché alla fine 2 persone non si sono presentate e noi siamo entrate. All'ultimo, quando ci stavamo già "rassegnando" ad andare al mare.
Inutile dire che un karma così favorevole l'abbiamo scontato con la coda al ritorno: partiti da Viareggio alle sette, siamo arrivati a casa alle undici e mezza. Pazienza.
Tornata a casa, ero ansiosa di vedere e abbracciare e annusare la mia famiglia (che intanto, senza fare una piega, se n'era andata felicemente a Torino a trovare amici e parenti). Ero felice, tanto felice del mio weekend, ma mi erano anche mancati.
E insomma, per me essere una famiglia felice vuol dire anche questo: che posso allontanarmi e divagare, ma alla fine casa mia è un posto felice, a cui tornare con gioia. E mio marito è l'uomo che non scambierei con nulla al mondo. Un uomo che al mio compleanno si presenterà a mani vuote, ma mi fa ogni giorno il regalo di rendermi felice.
PS: sulla strada del ritorno, Amelia mi ha chiamata e mi ha chiesto "com'era Rachel? Era bellissima?". Che stronza sono: nell'obnubilamento della stanchezza, non mi è neanche venuto in mente di farmi fare un autografo per mia figlia. Neanche per me, se è per questo, ma io il mio souvenir ce l'ho sotto forma di acido lattico e ottimi insegnamenti.

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