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“Adesso pasta”: Barilla e la libertà di impresa

Creato il 27 settembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Nella giornata di ieri, Guido Barilla, presidente della nota azienda parmense, è stato “fregato” da Cruciani e Parenzo, insuperabili, come sempre, nell’estorcere, all’ospite di turno, una frase ambigua (o una castroneria di prim’ordine), della quale noialtri, e FailCaffè oggi non fa eccezione, parleremo per i giorni a seguire (o fino alla puntata successiva de La Zanzara).

Ma, per dirla con Shakespeare, in questo caso, “troppo rumore per nulla”: infatti, a prendersi la briga di riflettere un po’ meglio sulle frasi incriminate, sul soggetto che le ha pronunciate, e, infine, sulla reazione della comunità LGBT e dei benpensanti vari, ciò che risalta, è, ancora una volta, l’ennesima polemica senza capo né coda.

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Infatti, il signor Barilla altro non ha detto che, la SUA azienda, nel fare pubblicità ai propri prodotti, non utilizza, né mai lo farà, famiglie che non siano quelle “tradizionali” (quelle in cui la mamma cucina per tutti, non me ne voglia la Boldrini), perché è quello il target di consumatori cui si rivolge.

Barilla vende un prodotto, non ha detto ciò che è giusto o sbagliato per il mondo, ma ciò che ritiene giusto per la promozione del SUO prodotto, e questo rientra nelle sue libertà, almeno credo.

E, sinceramente, sfido chiunque, al suo posto, ad utilizzare pubblicità di altro tenore!

Che poi, nell’esternare, abbia usato frasi poco simpatiche (“purché non disturbino gli altri”, “possono prendere la pasta degli altri”), lasciando trasparire valutazioni personali, che, personalmente, non posso condividere, rientra nell’alveo dei suoi problemi: sarà il SUO portafogli a risentirne direttamente.

Altro sarebbe il discorso da fare se nelle aziende del gruppo non venissero assunte persone omosessuali, il che sarebbe censurabile non solo a livello morale, ma pure giuridico, o, ancora, se l’imprenditore fosse un rappresentante istituzionale del popolo italiano: in quel caso, sì, lo sdegno sarebbe condivisibile, e la “brutta figura” la faremmo tutti noi, e non una società privata (neppure quotata in borsa).

Venendo alle reazioni, #boicottabarilla è diventato, subito, l’hashtag più utilizzato su Twitter, l’inizio di una mobilitazione che colpisce per velocità e diffusione.

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Perdonate l’essere poco benpensante, ma, a me, sembra una reazione isterica: a cosa servirà? Quali saranno le conseguenze del boicottaggio?

Ad occhio e croce, e con buona dose di cinismo, credo che, al massimo, qualcuno perderà qualche chilo; al supermercato, il 99,9% delle persone se ne sbatterà alla grande; e, tra una settimana al massimo, ce ne saremo dimenticati tutti, per lanciarci in commenti dell’ennesima cazzata di Borghezio, per dire.

Insomma, un’offerta sulla pasta De Cecco, sarebbe sicuramente più efficace per danneggiare gli introiti della società! (e se fossi nel reparto marketing dei competitor, ci farei più di un pensierino)

 


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