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Zitella? Per antiborghesia. E igiene

Creato il 28 gennaio 2015 da Olga


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Sono uscita con la mia migliore amica inconsapevole. Dico inconsapevole perché tutti vorrebbero essere migliori amici di A.G., ma solo io sono riuscita a entrare così tanto nella sua vita da vendere a suo marito un mio reggicalze da esposizione che loro tengono appeso in camera vicino al talamo nuziale. Anche se non credo che questo sia sufficiente a essere la sua vera migliore amica.

Tant’è, ultimamente devo ammettere che ho delle difficoltà a rapportarmi con i costumi sociali. Non più del solito, ma comincio a pensare che essere donna single non sia socialmente accettabile. Dico, io sono single e sto bene così, lo so che è difficile a credersi, la leggo la pietà negli occhi di tutti, quando dico che non sono fidanzata. Mi devo giustificare.

“ti dovresti  trovare uno che su, uno che giù ecc” La mia risposta è in genere “boh”.

E poi mi immagino sempre il mio ex che mi giudica “non sei mai riuscita veramente a dimenticarmi, dopo tanti anni sei ancora single”. E io io gli invio messaggi laconici per tutta risposta, in cui dico “smettila col tuo pensiero borghese, mi diverto”. Ripeto la stessa identica frase una volta al mese. E’ un monologo su whatsapp. Escono le due spunte blu che ha letto il messaggio, non risponde, però ha letto. E a me basta così per stare in pace con la borghesia.

“è un pensiero che devi accettare” – mi dice la mia migliore amica – “ se lo vuoi cambiare ti devi fare un mazzo e non ne vale la pena, non cambia nulla” – continua.

E così è da un po’ di tempo che dico alle mie amiche che vorrei un fidanzato. Da due giorni pieni. Loro o mi rispondono “non voglio infliggere questa tortura a nessuno dei miei conoscenti”, oppure mi guardano, inclinano la testa da un lato e: “ma io non ti ci vedo fidanzata, stai così bene”

Questa è stata la prima risposta di A.G quando mi sono confrontata con lei sulla possibilità di fidanzarmi seriamente. E da lì abbiamo cominciato un dialogo della verità. Lei è 100% ciociara, va detto.

“scusa, ma a un certo punto penso che vorrò avere dei figli” Lo dice anche Matthew Mecconaga in True Detective che la cosa tra uomini e donne “it’s all about kids”.

A. G. mi guarda, ci pensa, abbassa la voce e si fa molto seria. Mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono neri. Al ristorante macrobiotico sono le 18.30 e nei nostri piatti c’è la salute.

“e poi inoltre, la ragione per cui rimorchi così tanto è che non sembri una che si accolla, ma anzi, hai il fascino di quella che non glie frega”

“ma come, non rimorchio tanto perché sono bellissima?”

“no”

“ah”

“e poi te lo devo dire. Tu hai presente che cosa significa essere fidanzata? Vuol dire che a meno che non fai degli accordi preventivi d coppia, tu devi andare a letto con una persona soltanto per tutta la durata della relazione”

Di fronte a questa verità mi è crollato il castello delle nuove volontà. Com’è possibile scoprire tutti i pazzi che esistono al mondo se sono legata a un unico letto per un periodo > e uguale ai 2 mesi?

In fondo la mia è onestà.

Poi abbiamo parlato di altro. Anche io volevo essere utile alla mia amica. Gli uomini invecchiamo meglio delle donne: lei sarà frollata e suo marito no, a breve.

“ma lui non sarà frollato agli occhi delle altre donne, ma agli occhi tuoi sì. E di contro tu non sarai frollata agli occhi degli altri uomini, il tuo fascino resterà tale. Se rimorchi è per quello, e sempre sarà così” le ho detto io, che pure me la sentivo di darle consigli.

Me ne ha dato atto.

Poi scendendo le scale della metro ha detto che non esistono le magre fisicamente magre, ma che chi è magro non mangia. E che quando fai la coda alle macchinette per prendere il biglietto è un atto di conformismo – giustificato antropologicamente dai suoi studi universitari – e che tutti dovremmo controllare se ci sono macchinette libere. Nella fattispecie abbiamo trovato una macchinetta libera poco avanti la coda.

Io non c l’ho più fatta a tenermelo dentro, perché era venuta fuori troppa roba vera, troppa vita. Il tè bancha c’aveva riempito la vescica e tutto assumeva il carattere di urgenza. E allora sul treno che ci portava alle nostre destinazioni, ho indicato la schiscetta piena di cavolfiori e verze vegane, schiscetta di cui tutti i presenti avevano contezza per ragioni che vi spiegherò nella chiusa e le ho detto:

“Tu sai però che cosa stai somministrando a tuo marito?”

“no”

“puzza”


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