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Aspettando il "Venerdi' dei Martiri"

Creato il 23 agosto 2013 da Baraem
E' passata quasi una settimana dalla sanguinosa giornata di Venerdi' scorso (ne parlammo qui) che porto' una violenza assurda nelle strade egiziane, e sono passati 10 giorni quasi dal violento smantellamento del sit in di Rabaa (ne parlammo qui).
Da allora si contano ufficialmente 1000 morti, 100 tra poliziotti e soldati, 900 tra i civili.
Fonti indipendenti parlano invece di 1660 decessi.
I Fratelli (non) Musulmani parlano di piu' di 4000 vittime.
Non importa chi ha ragione, i numeri in ogni caso, sono troppi.
In una settimana ci sono state vittime pari a quelle della Rivoluzione del 25 Gennaio 2011, e questo e' sconvolgente.
Questa settimana passata e' stata intensa di avvenimenti, e direi che anche se in maniera differente, la settimana ha segnato ancora sangue e vendetta.
25 poliziotti sono stati letteralmente giustiziati  nel Nord Sinai, uccisi a sangue freddo con due pallottole dopo che i loro assassini li avevano sistemati per terra a testa in giu'.
La cittadina di provenienza dei giovani ragazzi, Monufeya nel Delta, si e' letteralmente scagliata contro la fratellanza, con manifestazioni   e distruzione di strutture commerciali appartenenti a persone sostenitrici dei Fratelli (non) Musulmani.
Diversi commissariati sono stati attaccati e poliziotti sono stati uccisi, molte chiese sono state date alle fiamme e sono state distrutte, raggiungendo il numero di 80 finora.
Al Sisi in un discorso alla nazione pochi giorni fa ha detto che le violenza non troveranno spazio in questo Paese e che nessuno ha il diritto di interessarsi alla politica interna, riferendosi alle nazioni estere che in questi giorni discutevano una possibile reazione alla violenza dei giorni passati.
Reazione che non c'e' stata se non per lo stop alla fornitura di armi da parte dell'Unione Europea, Italia in primis, che fornisce armi all'Egitto.
Al contrario le reazioni arabe hanno pesato enormemente sulle decisioni di quelle europee. L'Arabia Saudita infatti a promesso che chiunque si mettera' sulla strada dell'Egitto verso la lotta al terrorismo, ne paghera' le conseguenze. E quindi come si puo' far arrabbiare Mr. petrolio?
Giornalisti che subiscono perquisizioni fin dentro casa, sia egiziani che internazionali, ed altri che vengono uccisi ai posti di blocco "per errore" ed El Baradei accusato di tradimento.
Una situazione instabile e incerta, simile ad una pentola a pressione, quella in cui ci troviamo attualmente.
Quasi tutti i leader della fratellanza sono stati arrestati: Safwat Highazi, predicatore e grande sostenitore dei fratelli stava scappando in Libia vestito da donna (con il viso coperto da un niqab) quando e' stato arrestato; Mohammed El Badie, Guida suprema della fratellanza e' stata arrestato in un appartamento a Nasr City; Mourad Ali, uno dei leader della fratellanza e' stato arrestato in aereoporto mentre stava imbarcandosi per Roma con tanto di collana d'oro al collo (l'oro e' proibito per gli uomini nell'Islam) e senza barba; i portavoce della fratellanza, Ahmed Abou Baraka e  Aref sono stati arrestati oggi; Hassan el Prince, leader della fratellanza e' stato arrestato durante una marcia Pro Morsi; Fathi Shebaba, leader del partito politico della fratellanza e' stato arrestato in un appartamento a New Cairo,
Questi sono i nomi noti, i meno famosi appartenenti al gruppo e finora arrestati sono piu' di un centinaio.
Arrestati anche alcuni dei ragazzi appartenenti ai "Giovani Fratelli (non) Musulmani", un ramo piu' moderno della fratellanza.
Dopo l'arresto, molti di loro, hanno cominciato ad incolparsi a vicenda ed a negare l'evidenza.
Badia ha accusato Belthaghi, uno dei leader, di organizzare le marce armate (Beltaghi ancora non e' stato arrestato) e Safwat Highazi  dichiara di non supportare la fratellanza, di non volere Morsi, di volerlo anzi incarcerato e di considerare il ramo politico dei Fratelli (non) musulmani, fallito.
Queste dichiarazioni, passate audio alla televisione e fatte dopo l'arresto, sono uno schiaffo in faccia, spero, per i sostenitori di quest'uomo, in assoluto il piu' violento tra i personaggi arrestati.
Dopo aver passato piu' di un mese a Rabaa ad inveire contro l'esercito, affermando che "Se Morsi non torna per l'Egitto non ci sara' pace e scorreranno fiumi di sangue", Safwat ha avuto il coraggio di "vendere" in un secondo i suoi "ideali" pregando le forze dell'ordine di liberarlo promettendo che non si sarebbe piu' mischiato nella politica.
