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All you need is…Love!

Creato il 21 novembre 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

Kevin Love vs Knicks

Il celebre pezzo dei Beatles sembra essere il motivetto più canticchiato dalle parti di Minneapolis nelle ultime due settimane, dove impazza la “Love mania”, e non si tratta di un nuovo movimento o tendenza giovanile ispirata al più alto dei sentimenti umani. Molti si chiedono “E’ un centro? Forse un ala? Oppure una guardia un po’ scresciutella? Ma no … è Kevin Love!”

Inizio di stagione a dir poco esaltante per il numero 42 dei Timberwolves, nel suo terzo anno nei pro, che con un crescendo di prestazioni è balzato sul palcoscenico NBA come uno dei giocatori più in evidenza del momento. Quinta scelta assoluta del Draft 2008 (quello di Rose, Beasley, OJ Mayo, Westbrook e del nostro Gallinari), proveniente da UCLA scelto prima da Memphis, girato poi a Minnesota in cambio di Mayo preso dai Wolves con il numero 3. Finora l’affare sembravano averlo fatto i Grizzlies, e per i primi due anni è stato effettivamente così: mentre Mayo segnava e giocava di più (oltre 18 punti in quasi 40 minuti a partita) facendo la voce grossa nella lotta per il miglior Rookie, Love ha disputato i suoi primi due anni da professionista con medie discrete ma non esaltanti (11.1 punti a partita il primo anno e 14.0 il secondo) giocando abbastanza poco, tra i 25 e i 30 minuti per gara, complessivamente con una certa discontinuità, e si temeva per la sua potenziale riuscita come giocatore di alto livello nella massima lega, a dispetto delle ottime impressioni destate al College.

Un fisico a metà tra due ruoli, gli addetti ai lavori lo ritenevano infatti troppo leggero per un centro e forse troppo pesante per un’ala,ma Kevin ha saputo fare di questa ambiguità il suo vero punto di forza: quest’anno è riuscito a diventare sia un’ala da 17.6 punti di media a partita, ricevendo in post alto, post basso, spalle a canestro, in penetrazione e (non raramente) dalla lunga distanza, ma anche un centro che cattura la bellezza di 13.8 rimbalzi per gara, e tutto in 31.4 minuti a partita: Love è un esaltante mix di potenza e intelligenza tattica come pochi se ne vedono in giro, soprattutto con quel colore della pelle. Altra specialità della casa per Love è la difesa, sfruttando i suoi chili e centimetri per farsi il vuoto intorno a rimbalzo, portare blocchi granitici nel gioco a due (spesso con Michael Beasley) e nel chiudere le vie di penetrazione verso il proprio canestro, inoltre al college era noto per le sue qualità di abile passatore, e anche nei pro mostra questa attitudine, soprattutto per il cosiddetto “outlet passing” ossia le rapide aperture lunghe dopo un rimbalzo difensivo: quando c’è lui sotto canestro a prendere posizione, spesso un compagno di squadra già corre verso l’area avversaria con buone probabilità di ricevere rapidamente un lungo passaggio destinato all’inchiodata ad effetto o quantomeno ad una transizione favorevole.

Kevin Love vs MagicDel talento nativo di Lake Oswego, cittadina dell’ Oregon, ne sanno qualcosa soprattutto i poveri Knicks, scelti da Love come il bersaglio ideale con cui celebrare il suo ingresso nella storia dei T-Wolves e dell’intera NBA. Nella sera del 12 novembre, arriva non una vittoria qualunque dei Wolves contro una squadra ancora enigmatica come i newyorkesi, o l’ennesima buona prova di quel numero 42, bensì una prestazione che non è certo passata inosservata a tutti gli appassionati di storia del basket e delle statistiche: Kevin Love è infatti riuscito nell’impresa di collezionare 31 punti e 31 rimbalzi. L’ultima volta che un giocatore NBA riuscì a fare una prestazione da 30+30 risale addirittura al 1982, ed erano tempi in cui si sbagliava molto al tiro, dunque c’erano più opportunità di catturare molti rimbalzi rispetto ad oggi. L’ultimo a riuscirci, fu il grande Moses Malone (2 metri e 8 per 118 kg, curiosamente lo stesso peso e la stessa altezza di Love), tre volte Mvp stagionale e campione Nba nel 1983 con i Philadelphia 76ers di “Doctor J” Julius Erving: Moses Malone fece 38 punti e 32 rimbalzi nel 1982 contro i Seattle Supersonics e da allora nessuno era più riuscito a fare un 30+30.

I Timberwolves non hanno avuto per ora una partenza eccellente ma sono squadra giovane che può esprimere nel tempo un certo potenziale, e questo dipenderà soprattutto dall’intesa tra Kevin Love con l’esplosività e talento di Michael Beasley, che in questi mesi è andata sempre più accrescendosi, soprattutto l’ex Miami ha visto le sue percentuali alzarsi notevolmente, raggiungendo finora i 22.4 punti a partita, frutto soprattutto del gioco combinato con il compagno di squadra, del quale sfrutta blocchi e passaggi, che lo mettono spesso in condizione di andare facilmente a canestro. Dice lo stesso Beasley:

Osservo K-Love da tempo. Ho giocato con alcuni attaccanti di stazza notevole che sanno passare la palla, ma non come lui. Lui può fare quello che vuole…passare, tirare e penetrare verso canestro. Non potrei giocare a due con un compagno migliore di lui.

Curioso come prima della gara Love gli abbia confidato un “ne farò 30 stasera” e il compagno Michael gli abbia risposto “30 cosa?“.

Visto l’avvio di Love in questa stagione non è niente male sperare di vedere finalmente qualche altro bianco giocare su questi livelli, dopo i vari Gasol, Nowitzki, Nash, Ginobili, mettiamoci ormai anche il nostro Mago Bargnani, e via dicendo, se non altro per convincere che anche i comuni mortali sanno giocare a basket.


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