Alessandra di Ricette di cultura ha lanciato una sfida davvero interessante per festeggiare il suo primo anno da blogger: abbinare un piatto a un personaggio storico (più o meno famoso).
Il mio primo pensiero è stato di trovare un personaggio storico della mia zona, ma poi, leggendo qua e là, ho scoperto un’informazione per me nuova: Hans Christian Andersen, intraprese un Grand Tour che lo portò anche a Terracina in due diverse occasioni.
Il Grand Tour era un lungo viaggio (mesi o anni) molto di moda tra i giovani aristocratici a partire dal XVII secolo, che prevedeva tappe nelle più importanti città europee per motivi di studio ma anche di svago.
Hans Christian Andersen (Odense, 2 aprile 1805 – Copenaghen, 4 agosto 1875)
Lo scrittore danese, non ricco, cerca più volte di ottenere una borsa di studio dal sovrano del suo paese, Federico VI, per realizzare il suo sogno di un viaggio nel continente europeo e ci riesce solo nel 1833.
In Italia arriverà nel 1834 e a Terracina si fermò una notte, esattamente tra il 13 e il 14 febbraio, facendo qui una tappa durante il suo viaggio da Roma a Napoli.
Ma vi tornò anche in un suo viaggio successivo, nel 1841, il 26 febbraio, ancora una volta con l’intenzione di passare il confine col Regno di Napoli.
Subito fuori Terracina, infatti, poco prima di Monte San Biagio, è presente l’Epitaffio, che segnala appunto il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli (fonte: http://www.laportella.net/storia/autori/andersen/bassolazio.htm).
“Arrivando qui (all’ Epitaffio) i vetturini e i passeggeri si mettono a gridare “Viva il Papa”, e passata la porta “Viva il Re”.
Luigi Rossini, 1839 (fonte http://www.ilporticodelloscacco.it/pag14.htm)
Ritornando al nostro scrittore, passando per Terracina, disegnò anche alcuni scorci che l’avevano colpito (fonte: http://tinyurl.com/7rja7ez).
Nel seguente disegno, per esempio, Andersen riproduce lo scorcio più famoso di Terracina: Monte S. Angelo col tempio di Giove e parte di Pisco Montano.
Monte S.Angelo e Tempio di Giove nel disegno di Andersen e oggi
Andersen ebbe un’infanzia molto povera, con un padre calzolaio che al lavoro prediligeva la musica, la lettura e il girovagare e una madre molto più anziana. Vive in un ambiente di provincia ricco di superstizioni e tradizioni, amplificate nel piccolo Hans proprio dalle letture dello stravagante padre, ma anche dai racconti della madre.
Inoltre i genitori, ma soprattutto la madre, credono e lo convincono che lui sia destinato a un futuro di successo, in seguito alla profezia di una strega del suo paese: “Un giorno Odense si illuminerà a festa per ricevere tuo figlio”.
Hans perde, però, il padre piuttosto presto e a 14 anni si trasferisce a Copenaghen proprio in cerca di fortuna. Si adatterà a numerosi lavori, tentando nel frattempo di iniziare la carriera teatrale, finchè non riuscirà a incontrare il re Federico VI che lo prende sotto la sua ala protettrice e lo fa studiare regolarmente.
Verrà comunque a volte criticato dai contemporanei (tra cui Dickens) per gli errori grammaticali che alcuni attribuiscono a lacune scolastiche, ma proprio l’uso che fa della sua lingua madre risulta essere anche il suo punto di forza, secondo altri.
R.P. Keigwin, ad esempio, scriverà che “Andersen screziò la sua narrativa con ogni possibile tocco ‘conversazionale’: neologismi, modi di dire che determinassero picchi di attenzione nel lettore, frequenti incidentali o parentesi; slang tipici di Copenaghen, molte licenze. E soprattutto un uso liberissimo delle particelle del discorso: quei piccoli ammiccamenti tipici del linguaggio parlato, dei quali il danese come il greco è ricco, e non poco”.
Un’anticipazione del linguaggio da blogger di oggi, non è vero??
