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10. Birre

Creato il 09 settembre 2010 da Fabry2010

10. Birre

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Leopoldo è agitato: tornando a casa ha trovato una lettera anonima con un accusa di plagio all’autore del romanzo di cui è il personaggio principale. Sarebbe troppo simile al Marcovaldo di Calvino. La notizia lo ha ferito, sente di avere ben poco in comune col suddetto, un’altra estrazione sociale e culturale, altri contesti, radici incompatibili. Teme, poi, le conseguenze: potrebbero impedire la pubblicazione, mettere il libro al bando, emettere sanzioni pecuniarie insostenibili per le sostanze esauste del suo inventore. Non riesce a stare solo, decide di uscire, arriva pensieroso al pub vicino casa, e ordina una birra alla spina. La ragazza gli chiede cosa sia successo, perché abbia un’espressione così scura; ma Leopoldo non ha voglia di parlare, in pochi istanti vuota il boccale e ne ordina un altro e un altro ancora. Al settimo gli occhi gli si chiudono, la testa comincia a reclinarsi, la mano tenta di impugnare il boccale e non lo trova. Vede qualcuno avvicinarsi: non è possibile, è Italo Calvino! Leopoldo lo prega di sedersi, ha qualcosa di urgente da comunicargli.
- Dottore…
- Mi chiami Italo.
- Caro Italo, lei sa quanto la stimi…
- Veramente non so nulla.
- E’ vero, non mi può conoscere. Comunque, sono il personaggio principale di un romanzo il cui autore è accusato di plagio: sarei la copia di Marcovaldo, roba da non credere.
- Marcovaldo è un segno che rimanda a un significato assai comune. Il segno, col tempo, si è evoluto e ne è venuto fuori un organismo più complesso, un personaggio che ho chiamato Palomar. La letteratura è uno sguardo sul mondo: anche il libro d’azione più incalzante rappresenta il quadro che l’autore vede avanti a sé, una scena che varia dalla biblioteca silenziosa alla strada in cui le comparse s’inseguono sparando, incuranti della folla. E’ impossibile plagiare uno sguardo, non ce ne sono due perfettamente uguali.
- E’ quello che dico anch’io! Perché non viene con me e ripete il discorso appena fatto? Il mio autore sarebbe scagionato.
- Caro Leopoldo, neanche se venissi con lei l’accusa muterebbe: è una questione di principio, non di verità.
- Significa che la verità non conta più?
- E’ un pezzo che ha smesso di contare, ma lei non demorda, altrimenti non sarebbe più Leopoldo e allora  sì che plagerebbe qualcuno altro.
- Concordo, dottore, la ringrazio!
Leopoldo gli porge la mano, ma gli sembra di toccare un vetro umido, che si rovescia sul tavolo e gli cola sulle gambe.
- Signor Leopoldo, ma cos’ha?
- Italo, mi perdoni, ho perso l’equilibrio.
La ragazza va a prendere uno straccio e chiede soccorso al proprietario.



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