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Voto ai figli di immigrati : una questione non solo di umanita’ ma di logica

Creato il 25 novembre 2011 da Malpaese @IlMalpaese

Questa settimana, oltre ai soliti problemi della finanza, tengono banco i malcontenti della Lega Nord per le parole del Presidente Napolitano  riguardo al riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati nati in Italia . Innanzitutto una considerazione : credo che solo una minoranza di italiani sapesse dell’ esistenza di questa anomalia. La Questione sarebbe dovuta essere posta dal precedente Capo del Governo che invece, per non scontentare il prezioso alleato, ha messo la cosa nel cassetto, per rimandarla a data da destinarsi. Proviamo per un attimo a reprimere il sentimento di disgusto e di schifo per chi sostiene certe teorie xenofobe e analizziamo la cosa….Cosa vuol dire essere un cittadino ? Vuol dire fare parte della comunita’, accettare le leggi dello Stato e avere diritti e doveri verso di esso . Ogni persona che nasce sul territorio Nazionale DEVE godere del  diritto la cittadinanza . Ora mettiamo che un figlio di immigrati diventi anch’esso genitore : cosa saranno i suoi figli ? Non certo cittadini italiani, se le cose rimangono cosi’… E nemmeno cittadini di uno Stato straniero, di cui magari non conoscono nemmeno la lingua e che il suddetto Stato non riconoscera’ come suoi appartenenti in quanto nati in territorio straniero. Saranno quindi degli eterni apolidi, senza alcun diritto come gli altri cittadini, pur avendo stesse abitudini e stessa lingua, in nome di una fantomatica stirpe italica. Ma poi, come si misura questa fantomatica stirpe ? Daglli anni passati sul territorio ? Io posso essere nato in Italia e aver sempre vissuto all’ estero ma saro’ sempre un cittadino italiano , magari con doppia nazionalita’ e fin quando e se lo desidero. Dal credo religioso ? Ricordo che nella nostra Costituzione vi e’ la liberta’ di culto e questa presa di posizione leghista nella difesa della religione cattolica e’ pura demagogia. Si misura dal come si parli la lingua nazionale ? Beh,, credo che gli stranieri la parlino sicuramente molto meglio di tanti buzzurri leghisti che al massimo arrivano al loro dialetto ….  e ne vanno pure fieri.Si potrebbe tirare in ballo un discorso autoctono, cioe’ la cittadinaza esclusivamente a coloro che sono da sempre, come genealogia, italiani : quanti allora lo sono ? Se risalissimo alle nostre progenie, vedremmo che piu’ si va’ indietro nel tempo e maggiore e’ la probabilita’ che abbiamo origini da popoli di altri Paesi, che hanno abitato le nostre odierne terre. Vi siete mai chiesti signori leghisti cosa e’ che ci rende unici , nel bene e nel male ? Da cosa derivi questa eterogenia riguardo alle tradizioni, ai prodotti e alle caratteristiche somatiche di ognuno di noi italiani ?? Semplice …… Siamo un misto di culture e di popoli che hanno lasciato il segno nel nostro Paese e che hanno fatto si che uno Stato piccolissimo diventasse famoso in tutto il mondo . Ricordatevelo quindi e smettela di rompere con queste logiche da osteria : la gente che abita nell’ Italia settentrionale si e’ davvero stufata di essere considerata leghista, cosi’ come al sud sono stanchi di essere considerati mafiosi e scansafatiche. P. S. Riguardo a considerazioni del tipo ” LA PADANIA ESISTE IN QUANTO ESISTE IL GRANA PADANO….” , credo che la frase non necessiti di alcun commento in merito se non una mera considerazione …..Se esiste l’ Atlante Geografico , esiste anche Atlantide !!!

Gianluca Bellentani

 



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