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88. Insostenibile

Creato il 03 agosto 2011 da Fabry2010
88. Insostenibile

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Avviene tutto in un momento: la serenità interrotta – il tavolo, i quadri appesi alla parete, il vaso nella nicchia, le immagini solite che rassicurano la mente -, gli uomini dai volti coperti fanno irruzione senza dire una parola – oltre la finestra, l’albero è immobile, come Myriam e Chochana, che rimangono di sasso -, avevano finalmente convinto Magdalenne – diciamoci tutto, dobbiamo uscire da questa situazione, e invece eccola, strattonata con violenza, le mani legate sul bacino, fermatevi, dove la portate! ma i due sono laconici, s’intravedono gli occhi semichiusi; di certo, non sono indifferenti alla bellezza della donna: mentre la trascinano, forse, pensano davvero di fermarsi, di giocare un po’ – papà, dove vai? torno tra poco, mi avevi promesso di restare!, e invece sono in auto, veloci, più veloci, supera a destra! Magdalenne, aspetta, dove vai! palazzi e alberi che corrono, una curva improvvisa, attento, deficiente! perché scappi, non volevo farti nulla, Magdalenne! manca poco che prendono il lampione o l’uomo che passeggia col giornale; dal lago, il villaggio è un mucchio di alberi e di case, dove mi portate? passano col rosso, dal finestrino spunta una pistola, Magdala è un gioiello di palme e rocce, ma la perla è lei, desiderata, inseguita da tutti, cosa t’importa? ti sei ficcata nei guai col nazareno, c’è odore di fumo nella macchina, le dà la nausea, la stordisce, non ho fatto niente, non saprete niente, ricorda una pietra, i resti di una sinagoga, la cintura che le stringe il petto, vorrebbe toglierla, strapparsi via di qui, sulla pietra un candelabro a sette braccia, probabilmente vide il volto, gli occhi del Mashiah, c’è una giostra, ai lati della strada, Magdalenne, dove sei stata, mi fai sempre preoccupare! la menorah sta sopra un piedistallo poggiato su base triangolare, attento, deficiente! gli occhi, gli occhi di Yehochoua, c’è una luce che mi abbaglia, che succede? si era fermato a pregare nella regione che circonda il lago, frena, frena, minorato! chi cercate? l’uomo chiamato il nazareno, sono io! la macchina scivola di lato, un fischio senza fine, come un grido d’animale, e caddero a terra appena lui disse: sono io, certamente, nella sinagoga di Magdala, pregò, gli occhi gli brillavano tra le pietre del tempio, davanti al candelabro a sette braccia, dove sei stata, mi farai morire, si slaccia la cintura, gli uomini bendati sono immobili, mamma, stai tranquilla, sono qui, hanno gli occhi sbarrati, come se l’ultima immagine fosse stata insostenibile.



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