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Cloud Nine - Tunnel degli orrori (I parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Entrarono in una grotta molto più grande delle altre, un luogo che sulla mappa recava un simbolo molto particolare: un artiglio ricurvo rosso, con sotto due femori. Un simbolo che significava imboscata, come a sottolineare con ironia che i Mutanti erano soliti attaccare in quel punto preciso – Dannazione davvero dobbiamo andare oltre? –– L’idea è quella. –– Selene non ti rendi conto di cosa stai dicendo. – fece notare Larsson guardingo.
– Ieri sera dicevi che non era saggio dormire nei tunnel, oggi parli di non andare oltre. Domani dirai qualche altra cosa per farci tornare indietro. Matias si tratta del mio lavoro! –Il Colonnello scosse il capo, esasperato.Anche gli Oscuri erano guardinghi e benché fossero addestrati a respingere un’imboscata era chiaro che non vedevano di buon occhio l’idea di spingersi ancora più in profondità – Se non fossi sicura del contrario, direi che tu sia impaurito, Matias. –Larsson la fissò con uno sguardo ebete, ma non disse nulla al riguardo.Selene lanciò un’occhiata a Pratt e agli altri agenti: erano in formazione, con Niemi alla retroguardia e Roman in testa al gruppo. Pratt era al centro accanto a un incensato, probabilmente il più alto in grado dopo T’Taf, ammesso che quei dannati K’Thor avessero una scala gerarchica. In quella posizione sarebbe stato facile proteggere l’agente di controllo per un tempo sufficiente ad attivare una boa del teletrasporto e fuggire da un attacco dei Mutanti.– Nei giorni passati eri più intenzionato a flirtare con me. –– Non eravamo dentro un dannato tunnel segnato come pericoloso. – fece notare il Colonnello con uno sguardo divertito – Tornerò a essere più pressante quando saremo vicini alla superficie. –Selene si voltò ancora a Pratt. Avrebbe voluto abbandonarsi nelle braccia dell’agente segreto e non pensare più ai Mutanti, ma sapeva che non era possibile e doveva recitare la parte con Larsson solo per tenerlo buono – Matias credi davvero che potrebbe essere qualcosa di più serio? –– Sono un romantico. –– Tu? – ridacchiò Selene. Sul profilo di quell’uomo non c’era traccia di relazioni durature e l’unica donna della sua vita era stata un altro militare, prima di chiedere il trasferimento a un reparto di fanteria leggera, Selene non era andata oltre, ma era sicura che Larsson l’avesse lasciata andare.– Non ho portato un pacchetto di dustroot per fumarle da solo. –– Ah già, romantico come un Colonnello della fanteria corazzata! –Larsson ridacchiò, ma si tenne alla larga, forse perché era seriamente preoccupato dalla possibilità che i Mutanti li attaccassero o perché non voleva distrarsi troppo in un luogo come quello. Selene ringraziò silenziosamente: sapeva di non essere in grado di gestire la passata relazione con Pratt e la missione, se Larsson continuava a mettersi di mezzo e la mente di Selene continuava a farle scherzi.Attraversarono la grotta per tutta la sua lunghezza, senza trovare nulla – C’è un insolito silenzio qui, in nessun altro luogo ho sentito questa totale mancanza di rumori. – ammise rivolta al Colonnello.Tutti sapevano che il silenzio era indice di una possibile imboscata, era sempre meglio sentire qualche rumore in lontananza e cambiare strada, che non percepire assolutamente nulla e ritrovarsi in una trappola mortale. Per fortuna la squadra di Selene era pronta a rispondere a un’imboscata e le loro armi potevano avere ragione su un attacco, ammesso che riuscissero a reagire.Spense il palmare e si infilò il visore multispettro, scrutando gli angoli della caverna in cerca di qualsiasi movimento. Quei visori erano identici alle dotazioni dell’esercito, con l’aggiunta di un rilevatore di traccia psionica per determinare posizione e movimento di qualcosa di più pericoloso dei semplici Mutanti. Selene aveva preteso che tutti portassero uno di quegli affari, in modo da avere a disposizione più occhi possibili.– Il silenzio non è mai un buon segno. – sussurrò Larsson raggiungendola.Selene gli sorrise, vedendo la sua preoccupazione le tornò in mente la prima volta che aveva partecipato a una simulazione di combattimento nel sottosuolo. Forse Larsson si era fatto le ossa proprio in quei tunnel e Selene era certa che la preoccupazione del Colonnello arrivasse proprio dai dubbi riguardo la reazione degli scienziati.La sua visione periferica notò un movimento, qualcosa che fino all’attimo prima era in una certa posizione, si era improvvisamente spostato. Sfiorò la parte superiore del visore, richiamando l’immagine per avere conferma.Con un sussulto i suoi occhi lo videro, Selene si fermò di colpo riconoscendolo anche nelle immagini che il visore le inviava in tempo reale.Un muso allungato come quello di un coccodrillo, zanne seghettate che servivano a squarciare, zampe lunghe per balzare in avanti e una coda troppo corta per assomigliare a quella di una lucertola. Selene non riusciva a vedere gli occhi rossastri alla sommità del capo, ma era certa che quegli occhi li stessero osservando da alcuni minuti, aspettando solo il momento giusto. La creatura era poco più grande di un cane di media taglia e per l’immaginario collettivo dell’intera colonia rappresentava il male, sguazzando negli incubi di adulti e bambini come il pericolo in grado di distruggere ogni cosa.Uno spazzino, quello era lo stupido nome con cui qualcuno aveva preso a chiamare i Mutanti più piccoli, era l’anello più basso di un serraglio incomprensibile e pieno di varianti.– Spazzini! – sussurrò alzando il pugno destro.Niemi alla retrovia si fermò, seguito da Pratt e subito dopo da Roman – Confermato, cinque contatti a sudest. – sussurrò l’infiltrato, in testa al gruppo.– Tre alle nostre spalle. –L’intera squadra di Oscuri aveva imitato gli agenti segreti e T’Taf si era messo in guardia, come in attesa dell’inevitabile »»A volte un solo rumore può salvare moltissime vite.«« ammise, facendo palpitare gli occhi verso l’oscurità della grotta.– Diavolo! Siamo scoperti qui. – imprecò Niemi, nella sua mano era comparsa una mitraglietta tipica degli agenti del CAO, ma in una mischia con gli spazzini quell’arma non avrebbe aiutato di certo – Ci servono delle armi, subito! –– HP fai con calma. – suggerì Selene, senza muoversi – Non serve fare le cose di fretta. –Selene si riferiva alla loro strumentazione e soprattutto alla boa che l’agente di controllo portava con se: non avrebbero utilizzato i loro assi nella manica, se non ci fosse stato bisogno di farlo.Un altro movimento davanti a Selene provocò un singolo e acuto rumore: un grido simile all’ululato di un lupo che si ripeté per tutta la grotta e intorno alla squadra, qualcosa in gradi di far rizzare i peli sulla nuca a Selene – Un rumore di troppo può significare solo guerra. – disse più a se stessa che all’incensato.

Cloud Nine - Tunnel degli orrori (I parte)

Fare la spia vi sconvolgerà la mente!


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