Sequel obbligatorio, da fare per completare la storia, e da vedere per chi ha apprezzato lo splendido primo film biografico, "La leggenda di Ip Man", dedicato al più grande maestro di arti marziali cinesi del XX secolo.
Ora siamo ad Hong Kong, dove Yip s'è trasferito dopo la guerra. Vive di stenti in attesa che decolli la scuola di Kung Fu che ha deciso di aprire. All'inizio quindi problemi economici, poi quando cominciano a farsi avanti altri maestri della zona, in particolare Hong che li coordina e gestisce insieme ad un altro cinese mediatore i delicati rapporti coi rappresentanti del governo inglese. Yip riuscirà a risolverli, non certo senza dover combattere, e troverà il rispetto del maestro rivale. Finale poi molto alla "europea", per come è girato, quando Yip incontrerà in un combattimento particolare un campione di boxe occidentale.
Diciamolo subito: questo film non raggiunge le vette del primo in termini cinematografici, c'era da aspettarselo forse. Sarebbe da giudicare in 2 parti: la prima, dove ci sono solo le lotte per sopravvivere nella miseria e per farsi rispettare dagli altri maestri è più che ottima, mentre la seconda, proprio per lo stile appunto occidentale (alcuni dicono addirittura che ricorda rocky, ma mi pare eccessivo) è meno intrigante.
Yip Man e Bruce Lee
Solo all'ultima scena compare un bambino, il suo famoso discepolo, Bruce Lee, che nei titoli finali tra foto varie viene raccontato. Tutto lascia pensare, e sperare, in un terzo episodio, quando Yip appunto addestrerà il suo grande successore.