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a ivo

Da Luci

la mia bisnonna artemide (detta temide) viveva con suo marito, i suoi dodici figli e con la cognata, suo marito e i loro, credo tredici, figli.

non è un caso che i nomi di mio nonno (nato nel 1911) e dei suoi fratelli (nati dal 1911 in poi) fossero in media di tre lettere.

mio zio ivo era uno dei più giovani, a lui devo il naso, la voglia matta di ridere di tutto, l’allegria dello stare insieme, la consistenza della brillantina per capelli, il barare a scopa, le poche parole di mantovano che conosco e una poesia, che mi insegnò da bambina e che adesso gli dedico, ora che ha perso l’ultima partita contro una brutta broncopolmonite.

la scureggia nella storia si è coperta di gran gloria

Sin da quando il globo aveva per viventi Adamo ed Eva

era in uso, a tutti quanti, di coprìrsi sul davanti.

Ma nessuno penso’, strano, di coprirsi il deretano.

Fino a quando i Sodomiti, di scuregge assai periti,

per eccesso di misura s’otturarono l’apertura.

I romani allor sommessi non frenarono gli eccessi.

Pur Augusto imperatore scureggiava a tutte l’ore,

e la corte assai perfetta scureggiava in etichetta,

e perfino in casi gravi scureggiavano gli schiavi.

Si racconta che Tiberio scureggiava serio serio,

che Caligola il tiranno scureggiasse tutto l’anno,

e più d’una Catilina ne facesse ogni mattina.

Cicerone a ore intere discorreva col sedere,

quelle poi di Coriolano si sentivan da lontano;

con un botto sulla trippa scureggiava pure Agrippa.

Muzio Scevola e Porsenna ne portarono una strenna

alle feste d’Imeneo, dove il console Pompeo,

e più ancora il gran Lucullo, scureggiava per trastullo.

Scureggiava Roma intera dal mattin fino alla sera,

scureggiava in grande stile anche il sesso femminile,

mentre invece Cincinnato scureggiava in mezzo al prato.

Senza sforzo le Vestali ci spengevano i fanali,

le faceva come l’olio Marco Tullio in Campidoglio

e non eran certo poche, domandatelo alle oche!

Scureggio’ Napoleone anche al rombo del cannone!

“La battaglia non si perda” e Cambronne rispose “Merda!”

ch’è la cosa più sicura se c’è in mezzo la paura.

Scureggiava come un tuono pur Cleopatra sul suo trono,

in contrario ad Agrippina che facevale in sordina,

le faceva senza posa Messalina Disdegnosa.

Scureggiava assai felice la dolcissima Beatrice,

rispondeva il vate Dante con un peto fulminante

le scuregge del Boccaccio poi lasciavano di ghiaccio.

Scureggiava pure il Tasso imitando il contrabbasso,

mentre invece il Macchiavelli sradicava gli alberelli,

ed il gran poeta Alfieri ne riempiva dei panieri.

Scureggiava Paganini per far ridere i bambini,

mentre invece il buon Pascal le faceva sulle scale,

e il gran Volta con la pila le faceva tutte in fila.

D’Archimede dir si vuole che oscurasse pure il sole;

mentre a colpi di pennello scureggiava Raffaello,

ed il grande Cimarosa la faceva rumorosa.

Dopo quanto è stato detto non si può chiamar difetto

se noi pure qualche volta scureggiamo a briglia sciolta,

perciò è lecito e prescritto che scurreggi il sottoscritto.



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