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Dolomiti nel mio cuore

Creato il 20 agosto 2013 da Mrsfog @tulipano_bianco

Questa estate sono riuscita finalmente a fare una bella vacanza in montagna. Non che il mare mi dispiaccia, ma non sopporto la folla e l’idea di stare tutta la giornata svenuta sotto il sole. Probabilmente avrei avuto molte più recensioni da scrivere e tante foto di piedi in acqua da postare su instagram (so che è la moda dell’estate…) ma una vacanza senza esplorazione per me non ha senso; il viaggio deve essere scoperta: di un paesaggio, una cultura o nuove riflessioni. Chi mi conosce bene sa che ho un’inerzia molto pesante da vincere: se sono sul divano a leggere posso restarci per ore, se inizio un’attività sportiva non vorrei mai smettere. Obiettivo della vacanza è stato quindi alternare giorni di relax a intense camminate senza strafare in nessuno dei due sensi.

Le escursioni che siamo riusciti a organizzare sono state bellissime e continuo a chiedermi perchè ho aspettato tanto a farle. Le Dolomiti sono dietro casa, raggiungibili in giornata. Armata di zaino, pedule e bastoncini ho scarpinato, sudato, e scattato centinaia di foto. Penso di aver contratto una serissima malattia per cui non posso staccarmi dalla reflex. Tra poco nella mia bio metterò life lover and photographer e a quel punto avrete il permesso di cancellare il mio blog dalla vostra esistenza.

Il nostro campo base era nel Cadore, in un piccolo paese adorabile lontano dalla provinciale che porta a Cortina e quindi molto tranquillo e sprovvisto di turismo snob. Tra un po’ uscivo di casa in ciabatte e pigiama e nessuno aveva nulla da ridire!

La scelta dei sentieri è stata attentamente valutata: no ghiaioni, no dislivelli eccessivi, no sentieri attrezzati e ferrate, sì percorsi ad anello, sì percorsi panoramici, sì rifugi di appoggio provvisti di squisiti dolci fatti in casa.

Ovviamente il primo sentiero dell’anno è stato il più lungo e il più impegnativo, giusto per rompere il ghiaccio e ricordarmi che soffro di vertigini. Scoprirlo più che altro, perchè mica ne ero consapevole. Comunque, se vedete una ragazza che procede in maniera esageratamente lenta lungo una discesa un po’ scoscesa, aggrappandosi e puntellandosi come può, la faccia rossa e i lacrimoni e che borbotta tra sé e sé, fate finta di niente e superatela senza fare commenti e soprattutto senza farle notare quanto quel punto sia facile. Lo so. Ma quando la paura ti prende devi solo aspettare che se ne vada.

Il primo giorno abbiamo fatto il giro della Croda da Lago: il sentiero inizia in località Ponte di Rucurto (1708 m), a metà della salita che porta a passo Giau da Pocol, vicino Cortina. Dopo una dislivello di 338 m siamo arrivati al Lago Federa e al rifugio Palmieri.

rifugio Palmieri

rifugio Palmieri della Croda da Lago

Dopo un picnic sull’erba e una deliziosa fetta di torta abbiamo ripreso a scarpinare verso il Becco di Mezzodì fino alla forcella Ambrizzola. Qui abbiamo avvistato le prime marmotte e ci siamo convinti a non chiudere il giro passando per il Formin ma ad allungare di un paio d’ore (pazzi!) e seguire l’alta via n°1 attraverso l’Alpe di Mondeval fino a forcella Giau e da lì tagliare verso la provinciale. Il giro che avremmo dovuto seguire è ben scritto qui, anche se noi l’avevamo preso in senso opposto.

alta via 1

alta via n° 1 – Alpi del Mondeval

becco di mezzodì

becco di mezzodì

marmotta

marmotta

Nei giorni seguenti abbiamo fatto un semplice sentiero insieme ad amici con pargoletto che partiva da forcella Cibiana, all’ombra del Monte Rite, e una gita in Val Pusteria: Dobbiaco, Lago di Braies, San Candido e Sesto.

lago di braies

lago di Braies – casetta di Don Matteo in montagna…

lago di Braies

lago di Braies

Dopo aver oziato abbastanza siamo partiti alla conquista del Nuvolau… ossia abbiamo fatto il percorso ad anello che parte dal passo Giau, arriva al rifugio Scoiattoli, gira per il rifugio Averau e torna al punto di partenza, tutto attorno al massiccio del Nuvolau e con vista sulla conca ampezzana e sulle bellissime Cinque Torri.

cinque torri

cinque torri

passo giau

Nuvolau da passo Giau

Sentiero molto semplice ma con un ragguardevole dislivello è quello che dal Rifugio Costapiana porta al Rifugio Antelao passando per la chiesa di S. Dionisio. Da Valle di Cadore ci siamo fatti portare al primo rifugio in jeep (pigroni noi… ), caffè di rito e via a scarpinare tra meravigliosi prati e scorci suggestivi sulla valle del Boite e il gruppo dell’Antelao.

prati

prati in fiore – il mio nuovo sfondo del desktop

rifugio antelao

rifugio Antelao

Un insperato rigurgito di ferie ci ha portato a Ferragosto sulle tre Cime di Lavaredo. Potrei stare qui ore a scrivervi di quanto sono belle ma penso che le foto siano più efficaci. Anzi, ancora meglio: andateci. E’ uno spettacolo che toglie il fiato nella sua maestosa e pura bellezza rocciosa. Qui trovate il percorso che abbiamo fatto: tenete conto che il pedaggio per arrivare al rifugio Auronzo attraverso la strada panoramica non è propriamente economico e che il sentiero è molto frequentato. Una alternativa, decisamente più faticosa ma meno battuta, è partire dalla Val Fiscalina e arrivare al rifugio Locatelli, invece che arrivare dal lago di Misurina come abbiamo fatto noi.

Tre cime di Lavaredo

Tre cime di Lavaredo

Tre cime di Lavaredo

Tre cime di Lavaredo

Tre cime di Lavaredo

Tre cime di Lavaredo

rifugio Locatelli

rifugio Locatelli

rifugio Auronzo

rifugio Auronzo

Ultimo sentiero, almeno fino ad oggi, da passo Staulanza al rifugio Città di Fiume ai piedi del Pelmo. La prossima volta voglio fare tutto il percorso ad anello. Non vedo l’ora di rimettere lo zaino in spalla: ci sono troppi sentieri che non ho ancora intrapreso!

in marcia!

in marcia!


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