La prima mossa è creare un blog, questo credo che sia risaputo.
Molto prima della pubblicazione dell’ebook, è bene cominciare a scrivere con assiduità e cura. Nessuno ti conosce, nessuno sa chi sei. Amici, conoscenti? Lascia stare: sono importanti perché magari ti incoraggiano. Ma forse ti incoraggiano perché non hanno la forza di dirti la verità.
È fondamentale ricordare che scrivere è un mestiere. Sì, anche se lo fai su un blog è un mestiere, o meglio: per te lo deve essere e per questa ragione lo devi prendere seriamente. Lo riscrivo: TU lo devi prendere seriamente. Gli altri: non ci puoi fare niente. Faranno spallucce quando affermerai una cosa del genere:
“Ma se è un mestiere e nessuno ti paga, che mestiere è?”
Però una cosa è in tuo potere. Dimostrare che hai una personalità, un’intelligenza, una testa. Un blog non può ridursi a megafono del tuo piccolo ego, quindi se la tua strategia è riempirlo di post nei quali spieghi ogni giorno cosa scrivi, sbagli.
Le persone sentiranno odore di imbonitore, e andranno da un’altra parte. Anche dopo, quando avrai pubblicato, ripetere ossessivamente ogni giorno che il tuo ebook è nei principali store online: non serve.
Hanno capito benissimo anche se non sono intelligentissimi e hanno un modesto titolo di studio.
In televisione serve, si deve agire così, per questo capita di vedere dei bizzarri personaggi che si appassionano per prodotti inauditi, e ne ripetono ossessivamente qualità e pregi. Lì funziona.
Questo però è il Web.
Ti svelo un segreto (di Pulcinella). Guy Kawasaki dice che bisogna corteggiare gli agnostici, non gli atei. Lui parla di prodotti, start-up, servizi destinati cambiare la vita alle persone.
Io, più modestamente, affermo che devi corteggiare quelli che sanno leggere, non i lettori.