Record di vittorie in stagione regolare sempre sopra il 60%, una finale NBA lasciata scappare senza nessuna scusa, tanti soldi spesi e tante delusioni: si potrebbero riassumere così gli ultimi 10 anni di storia dei Dallas Mavericks. Di certo non c’è solo questo però, perchè la trasformazione da franchigia perdente a squadra che almeno lotta per le prime posizioni nella NBA non è un processo facile e parte prima di tutto dalla mentalità e poi passa attraverso i grandi campioni. Mark Cuban, l’eclettico proprietario dei Mavs soldi per cercare di portare dei campioni nella sua squadra li ha sempre spesi e anche questa estate non si è risparmiato per dare a coach Carlisle il miglior gruppo possibile.
Il grande record della scorsa stagione (55-27) non è bastato, però, perchè al primo ostacolo ai playoff, i San Antonio Spurs, la franchigia texana si è sciolta uscendo nuovamente al primo turno e facendo storcere il naso ai tifosi e agli esperti che non credono che questo gruppo sia in grado di ottenere i risultati sperati. In effetti gli ultimi risultati parlano in questa direzione e per questo Cuban anche questa estate non ha badato a spese per migliorare il roster.
Da Charlotte sono arrivati due lunghi di sostanza in cambio di Erick Dampier: Tyson Chandler (all’ultimo anno di contratto da 12,750,000$) e Alexis Ajinca: il primo, dopo l’exploit avuto in coppia con Chris Paul, non è più riuscito a ripetersi restando spesso ai box anche per degli infortuni, Dallas, partendo probabilmente dalla panchina, potrebbe essere un buon posto per ricominciare; il lungo francese invece dovrà dare atletismo ed energia nei pochi minuti che sarà impiegato. A fare compagnia a questa coppia di lunghi, poi, c’è quella titolare già dall’anno scorso: Nowitzki-Haywood: il tedesco è ormai il leader affermato della squadra e in estate è uscito dal contratto per firmarne uno più lungo, che lo legasse fino alla fine della carriera a Dallas; anche Haywood è stato rimesso sotto contratto per le prossime sei stagioni a circa 9 milioni di dollari l’anno dandogli un grosso attestato di stima e indicando di voler puntare su di lui. Altro lungo arrivato in estate è un altro francese, Ian Mahinmi, lasciato libero dagli Spurs, e progettone che sperano possa esplodere prima o poi visto che doti atletiche e tecniche ci sono.

Un bivio quindi per la storia dei Mavericks perchè questo gruppo sembra essere arrivato veramente all’ultima spiaggia. Nowitzki è l’uomo su cui costruire, ma sembra difficile che in caso di ennesimo fallimento gente come Terry e Kidd possano rimanere; la squadra è di alto livello, la panchina come sempre è lunghissima, ma sembra che manchi sempre qualcosa per poter fronteggiare alla pari i Lakers e le altre squadre al top. Forse manca un vero leader, uno che sia in grado di prendere per mano i compagni e portarli alla vittoria, anche se il tedesco negli anni è cresciuto tantissimo sotto questo punto di vista; molto più probabilmente manca un uomo che possa aiutare Nowitzki nei momenti difficili, un’altra stella che come dimostrato negli ultimi anni è necessaria per vincere il titolo.




