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D-Rose: il rientro che divide l’NBA!

Creato il 27 aprile 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Probabilmente è stato l’emblema della stagione dei Chicago Bulls, dell’intera NBA, l’Adidas ha messo su una campagna pubblicitaria, tutto ha ruotato intorno al ritorno sul parquet di Derrick Rose.
Partendo dal passato: il numero 1 dei Bulls circa un anno fa durante gara uno dei playoff 2012 facendo un movimento per lui fra i più normali da quando calca i parquet si procurava la lesione del crociato anteriore del ginocchio, insomma un brutto infortunio, soprattutto per chi come lui basa il proprio gioco sull’esplosività. Poi l’operazione, la riabilitazione e poi come sempre inizia il toto-rientro; ad inizio stagione si vociferava di un suo possibile ritorno verso dicembre, poi più concretamente per il mese di marzo. In definitiva allo stato attuale di concreto c’è che l’ex MVP si allena con la squadra da qualche settimana, anche con buoni risultati atletici, ha il benestare dello staff medico ma per quel che ne sappiamo “non si sente ancora pronto” per giocare una partita vera.

Bisogna virgolettare per forza di cose quell’espressione perché probabilmente è l’emblema della situazione che avvolge Rose. I Chicago Bulls hanno costruito una squadra su richiesta del proprio allenatore, un autentico Guru della difesa, che unita al talento smisurato di D-Rose finalmente poteva essere una cosiddetta contender, ed i risultati hanno dato ragione alla dirigenza, con la squadra qualificata senza problemi ai playoff con ambizioni per lo meno di superare il primo turno. Il tutto però è stato sempre accostato al play dei Bulls, per via di tanti motivi, uno su tutti la propria leadership, oltre ad un talento fuori dal comune, e senza questi fattori i Tori sono una buona squadra, ma nulla di più. Fin qui nulla di anomalo perché nello sport ogni atleta prima o poi si trova davanti ad un momento di difficoltà, ma nel caso di Rose forse ci si ritrova davanti ad un ostacolo ben più grosso di un’operazione al ginocchio. Il discorso è ben più ampio, perché il ragazzo che ricordiamo ha solo 24 anni, ha si dimostrato di essere una superstar con la “s” maiuscola, con tanto di contrattone al massimo salariale da quasi 100 milioni, ma ovviamente ricevere una somma simile ha anche i suoi lati negativi. Diciamo che Rose ha avuto qualche pressione nel corso della sua carriera: ci riferiamo al fatto che nella passata stagione probabilmente avrebbe dovuto saltare qualche incontro visto che la sua forma non era proprio delle più eccellenti, ma nello sport si sa, se sei un leader devi essere quello che da l’esempio.

Ora però il caso si è rovesciato perché il giocatore ha il benestare dello staff medico con tanto di dichiarazione dei medici e di notizie che fuoriescono dallo spogliatoio dei tori, che dicono a chiare lettere che il giocatore è in forma, ma non ha ancora quella sicurezza psicologica per poter giocare. A mettere ancora più pressione c’è anche il clima di malcontento creatosi fra i tifosi dei Bulls che sentendo le notizie della stampa false o vere che siano probabilmente affibbiano delle colpe al giocatore che probabilmente non merita, perché superare un infortunio comprende si la parte fisica post operatoria ma anche una parte psicologica probabilmente più complessa, che forse richiede ancora un po’ di tempo.

Siamo sicuri che il giocatore tornerà in campo, quando lo saprà solo lui, tanto nello sport ci vuole un attimo a ridiventare un beniamino, i Bulls comunque hanno lavorato davvero egregiamente anche senza il loro faro, e questa è l’unica certezza della loro stagione poi se D-Rose tornerà nella serie con i Nets sarà una splendida notizia ma dovesse tornare nella prossima stagione le basi per fare bene sono più che solide.


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