Quarant’anni fa, il 3 maggio 1973, moriva Ada.
Ada, che la sua vita furono la cucina e gli ingredienti, le ricette, i pranzi, i piatti e le portate, gli arrosti, le aragoste e le trippe, la Busecca e il Sartù, il Culibiac e il Cuscussù, l’economia domestica e la felicità coniugale, le animelle in frittura e il cuore in gratella, le quaglie stufate e il cervello in pastella.
Ada, che il suo amore fu Enrico, 42 anni con lui e 38 nel suo ricordo.
Ada, che morì a 92 anni.
Ada, che chissà se ci saremmo state simpatiche.
Festeggiare questo anniversario assieme al Salone del Lutto rende l’appuntamento solenne: grazie a Silvia, a Serena e a tutti gli amici del SdL.
Grazie ad Angela che ci ha ospitato, a Ugo, a Diego e alla signora Anna.
Grazie a tutti gli amici che sono venuti a brindare all’Anima di Ada – B, C, B e G con M e F, C e M, T, F e F, A, R, B, G e le sue amiche, A, T, F e la sua metà, la L, M e il suo amico, O, L, D con M, E, M, V con B, M e E, E, S, C, M, … – grazie a T che è passata e grazie a W.
Ma soprattutto grazie a Ada e al Talismano della felicità.
All’Anima di Ada, per commemorarla nell’anima, nel cervello e nella pancia.
P.S. Le foto ve le aggiungo tra poco
Per tante persone
Animelle di vitello in salsa
Animelle di vitello 1,5 kg
carote 2
cipolle 3
fecola di patate 2 cucchiai
burro 1 bel tocco
marsala 1 bicchiere
prezzemolo
alloro
pepe in grani
sale
Morale delle Animelle di vitello in salsa: per una degna commemorazione dell’anima le animelle non possono mancare. Sono molto emozionata perché non ho mai né visto né cucinato né assaggiato le due ghiandole presenti nel collo dei bovini che allo scadere del secondo anno si seccano riassorbendosi. Mi incuriosiscono molto disgustandomi al contempo. Ada scrive che la salsa alla fine si dovrebbe rapprendere in uno strato gelatinoso e saporito capace di vestire alla perfezione le animelle, avvenimento che in effetti accade. Le assaggio rapidamente e ormai fredde, di primo acchito mi piacciono. Le approfondirò, ça va sans dire.
Cervelli
Cervelli 1,5 kg
farina
uova
pane grattugiato
olio per friggere
sale
Morale dei Cervelli: Ada fondò nel 1915, a 27 anni, la rivista Preziosa e la diresse per tempo immemore, fino al 1959. Preziosa, che “come le piu` grandi riviste di economia domestica dell’estero, ha, prima in Italia, la sua bella sala di dimostrazioni, piacevole ritrovo delle sue gentilissime amiche”, la prima rivista italiana con la cucina in redazione.
Nel 1925 a 37 anni pubblicò la prima edizione del Talismano della felicità, uno dei libri di cucina italiana ancora oggi più conosciuti.
Non c’ è dubbio che avesse un cervello sopraffino…
P.S. I cervelli così preparati entrano nel fritto alla napoletana e alla romana.
Busecca (Trippa di vitello alla milanese)
Trippa 3 kg
patate grosse 5
carote 2
sedano
pomodori 500 g
porri 4
fagioli borlotti 500 g
burro
parmigiano grattugiato
zafferano
aglio
prezzemolo
salvia
chiodi di garofano
zafferano
pepe
sale
Morale della Busecca: su di lei ero sicura mentre invece mi dicono che tra tutti gli assaggi questo è quello che manca di mordente. Forse Ada non era una donna di pancia.
P.S. “Mentre la trippa alla romana si fa di preferenza con quella di bue, la specialità milanese della busecca deve essere confezionata esclusivamente con trippa di vitello.”
Frittata in trippa alla romana
Uova
sugo di pomodoro
cipolla
olio
pepe
sale
Morale della Frittata in trippa alla romana: nel mondo esistono anche i vegetariani e nessuno li vuole escludere dalla commemorazione, questo è il piatto pensato ad hoc, una classica finta trippa della tradizione. In questo caso apporto qualche modifica perché Ada la condisce con un bel sugo d’umido, che al vegetariano non si confarebbe. Che poi questa ricetta che resti tra noi è un po’ un omaggio anche alla mia nonna, che quando faceva la trippa faceva sempre anche la finta trippa per la metà di famiglia che altrimenti avrebbe digiunato.
P.S. Ovviamente curiose coincidenze anche questa sera non potevano mancare.
- Due ragazzi di Reggio Emilia increduli si fermano e festeggiano con noi: hanno accompagnato un giovane parente ad un concerto e durante il breve giro nell’attesa del ritorno, lontani centinaia di chilometri dalla loro cucina, leggono il nome di Ada Boni e hanno un sussulto. Anche per loro e il loro fegato Ada è una zia alla lontana, una gentilissima amica, una domestica presenza dal giorno in cui il coinquilino ha deciso di preparare regolarmente piatti del Talismano. Città che vai, felicità che trovi.
- Da una quindicina d’anni ogni tanto mi chiedo che fine abbia fatto F e allo stesso tempo da una quindicina d’anni mi chiedo perché mi chieda che fine abbia fatto F. Non ne vengo a capo questa sera con un’incredibile illuminazione però… F è qui questa sera: viviamo all’incirca nello stesso isolato, A – pietra miliare di pentolapvessione e amico del cuore – è un caro amico di entrambe, per caso ci presenta lui. Non ci saremmo mai riconosciute.