Andersen fu comunque uno scrittore piuttosto prolifico e ci ha lasciato poesie, biografie, opere teatrali, scritti satirici e umoristici, romanzi, ma è conosciuto soprattutto per le sue favole. Tra le più famose, “La sirenetta”, “La principessa sul pisello”, “L’intrepido soldatino di stagno”, “Il brutto anatroccolo”, “La piccola fiammiferaia”… Ma quella che mi ha ispirato la ricetta per il contest è stata ”Il grano saraceno“, la cui morale evidenzia come l’arroganza e la presunzione vengano sempre punite in qualche modo.
Prima di continuare all’infinito con questo post (ce ne sarebbero di cose che vorrei raccontarvi su questo personaggio che ho scoperto essere davvero affascianante…) meglio mettere un punto e passare alla ricetta!
Per le crepes ho utilizzato la farina di grano saraceno di Store Valtellina. La farcitura è mista (per questo non vi darò dosi precise): alcune sono con i piselli freschi, alcune con carciofi e altre con melanzane. In tutte c’è invece del prosciutto cotto tagliato a dadini, del parmigiano e della provola affumicata.
Ingredienti per circa 10 crepes:
- 50 g di farina di grano saraceno
- 75 g di farina 00
- 150 g di latte
- 1 uovo
- un pizzico di sale
- olio extravergine d’oliva
Ho mescolato le due farine, quindi ho unito l’uovo e il sale, amalgamando, e infine ho versato il latte, diluendo il tutto e creando la pastella.
Questa andrà fatta riposare una mezz’ora, dopodichè potrà essere usata per preparare le crepes.
Ungete un padellino antiaderente con olio extravergine d’oliva, fate scaldare bene, quindi versate un mestolo di composto, roteando la padella per far formare una crepes sottile e liscia. Cuocete da entrambi i lati per un minutino e ripetete le varie fasi per ogni crepes.
Verificate che il fondo della padella resti unto in tutta l’operazione: se necessario utilizzate un tovagliolo “sporco” di olio per ungere nuovamente al bisogno.
Ingredienti per la besciamella all’olio extravergine d’oliva:
- 3 cucchiai di olio di oliva
- 2 cucchiai di farina abbondanti
- 3 bicchieri circa di latte
- un pizzico di sale
In un pentolino ho messo la farina e l’olio e ho mescolato bene, quindi ho aggiunto, spostando tutto sulla fiamma, il latte, un po’ alla volta, mescolando per una decina di minuti fino a quando l’impasto non si è addensato.
Ingredienti per la farcitura:
- piselli freschi
- carciofini
- melanzana
- circa 150 g di provola affumicata
- circa 60 g di parmigiano grattuggiato
- circa 70 g di prosciutto cotto
- un paio di spicchi d’aglio
- una cipolletta fresca
- olio extravergine d’oliva, sale
- besciamella all’olio
Ho cotto in 3 padelle separate i tre ortaggi.
Ho fatto imbiondire una cipolla fresca tritata in olio e ho aggiunto i piselli freschi, salati e con un pochino di acqua.
I carciofini, dopo averli privati delle foglie esterne più dure e tagliati in 4 parti, li ho invece cotti in padella con olio, uno spicchio d’aglio e un po’ di sale.
La melanzana, l’ho tagliata a dadini e cotta in padella, sempre con sale, olio, aglio e un pizzico di sale.
In tutti e tre i casi, aggiungete in cottura, se e quando necessario, acqua o brodo vegetale.
Una volta che tutto è stato pronto, ho farcito ogni crepes con uno degli ortaggi, e ho aggiunto prosciutto, formaggi (provola e parmigiano) e un cucchiaino di besciamella.
Ho chiuso le crepes e le ho sistemate in una teglia sul cui fondo avevo spalmato un pochino di besciamella e le ho ricoperte con ulteriore salsa ma anche parmigiano per far formare una crosticina.
Ho passato tutto in forno a 200° per circa 20-30 minuti.
PS. Potete anche mettere insieme (e quindi anche cuocere insieme) tutti gli ortaggi. Io li ho separati, primo perchè a casa ho “qualcuno” che è un po’ schizzinoso e i carciofi non li mangia, secondo, perchè avevo i piselli già cotti che avevo usato per un’altra ricetta Pin It