Il Draft Nba si è svolto stanotte ma è già tempo di primi bilanci, prime valutazioni, per le franchigie Nba coinvolte nelle scelte. Riflettori puntati sui general manager, gli scout e gli altri dirigenti, che hanno scommesso sul futuro della propria squadra. Ripercorrendo la notte del Prudential Center, vediamo le formazioni promosse e bocciate di questo attesissimo Draft 2012.
IL DRAFT 2012
Rivivi le emozioni della notte delle scelte con la cronaca LIVE
PROMOSSI
New Orleans Hornets – Anthony Davis, Austin Rivers e Darius Miller. Difficile fare meglio. ‘Monociglione’ era scontata, il figlio di Doc può contribuire da subito, come sesto uomo o come guardia titolare non dovesse restare Gordon. E al secondo giro Miller è un bel colpo: giocatore duttile, con tiro, difesa e leadership.
Boston Celtics – Meglio non si poteva fare. Rifanno il settore lunghi con Jared Sullinger e Fab Melo: si scommette sulla schiena del primo e sulla testa dell’altro, ma se Rivers riesce a lavorarci, è un colpo super. Non male Kris Joseph al secondo giro: l’ala piccola da Syracuse ha atletismo, braccia lunghe e buon tiro da fuori. Da rotazione.
Golden State Warriors – Serviva un’ala piccola e hanno preso Harrison Barnes, potenziale enorme e forse il giocatore stilisticamente più bello da vedere. Poi aggiungono chili e difesa con Festus Ezeli, e la duttilità di un vincente come Draymond Green da Michigan State. Panchina sistemata e un Tar Heel con crismi da All Star. Bene, no?
Altre – I Pistons, oltre ad Andre Drummond (se i pianeti si allineano è un colpo super), prendono al secondo giro due esterni molto solidi come Middleton e English. Chicago aveva bisogno di un playmaker per dare fiato a Rose e ha preso un giocatore fatto dal sarto come Marquis Teague, tra l’altro cresciuto sotto l’ala di Calipari come D-Rose. I 76ers si sono assicurati un talento enorme come Harkless (Iguodala può fare le valigie) e soprattutto un’ala atletica e potente come Moultrie. OKC, senza far nulla, si ritrova uno dei talenti più puri del Draft, ovvero Perry Jones III: l’anno passato sarebbe stato un Top 3, poi sono venuti fuori anche i problemi al ginocchio. Ma Presti è uno che ci vede lungo e non poteva passare un prospetto del genere.
BOCCIATI
Charlotte Bobcats – Hanno chiamato Michael Kidd-Gilchrist e Jeff Taylor, due ali piccole forti fisicamente, atletiche, brave in difesa, ma che non diventeranno mai delle star. Soprattutto MKG alla 2 è un azzardo: per una squadra cui serviva un realizzatore (ok, han preso Gordon) e un lungo capace di mettere punti a tabellone, forse chiamare uno tra Beal, Barnes e Robinson era più indicato.
Houston Rockets – Si sono mossi più di tutti, e forse alla fine hanno fatto confusione. Per la loro situazione avevano forse bisogno di un play e di un pivot (Marshall? Zeller?) e invece han preso una guardia, Lamb, che gioca nel ruolo di Lee e Martin, e due ali, White e Jones, che fanno già scopa fra di loro, figuriamoci con Parsons e gli altri. Tre ottimi talenti, ma servono?
Cleveland Cavaliers – Hanno provato fino in fondo ad avere la 2 per chiamare Kidd-Gilchrist o Beal, e alla fine hanno perso la testa investendo su Waiters, guardia esplosiva che alcuni paragonano a Wade, ma undersized e tendente a volere palla in mano (non l’ideale nella squadra di Irving). Forse Barnes era più indicato. Zeller è una buona chiamata alla 17 ma forse si poteva scommettere su Melo.
Altre – I Pacers, alla 26, con tutta la roba che c’era ancora, chiamano l’ennesimo lungo bianco, Miles Plumlee, che non serve di fatto a nulla. Soprattutto con ancora sul piatto gente come Doron Lamb o Perry Jones III. Anche le scelte dei Nuggets lasciano perplessi: alla 20 chiamano Fournier, tiratore francese dal tocco molto pulito ma ancora acerbo, e poi al secondo giro un progetto come Quincy Miller, che gioca nel ruolo di Gallinari, Chandler, Brewer, ecc… Serviva un play: Ty Taylor, Johnson-Odom o Machado erano più indicati.