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Apokalypsis Remix

Da Ludovicopolidattilo

Gas Mask Girls

Una delle fonti [apocrife] di “Apokalypsis pour homme”.

Io, Ludovico Polidattilo, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio. Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: “Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa.” Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d’oro e in mezzo ai candelabri c’era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro. I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l’aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque. Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza. Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: “Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. Infine dalle cose scritte risolviti a trarre uno spettacolo teatrale che terrorizzi, diverta, incuriosisca e istruisca pure, affinché gli uomini, vedendolo, sappiano cosa accadrà loro alla fine dei tempi, e dopo di quello non desiderino vedere altro perché avranno visto tutto, e altro in verità non vedranno, non rimanendogli tempo neanche per un tiro di Camel Light”.

[…]

Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutte le larve di mosca che il marcio della terra ha generato: «Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi». Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e le larve di mosca si saziarono delle loro carni. Come se non bastasse non c’era neanche un bar aperto.

[…]

Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta ritto sul mare e sulla terra». Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo masticai a lungo con tenacia, ma non riuscii a deglutirne neppure una pagina. Fu allora che l’angelo stappò un Gewürztraminer Colterenzio e me ne versò una coppa generosa per accompagnare l’arduo boccone. Bevvi, mi rivolsi all’angelo e dissi: «Sapore asciutto, caldo, robusto e armonico. Forse un po’ tannico. Ottimo anche abbinato all’Ecclesiaste o al Deuteronomio».

[Giovanni Apostolo & Ludovico Polidattilo, Apocalisse]



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