Nell’estate delle “scelte di cuore” dei free agent NBA ce n’è stato uno che non ha avuto bisogno di lettere, proclami, messaggi su internet per dimostrare il suo attaccamento alla franchigia per cui gioca fin dall’inizio della sua carriera: Dirk Nowitzki ha ri-firmato con i Dallas Mavericks in silenzio, senza tanto clamore e senza dubbi. La sua volontà era quella di rimanere in Texas, lo dice da sempre e l’aveva ribadito qualche mese fa, ed è stato di parola legandosi quindi per sempre ai Mavs, che nel lontano Draft 1998 a 20 anni avevano deciso di prenderlo dai Bucks in cambio di Robert “Tractor” Traylor.
Ufficiale il rinnovo di @swish41 con i @dallasmavs: è un triennale da 25 mln di $ e non da 30 mln che lascia più margini di manovra ai Mavs
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) 15 Luglio 2014
Nowitzki a 35 anni ha accettato la proposta di altri tre anni di contratto a 25 milioni, ben al di sotto delle cifre che percepiva quest’anno, con un passaggio dai 22.7 milioni agli 8 che percepirà con la nuova formula, rifiutando offerte ben più ricche come quelle dei Lakers e dei Rockets, che spingevano per un contratto al massimo salariale. Un gesto di “attaccamento alla maglia” che ha permesso al proprietario Mark Cuban e al GM Donn Nelson di avere più spazio salariale a disposizione per cercare di costruire una squadra da titolo, che possa dare a WunderDirk l’ultima chance di portarsi a casa un secondo Anello. Per farlo è arrivata la trade con New York che ha riportato in Texas Tyson Chandler e ha fatto sbarcare anche Raymond Felton, le firme di Richard Jefferson e Al-Farouq Aminu, la rifirma di Devin Harris ma soprattutto l’arrivo di Chandler Parsons (pur con un contratto molto alto) strappato ai Rockets e che dovrà diventare uno dei “Big Three” insieme al tedesco e a Monta Ellis.
“Con Tyson, Monta e Dirk, sento che abbiamo veramente la possibilità di fare qualcosa di speciale.” Queste le prime parole di Parsons, che sono condivise da tutto l’ambiente, davvero convinto di aver fatto una buona sessione di mercato estivo.
Se il 2012/13 aveva posto dei dubbi su Nowitzki e sulla sua capacità di incidere ancora una volta, visti i tanti infortuni subiti, lo scorso anno ha spazzato via tutte queste voci, riportando il tedesco anche all’All-Star Game grazie ai 21.7 punti, 6.2 rimbalzi, 2.7 assist con le solite ottime percentuali al tiro (53.2 da due, 39.8 da tre, 89.9 ai liberi) e mostrando che se sano fisicamente può essere ancora decisivo. Con il gioco di Carlisle inoltre la distribuzione dei tiri è maggiore e a WunderDirk vengono chiesti meno isolamenti in post passo o in post alto rispetto al passato, potendo centellinare così le energie ed effettuare tiri di maggiore qualità. Aumentati un po’ i tiri da tre e diminuiti leggermente quelli da due, sempre in funzione del nuovo sistema offensivo, Nowitzki tornerà ad avere in Chandler una spalla difensiva sulla quale appoggiarsi nei suoi (tanti) momenti di distrazione e nel quartetto di veterani Ellis-Harris-Felton-Nelson (non è ancora arrivato ma si parla di un accordo abbastanza vicino) dei partner per giocare dei pick&pop piuttosto efficaci e pericolosi per le difese avversarie.
Lo scorso anno l’ostacolo San Antonio Spurs al primo turno di playoff non è stato superato solamente in gara 7 ed i Mavs si sono rivelati la squadra più ostica per la banda di Popovich, gli unici a metterli seriamente in difficoltà per tutta la serie. Quest’anno Cuban vuole fare qualcosa in più per regalarsi un altro titolo e per dare un’altra possibilità di vittoria ad un suo, ormai, grande amico, che dopo la scelta di cuore fatta se la merita.
It’s official, @swish41 re-signs with the Mavs. Gotta love the Big German! http://t.co/QugN0jExhk #DirkIsLife pic.twitter.com/eEbb6v4J9m
— Dallas Mavericks (@dallasmavs) 15 Luglio 2014