Magazine Diario personale
In quei giorni mi stupisce ricordarci così tremendamente legati al destino dell'altro, quando le nostre rispettive presenze si confondevano negli stessi perimetri e avevano lo stesso odore. In quei giorni, quando tu non ci sei ed io non provo niente, mi sembra che non sia mai successo nulla, che tu sia spuntato fuori da un libro e che il resto appartenga alla memoria di qualcun altro.
Poi ci sono gli altri giorni però, quelli in cui me ne guardo bene dall'uscire dalla cucina perché ti vedo passeggiare su e giù nel corridoio, appoggiato al divano, steso sul mio letto, nudo sotto la doccia. E me ne sto in cucina, a fumare una sigaretta dietro all'altra, interrompendo lo stillicidio dei miei pensieri solo per preparare un'altra macchinetta del caffè.
In questi giorni prendo uno dei libri che hai lasciato a casa mia. Lo apro, lo annuso, lo sfoglio e immagino le tue mani che guidano le mie fino all'ultima riga. Non lo hai nemmeno letto il libro che ho scelto oggi. Lo avevi comprato perché te lo aveva consigliato tua madre che ne aveva letto su una rivista che aveva dimenticato quella sua amica così brava a fare i biscotti alla cannella.
Durante questi giorni penso che potrei morire, che vorrei morire, che sarei capace di morire. Penso che mi piacerebbe saperti disperato ai piedi della mia tomba, chiamare il mio nome perché mi rivorresti indietro.
E' doloroso per me ma non ho mai conosciuto un dolore così dolce, non ho mai avuto così paura che il tempo potesse portarmelo via. Poi sparisci, non ci sei ed io non sento niente. Non lo faccio di proposito, credo che sia una reazione autoimmune del mio corpo che, straziato dall'agonia di giorni infiniti, finisca con il secernere qualche strana proteina che mi alieni dal tuo ricordo.
Preferisco i giorni in cui ci sei, perché sono quelli più veri, perché anche se non mi vuoi più, mi rincuora sapere che io ti voglia ancora. Come sempre. Mi rassicura sapere di volerti, sapere che per me non è cambiato molto. Non saprei sopravvivere senza questa certezza.
I giorni in cui ci sei sono anche i giorni che odio di più. Osservo le persone vivere in modo ordinato, alcuni sono così arditi da essere perfino allegri. Per loro è un nuovo giorno qualunque, per me è l'ennismo giorno qualunque con un buco nel petto.
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Pagine di smeraldo
Eccoci giunti al nostro consueto appuntamento settimanale con la mia storia costruita su cinque parole datemi da una persona sconosciuta. In questo caso, una... Leggere il seguito
Da Andrea Venturotti
RACCONTI, TALENTI -
Sala d’aspetto
Ansia. Mi guardo attorno e vedo solo ansia. Tensione. Preoccupazione. Sudorazione. Sono in una maledetta sala d’aspetto. Penso che non esista altro luogo... Leggere il seguito
Da Andrea Venturotti
RACCONTI, TALENTI -
Arte, artisti, premi, beffe: ma c’è un limite?
L’Arte, questa benedetta amata-odiata-bistrattata arte. Usata in ogni dove, come condimento ad ogni pietanza, capro espiatorio per ogni fatto, colpa e fortuna... Leggere il seguito
Da Chiara Lorenzetti
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
Come cucire una mini pochette da jeans
Read this post in: EnglishOggi per la serie Cucicucicoo’s Eco Crafters and Sewers, abbiamo la fantastica Laura di Le Pecionate! Leggere il seguito
Da Cucicucicoo
BAMBINI, DIARIO PERSONALE, TALENTI -
Storie di vita di una ventenne
Aspettavo di incontrare J (che sta per Julia, ma solo sua mamma la chiama così), la nostra vicina ventidueenne che di mestiere fa la meccanica di motociclette... Leggere il seguito
Da Marina Viola
DIARIO PERSONALE, PER LEI -
La spiega sulle competenze (9000 caratteri)
Per chi non lavora dentro il calderone ribollente della scuola, per chi non ha figli in terza media o in quinta elementare, per chi non prende quindicimila... Leggere il seguito
Da Lavostraprof
DIARIO PERSONALE, SCUOLA