Cinquanta sfumature di Italicum, ode al Nazareno
Troppa ansia ha creato lo scricchiolio del patto del Nazareno in tutti noi, sono stati giorni al cardiopalma: è finita? Chi metterà le corna a chi con Grillo e Casaleggio? Ma si amano ancora? E se sì fino a che punto, fino a quale soglia di sbarramento? Noi tutti eravamo incollati al televisore, controllavamo gli aggiornamenti di Renzi su Twitter, quelli Silvio di sul gazzettino del catetere di Cesano Boscone.
Ma quando finalmente Renzi – di bianco vestita – ha sciolto gli indugi, rincuorandoci sulla solidità dell’ unione con Berlusconi, tutti noi abbiamo potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo, e nel riprender finalmente fiato e abbiamo potuto esclamare: alla faccia di William e Kate e del Royal baby, questo sì che è un amore che non finirà mai!
Partendo dal presupposto che in qualsiasi altra realtà l’unico incontro tra Matteo e Silvio sarebbe quello del rendez-vous con l’astronave che li riporterebbe finalmente sul loro pianeta, dobbiamo dire che il patto del Nazareno già puzzava di assoluta illegittimità nella sua stipula ma adesso sa proprio di carogna, una carognata documentata addirittura con una voce su Wikipedia.
Cerchiamo di riordinare le idee e facendo un piccolo excursus: un giorno di gennaio del 2014 (esattamente il 18), Matteo Renzi, semplice sindaco di Firenze e segretario di partito, incontra in casa Dem il pregiudicato Berlusconi – condannato anche all’interdizione dai pubblici uffici – per decidere il futuro del paese. In pratica due persone, un sindaco senza alcuna investitura di carattere nazionale e un fresco condannato in via definitiva si mettono in testa di stabilire con quali regole va regolamentata la vita istituzionale di questa strana nazione. Ovviamente è la situazione ideale, nessuno ci ha trovato nulla di strano; difatti contro queste evidentissime figure di altissimo profilo si sono stracciati le vesti solo i soliti e ridondanti costituzionalisti mummificati e la fastidiosissima gente di buon senso ma non la classe politica – rapacemente avvinghiata ai propri privilegi, dopo esser stata eletta con una legge elettorale dichiarata anticostituzionale dall’Alta Corte e quindi illegittima – né la stampa di regime, sempre pronta prima a “normalizzare e poi enfatizzare” qualsiasi scempio generato dal “potentume” di turno.
Illo tempore, dunque, il patto del Nazareno era solo l’incontro di due soggetti senza alcun reale potere, affetti però da una grave forma di narcisismo patologico e molesto che al limite poteva passare alla storia come una sorta di Teano della mediocrità o una Yalta dove regna sovrana la megalomania sociopatica, ma nulla di più. E fu a quel punto che la macchina dell’informazione realizzò il suo leccalulesco miracolo. L’incontro tra i due divenne un evento! Non contava se fosse bello o brutto, lecito o illecito, legittimo o un’emerita stronzata, l’importante era farlo diventare epocale, che creasse notizia e producesse reazioni, e presto apparve ai più come un evento storico di grande portata tra due straordinari statisti, benché chiacchierati e compromessi. Il Nazareno doveva far sfigurare Regan e Gorbaciov … e ci è riuscì!
Nel frattempo Renzi diventa presidente del consiglio senza passare per le urne – non facendosi mancare neanche una condanna per le spese pazze alla provincia di Firenze -, grazie anche all’appoggio cosiddetto “esterno”di Berlusconi e le “inciuciate” tra Matteo e Silvio si ripeteranno sino a diventare per la stampa dei veri e propri “incontri al vertice”, dei “summit”!
Nei nuovi incontri non parleranno più solo di legge elettorale, ma metteranno bocca su tutto, persino sui papabili al Quirinale.
Renzi inizialmente é “silviodipendente”, il delfino senza il pregiudicato non può avere un appoggio in parlamento e creare un governo, a sua volta un Silvio fuori gioco si trincera dietro all’apprendista per restare a galla, riuscendo addirittura ad ottenere una completa e miracolosa assoluzione in appello per il processo Ruby. Camminare sulle acque in confronto fu solo un gioco prestigio.
Ma Matteo guadagna terreno e, per quanto perda consensi in casa come Razzi perde neuroni in tv, inizia a spopolare a destra. Ora è il leader alla finocchiona ad avere il coltello dalla parte del manico e provoca il vecchio maestro sulla legge elettorale fotocopia del porcellum. I due fanno finta di litigare, si parla di crisi e il patto del nazareno torna ad essere un argomento centrale e vitale per il paese. Alla fine della fiera non cambia un’emerita cippa, ma continuano ad apparire come i salvatori della patria grazie al malsano desiderio patologico che li lega.
In pratica la nostra vita politica e sociale si regge sui capricci di due megalomani narcisisti, il primo non eletto ma presidente del consiglio e il secondo condannato e interdetto dai pubblici uffici. Una cosa normalissima che accade in tutti i paesi democratici… di notizie così ne sentiamo tutti i giorni.
Onestamente il patto del Nazareno non vale nulla se non per i fili clientelari e personali che lo sorreggono. Renzi e Berlusconi non hanno fatto altro che innalzare a livello politico “il pizzino mafioso”, regalando così alla nostra vita istituzionale nuove e inaspettate vette di indecenza.
Il sistema è appunto lo stesso delle organizzazioni mafiose: due boss, appartenenti a fazioni criminose contrapposte, si incontrano e grazie a una tregua decidono chi gestisce un territorio e chi un altro, quali sono i politici di “riferimento” per una famiglia e per l’altra, quali negozi pagano più pizzo rispetto ad altri, chi deve vivere o morire, chi deve far carriera e chi resta nel sottobosco della bassa manovalanza. Le persone normali non sapranno mai quali accordi verranno partoriti ma di certo ne subiranno le conseguenze in breve tempo.
Noi non sappiamo cosa si siano spartiti sulle nostre spalle un sindaco segretario di partito mai eletto e un ex politico condannato e quali straordinarie sorprese ci dispenseranno, ma lo hanno fatto e continuano a farlo senza alcuna vergogna; e questa incostituzionale associazione clientelare ci viene dipinta come naturale e legittima, come uno sforzo comune e responsabile per il bene del Paese. Non c’è nulla da fare, questi due si trovano troppo bene qui … non torneranno mai più sul loro pianeta.
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