A pag. 53 le cresime, a pag. 54 gli annunci di prostitute e trans

Il giornale La Provincia insiste negli accostamenti bizzarri: oggi a pag. 53, nel taglio basso, la notizia delle cresime e voltando pagina riecco gli annunci di prostitute e trans. Non passa giorno che il quotidiano della Libera agricoltori e di Giovanni Arvedi, industriale dell’acciaio e importante socio internazionale di Siemens Vai, pubblica siffatti annunci economici di prostitute e trans, evidenziandone in neretto la prima parola, in modo che sia chiaro di che si tratta, ed incassandone il corrispettivo prezzo.
È imbarazzante: sotto le “comunicazioni personali” delle signorine o trans che senza danaro non concedono le loro grazie, ecco un piccolo annuncio pubblicitario dell’Aido.
Annunci pubblicati ogni giorno, come fosse qualcosa di normale. E lo è diventato?
Al lettore cremonese piace questa proposta di sesso a pagamento?
Ci si può porre una domanda. Se la prostituzione non è vietata dalla legge, lo sfruttamento sì. E in questi casi non c’è sfruttamento?
Non è certo il quotidiano in questione a condurre inchieste.
Una decina d’anni fa le proteste contro la prostituzione negli appartamenti si levò forte. Si formò un comitato che contattò un parlamentare, il prefetto e il vescovo, oltre al Comune.
L’appartamento di via Cordusio fu “liberato”. I clienti suonavano a tutte le ore svegliando i residenti del condominio e creando disagio. Anche il giornale di Via delle Industrie diede notizia, come La Voce e Cronaca.
Gli annunci tuttavia proseguono anche perché, evidentemente, funzionano. Chi paga l’annuncio effettivamente trova il cliente. Una regola applicata da chiunque pubblichi annunci su organi d’informazione o pubblicazioni diverse è chiedere “dove mi hai trovato?”.
Quale azienda non lo chiede con questionari su internet? Lo stesso fanno tali “annunciatrici”.
Non è la triste prostituzione di strada. È qualcosa di più ricco, comodo e organizzato. Ma c’è sfruttamento? Di chi sono gli appartamenti? Qualcuno gestisce le ragazze e/o le trans?

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