Draft! La serata che tutti i fans della palla a spicchi aspettano può cambiare le sorti delle squadre NBA, in positivo o in negativo. Franchigie perdenti provano a rimodellare il loro organico cercando di pescare i giocatori più futuribili e con maggior talento, incappando però numerosissime volte in autentici disastri (chiedere a Detroit per Milicic e a Memphis per Thabeet…). Spesso si tende a sottovalutare il secondo giro, dove spiccano nomi europei semi-sconosciuti, o giocatori provenienti da college di seconda fascia. In America, giornali, scout, televisioni hanno purtroppo la tendenza a “pompare” eccessivamente certi nomi, che poi si rivelano dei bluff, facendo crollare nell’ordine di scelta ragazzi che spesso sono già “NBA ready”.
Il Draft 2011, ad esempio, è stato caratterizzato da alcuni autentici “steal” al secondo giro, che in termini statistici e di impatto hanno fatto impallidire molti addetti ai lavori Nba.
Chandler Parsons, Lavoy Allen e Isaiah Thomas sono i tre giocatori che, senza aver avuto il classico contratto garantito da prima scelta, sono stati decisivi per le rispettive squadre nel corso dell’annata.
Parsons, ala bianca uscita da Florida, ha dimostrato agli Houston Rockets tutte le sue doti atletiche nelle 63 partite giocate, tenendo per tutto l’anno una certa affidabilità dai 7,25 e una più che discreta presenza a rimbalzo. Scelto alla numero 38 dalla franchigia texana, è stato blindato con un quadriennale da 3,700,000$; insomma, un vero affare per i razzi, che in lui hanno trovato un’ala molto versatile in entrambe le metacampo. Ma ora che ne sarà di Chandler? il focoso GM di Houston, Daryl Morey, in quest’ultimo draft ha portato alla base power forwards come Royce White e Terrence Jones, due nomi importanti, che potrebbero limitare sensibilmente il minutaggio di Parsons.
Passando alla costa Est, la politica dei Philadelphia 76ers di dare spazio ai giovani ha funzionato ancora una volta: dopo il probabile errore di scegliere alla 16 Nikola Vucevic (ma è ancora presto per giudicare l’ala uscita da USC), alla #50 è arrivato il roccioso senior di Temple (quindi di casa avendo la sede proprio nella città dell’amore fraterno) Lavoy Allen. Al giocatore è stata data poca fiducia in regular season, ma il suo impatto nei playoffs contro i Bulls e i Celtics è stato decisivo anche a causa dei problemi fisici di Elton Brand. Questo lungo “undersize” è dotato di un buon tiro dalla media, e il suo impatto a rimbalzo ha aiutato i 76ers a chiudere, contro tutte le previsioni, la serie con i Bulls in 6 partite. Amnistiato Brand, per Allen potrebbero anche aprirsi le porte del quintetto base, magari a fianco di Spencer Hawes, che ha appena rinnovato. A Phila c’è ancora molto da fare, ma questo gruppo di giovani guidato da coach Collins potrà togliersi delle soddisfazioni.Alla numero 60(!) i Sacramento Kings si sono assicurati le prestazioni del playmaker che, dopo Irving (prima scelta assoluta), ha avuto il miglior impatto nel gestire una squadra nella metà campo offensiva. Il giocatore nativo di Tacoma ha dimostrato di poter guidare dei Kings fitti di personalità “difficili” (vedi Cousins e Evans, pronto all’addio), facendosi notare per la velocità e la capacità di concludere in penetrazione. Thomas è stato inoltre nominato rookie della Western Conference nel mese di Marzo, dove ha viaggiato a quasi 14 punti di media, finendo a fine anno nel secondo quintetto ideale delle matricole. L’era Evans sembra finita, ma a Sacramento sguardi torvi non ce ne sono. L’asse Thomas-Cousins-Robinson è molto intrigante, giovane ed atletica. Ora l’unico problema sembra essere l’inaffidabilità del settore guardie, guidata da un ottimo Thornton, ma con i punti di domanda Fredette e Garcia. I playoffs, comunque, non sembrano più un miraggio!
La stagione 2012-2013 è lontana, ma dando una veloce occhiata al tabellone delle scelte, si potrebbero già individuare i possibili “furti”. Altri tre nomi: Jae Crowder, scelto dai Cleveland Cavs alla 34 e subito girato a Dallas, giocatore dell’anno della Big East con Marquette, gran tiratore e gran rimbalzista per la sua taglia (2.01 m). I Mavs hanno senz’altro bisogno di qualche realizzatore dalla panchina dopo l’addio del jet Terry, e da questo punto di vista il sosia di “the manimal” Faried sembra dare delle garanzie. Poi, scendendo di qualche posizione, troviamo Quincy Miller, il freshman di Baylor scelto dai Nuggets alla 38. Sembra sia scivolato cosi in basso a causa delle sue non perfette condizioni fisiche (rottura del legamento crociato nel 2011), ma se riuscirà a sostenere i ritmi NBA, potrebbe dare da subito una mano importante alla squadra di coach Karl. Infine un nome forse inaspettato: Kim English. Questa guardia-ala uscita da Missouri è stata scelta dai Detroit Pistons alla numero 44, e nel cantiere aperto di Motown potrebbe ritagliarsi un discreto spazio grazie alla sua mortifera precisione dai 7,25 m (45% nell’anno da senior). Dopo Stuckey c’è il vuoto, perciò Kim potrebbe aver trovato la squadra giusta per la sua carriera da professionista.