Magazine Diario personale

Cari democratici: gli spari sopra sono tutti per noi.

Creato il 21 aprile 2011 da Cristiana

Per chi conosce la mia storia ci sarebbe da ridere.

Io l’outsider del PD, mai militato nella FGCI, mai avuto la tessera di DS e PDS, conosciuta all’università per minare il senso stesso della Sinistra Giovanile (che pure aveva dei capi romani in gambissima) perché fondai insieme a tantissimi altri (le cose non si fanno mai da soli) una roba che anticipava il PD, si chiamava Inchiostro Rosso e sconfisse tutti. Destra e Sinistra.

Ma vabbè.

Detesto le organizzazioni militarizzate, l’obbedienza, la lobotomizzazione marziale che fa tacere le passioni in nome di una strategia comandata dall’alto (in altri luoghi lo definisco dalemismo spinto)

Dall’altra parte quasi 3 anni di militanza in un partito e l’esperienza lavorativa, mi hanno insegnato che se non ci si organizza non si va da nessuna parte: vedere alla voce la deflagrazione penosa che i movimenti come il Popolo Viola hanno avuto. Per assurdo fanno meglio i grillini che almeno hanno fondato un partito (e non un movimento come sbagliano a dire) e si confrontano con le preferenze.

Sono tra quelli che vorrebbe un ricambio generazionale e di genere più rapido e veloce. Vorrei che, come una volta, i nostri dirigenti scavassero nelle competenze dei giovani e non nella loro fedeltà.

E’ tutto vero, non nego nulla.

Nemmeno i burocrati di partito piazzati nelle aziende pubbliche, pagati dalle tasse. Piazzati lì grazie alla politica in attesa della poltrona. Spesso inefficienti sul loro posto di lavoro. Chi lo nega questo?

Ma la soluzione a tutto questo è difficile.

Non è astenersi dal voto.

Non è fare di tutta un’erba un fascio.

Non è sputare sul sistema dei partiti che poi è l’essenza del fondamento democratico della nostra stessa costituzione. che va letta tutta, non solo nelle parti che fanno comodo (io per esempio mi leggo il pezzo sul Concordato spesso, per ricordarmi che siamo uno Stato clericale).

Un amico di 23 anni di SeL, mi manda questo pezzo di un blogger sul Fatto Quotidiano  in cui si attacca Fausto Raciti, segretario dei Giovani Democratici.

Si fa ironia sulla giovanile del PD. Si fa ironia su tutti e tutto.

Ora io sono tra i politici che pensa che le critiche siano il sale della democrazia. Dico sempre agli amici giornalisti che voglio domande cattive, voglio crudeltà nei miei confronti perché potrei sbagliare. Non faccio politica per arrivare da qualche parte, ma per un’Italia migliore. Con questo faro finisce che a volte vai a dormire anche incazzato con te stesso. Non c’è niente da fare.

Però allora, senza alcun intento censorio, ma solo di polemica, chiedo a Stefano Feltri perché non si limita a criticare il signor Raciti e basta. Gli comunico che io appoggiavo Giulia Innocenzi al congresso dei GD. Gli comunico però che la giovanile non è Raciti come il PD non è D’Alema.

L’unica frase su cui mi sarebbe piaciuto discutere è quella sul tema del lavoro, su cui, gli comunico: sono per il contratto unico, come tanti nel PD. Ma perché questa personalizzazione che il berlusconismo applicato all’ antiberlusconismo?

Frasi come”… i Giovani democratici che per chi non lo sapesse sono i giovani del Partito democratico (ebbene sì, esistono)…” mi offendono. E sai perché? Perché spesso non appaiono le bandiere perché se no sembra che il PD mette il cappello su tutto. Invece IDV e SeL, violano i patti e si mostrano. E’ questione etica, questa. A me fa schifo e preferisco, in questo, la correttezza di chi dà la parola e la mantiene. In politica mi porta a fidarmi di più. Non le raccontate queste cose? E’ perché non le sapete.

La verità è che il giornalismo e l’informazione hanno la stessa malattia della politica: sono vanitosi. Non si va più in profondità. Non si studia più. Cosa sai tu, Stefano della giovanile del PD? Sai per esempio che erano uno dei pezzi della manifestazione contro il precariato del 9 aprile? Sai che sono in prima linea contro l’omofobia? Sai che fanno il servizio d’ordine del più grande partito popolare di massa? Sai chi sono?

Fai una cosa. Alza il culo (se vuoi fare il giornalista vero) e passaci del tempo. Io l’ho fatto. Ho imparato tanto, fermo restando che sono il loro ago tra le costole e cerco sempre di punzecchiarli. Devono studiare di più. E ribellarsi. E candidarsi. E dire qualche vaffanculo in più. Ma in tempi come questi, che non sono quelli di Valle Giulia, di quando faceva figo fare politica con la chitarra e le tette al vento, cerchiamo di rispettare un’organizzazione giovanile che esiste e, a fatica, sta cercando di ricostruire il terreno della militanza e la presenza tra i coetanei.

Tornando a “costruire”, visto che siamo sullo stesso lato.

Ai Giovani Democratici dico di non reagire con la chiusura, ma di andare in mezzo ai blogger: non sono marziani virtuali. Raccontate loro cosa state facendo, fateli raccontare, riconnettetevi con i vostri contemporanei.

Al resto del mondo del centro sinistra, agli incazzati con il PD dico: abbiamo tanto da fare dentro il PD. Ma senza PD il Paese è spacciato. Se fate di tutta un’erba un fascio non aiutate chi come noi vuole un ricambio vero e non ha paura del confronto.

Anche a me D’Alema che se ne va mi fa male e mi viene voglia di mandarlo a cagare (lo faccio ogni giorno). O mi imbestialisce il tipo che ha attaccato il blogger (che se ne è andato perché noi lo abbiamo cacciato per i suoi metodi) prima che cominciassimo a discutere con passione ma senza violenza.

Santoddio…il nemico è la fuori e noi siamo avvolti dal solito tafazzismo polverizzante. Cazzo, parliamoci.


Filed under: GENERAZIONE PD, IMPOLITICO, PD

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