Se poi pensiamo che quest'uomo e' un predicatore religioso, e non un politico e non facente ufficialmente parte del gruppo della fratellanza, lo stupore e l'indignazione sono senza dubbio superiori.
Altra notiziona, aspettata, della settimana, e' il rilascio di Moubarak. 
Il vecchio Rais si trova ora nell'ospedale militare di Maadi, agli arresti domiciliari. Sono cadute le accuse per tangenti e Moubarak ha pagato la parte di denaro sottratto allo Stato. Ancora in corso invece la causa per l'uccisione dei manifestanti durante la Rivoluzione, dalle quali si scommette che ne uscira' pulito e che una volta concluso il trambusto giudiziario, se ne tornera' nella sua "villetta" di Sharm el Sheik, per goia dei suoi sostenitori.
Indignazione e rabbia, tra coloro che chiedono giustizia per le perdite, per le vite umane spezzate durante quei lunghi 18 giorni di vera  Rivoluzione.
Delusione, tantissima, tra tutti noi che, in quella Rivoluzione avevamo creduto ma che, purtroppo sta arretrando a vista d'occhio guidata dal telecomando delle Forze Armate.
Sembra di fare un passo indietro nella storia, Moubarak e' fuori e Morsi e' in carcere. 
Moubarak ha lasciato Torah, i suoi figli ancora no, e proprio pochi giorni prima e' nata in rete una pagina facebook a lui dedicata "Moubarak presidente dell'Egitto 2014", (link qui) che ha raccolto in pochissimi giorni piu' di 3000 utenti. 
Il Movimento di 06 Aprile aveva organizzato una manifestazione contro il rilascio del vecchio Rais ma e' stata da poco cancellata per motivi di sicurezza.
Domani infatti si terra' il "Venerdi' dei martiri", organizzata dai manifestanti Pro Morsi ed alla luce di cio' che e' accaduto Venerdi' scorso il movimento ha preferito non rischiare.
Tamarod (i Ribelli) accusano Morsi per la liberazione di Moubarak, affermando che il deposto presidente non aveva provveduto a modificare le leggi grazie alle quali ora il vecchio Rais lascera' la prigione.
La gente, quella comune, per le strade del Cairo, ha diverse reazioni.
C'e' chi implora di non manifestare piu', che tanto e' inutile, qualsiasi sia il fine della manifestazione.
C'e' chi e' felice del rientro in patria di Moubarak e si augura che con lui ritorni l'Egitto che c'era nel 2010.
C'e' chi e' indignato ed arrabbiato e si dice preso in giro.
C'e' chi invece dice che non andra' mai piu' a votare, che tanto e' inutile.
Pensando a tutto cio' che e' accaduto finora, a quanto stanche siano le persone, a quanto sangue e' stato versato per raggiungere una meta ormai irraggiungibile, credo anche io che manifestare, ora, non serva proprio a nulla.
Ormai si rischia la vita, sia che tu sia pro Morsi che Anti Morsi, sia che tu sia Pro Esercito che Anti Golpe, comunque si rischia la vita.
Fotografare e' insicuro, manifestare e' insicuro, per i giornalisti non e' sicuro, per chi crede in qualcosa non e' sicuro.
L'unica sicurezza che ci e' stata data a forza e che non possiamo rifiutare e' l'esercito di salvezza.
Quell'esercito che ogni giorno la tv di stato propone 100 volte in 100 salse diverse, addirittura con bambini vestiti da soldato che fanno sorridenti esercitazioni, con scenari simili ad un dopoguerra.
Quell'esercito che ci ha chiuso in casa con il coprifuoco dalle 19, in una citta' che vive di notte, con un caldo asfissiante che ti consentiva di uscire solo la sera.
Sempre quell'esercito che ha bloccato da 10 giorni le ferrovie ed ha diviso il Sud dell'Egitto dal Nord, rendendo impossibili i movimenti anche per chi cerca di raggiungere le citta' per motivi di salute o per lavoro.
Quest'esercito che parla in tv, glorificato, che uccide e muore per l'Egitto, che combatte per il potere.
Non possiamo sottrarci alla storia, al volere di chi puo' decidere a prescindere dalle nostre posizioni.
Dobbiamo semplicemente stare fermi, accettare, e vedere come va a finire.
E speriamo che vada a finire bene.
Chiudo questo post con un pensiero doloroso dedicato ai bambini siriani uccisi ieri da gas nervino.
Che Dio faccia gioire queste anime tra i giardini del Paradiso e dia l'inferno in terra e nell'aldila' a chi ha fatto loro del male.
RIP.
Aspettando

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